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Le “LEZIONI” americane: una riflessione personale

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  Le “LEZIONI” americane: una riflessione personale A leggere i giornali di questi giorni, pare che tutto il mondo trattenga il fiato, in attesa delle elezioni americane. Trump, Harris e chissà chi altri si contenderanno la scena come nuovi protagonisti di un film che tutti conosciamo, ma che ogni volta si presenta con un titolo diverso. E noi qui, in questa fetta di mondo, a discutere, a commentare, ad aspettare che la vittoria di uno o dell’altro ci possa, in qualche modo, cambiare la vita. Ma io mi chiedo, davvero ci crediamo? Ecco, prendiamoci un momento e riflettiamo su questo: crediamo davvero che il destino di una grande nazione – perché sì, lo è – come gli Stati Uniti, possa cambiare per noi le cose in modo significativo? O che un leader lontano, per quanto carismatico o controverso possa essere, possa risolvere problemi che ci riguardano, qui, ora, nel nostro piccolo universo? La verità, e lo dico con la franchezza di chi ha visto tante persone passare per le vie della pol

Intervista al Dott. Antonio Bruno: L’eredità intellettuale di Humberto Maturana

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  Intervista al Dott. Antonio Bruno: L’eredità intellettuale di Humberto Maturana Intervistatore : Buongiorno Dott. Bruno, e grazie per essere con noi oggi. Lei ha spesso parlato dell'influenza del biologo e filosofo cileno Humberto Maturana. Come descriverebbe il suo impatto sul mondo scientifico e umano? Dott. Antonio Bruno : Buongiorno e grazie a voi per l'invito. Humberto Maturana ha lasciato un'impronta straordinaria, non solo nella biologia, ma anche nelle scienze sociali e nella filosofia. Con la sua visione sistemica della vita, ci ha fatto capire che gli esseri viventi non esistono in isolamento ma sono interconnessi. La sua teoria dell’"autopoiesi" ha cambiato la nostra comprensione della vita stessa, mettendo in risalto l’idea che gli organismi viventi siano capaci di autorganizzarsi e autoriprodursi, un concetto applicato in ambiti che vanno dalla biologia alla sociologia, fino alla teoria dei sistemi. Intervistatore : L’autopoiesi è sicuramente

Restare

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  Restare Restare. Una parola semplice, quasi sussurrata, eppure ci racchiude tutto quello che non sappiamo dire. Quando scende la sera, ci sono sempre alcuni istanti che non assomigliano a nient’altro, e in quegli istanti, ci siamo noi. Sospesi. Come se l’universo fosse in attesa, immobile, solo per vedere cosa decideremo. E in questa città che non dorme mai, dove i sogni si mischiano alla polvere dei vicoli e l’aria ha il sapore salato di chi ha aspettato troppo, io mi accorgo di guardarti con lo stesso stupore con cui si guarda un tramonto che non si vorrebbe lasciar svanire. Tu sei lì, accanto a me, e sembri ascoltare i miei silenzi, come se avessi capito che ci sono parole che, per troppa fragilità, non possono essere pronunciate. E intanto, la luce scivola via lenta, tingendo il cielo di un colore indeciso, a metà tra il giorno e la notte, proprio come noi, intrappolati tra un passato che ci insegue e un futuro che non abbiamo ancora il coraggio di toccare. Jep ti guarda, e non c

Pane, olio e vino.

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  Pane, olio e vino. Tre parole che suonano come un mantra, un canto che mi riempie, che mi nutre. Sono i pezzi di una storia antica che sa di mani sporche e cuori puliti. Sono frammenti di una terra piena di sole e sogni, di mare e vento. Pane, olio e vino: ci metto l’amore che so, il desiderio che mi brucia, la luce che mi attraversa, e diventa tutto più grande, più vero, più pieno. Diventano gemme, piccole costellazioni che brillano solo per me. E in questo, metto tutto il resto, metto il mio respiro e il mio domani, immaginandolo come un mosaico di luce e passione, un universo che non finisce. Pane, olio e vino  – e tutto quello che sono, qui, per sempre. Antonio Bruno

Io sono tempesta

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  Attraverso – una parola che contiene un augurio, un invito a cercare un verso, una direzione. Non è solo un termine, ma un atto di coraggio, un moto interiore che ci sospinge verso l’oltre, il non detto, ciò che si svela solo ai più attenti. Attraverso è il percorso dei marinai, che trovano nel solcare le onde e affrontare le tempeste una sfida e una promessa. In ogni tempesta, vi è un’ombra di speranza, un messaggio nascosto: è il vento che sfiora la pelle, la nuvola che lascia intravedere uno spiraglio di luce. E così, nella tempesta di questi tempi incerti, ci troviamo a misurare la nostra forza e a domandarci cosa ci resti di prezioso. Le onde violente del dolore ci scuotono, eppure ci fanno dono di un tempo lento, sospeso, che ci invita a riflettere su ciò che ci rende umani. Come una perdita del gusto che non è solo un sintomo, ma un’immagine della vita moderna, di una società che rischia di perdere il sapore stesso del vivere. Tuttavia, come chi conosce bene il mare sa che dop

Da sinistra Girolamo Comi, Michele Pierri, Albertina Baldo Macrì, Oreste Macrì, Ferruccio Ferrazzi, Luigi Corvaglia, Maria Corti

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  Da sinistra Girolamo Comi, Michele Pierri, Albertina Baldo Macrì, Oreste Macrì, Ferruccio Ferrazzi, Luigi Corvaglia, Maria Corti ________ Maria Corti amò Lucugnano, ove il barone e poeta Girolamo Comi aveva dato vita, il 3 gennaio 1948, alla prestigiosa Accademia salentina, presto divenuta luogo di forte richiamo per intellettuali di tutta Italia. Maria fu affascinata da quel contesto e dai tanti protagonisti, ospiti della generosa utopia del Comi. Ciò che univa quelle personalità era la comune volontà di confrontarsi e fecondare la nascita di opere che rispondessero alle più alte necessità dello spirito. Il 7 gennaio del 1948, da Maglie, scrisse al Comi: "Gentilissimo Barone, è stata molto bella per me la giornata di Lucugnano e gliene sono veramente grata; l'atmosfera della sua casa, così grandiosa e perplessa, priva di ogni aspetto declamatorio, mi è rimasta vivissima: mi sembra di non riuscire mai a cogliere la forza esatta del meridione, che ogni tanto mi rivela nel mon

"L'Influenza Sistemica delle Elezioni Americane: Un Evento Globale in un Mondo Interconnesso"

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  "L'Influenza Sistemica delle Elezioni Americane: Un Evento Globale in un Mondo Interconnesso" Di Antonio Bruno Io negli Stati Uniti non ci son o stato mai. Mio padre e mio nonno sono morti senza esserci mai andati. C’è stata mia figlia, per due volte. Invece oggi tutti giornali parlano delle elezioni di questo Paese per me sconosciuto e inesplorato, non si parla d’altro. Nella visione sistemica è possibile dare una spiegazione a tutto questo. La centralità degli Stati Uniti nei media globali e l'attenzione alle loro elezioni possono essere interpretate attraverso la visione sistemica , che considera le connessioni e interdipendenze tra gli eventi globali, i rapporti di potere e le reti di influenza tra Paesi. Questo approccio non vede gli Stati come entità isolate, ma come nodi di un sistema complesso in cui ogni parte influenza le altre. Proviamo ad analizzare questo fenomeno in modo sistemico: Potere Economico e Finanziario : Gli Stati Uniti sono una

Come faccio a raccontartelo?

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  Come faccio a raccontartelo? C’è una scena, tutta per me, di questo amore mio visto da dietro, dove lei si allontana in un passo lieve, col vestito che ondeggia, come in una danza a cui mi tocca assistere da lontano, lanciando solo occhiate. Si muove come se il mondo attorno fosse solo una distrazione, e forse lo è, perché tutto quello che conta è la sua schiena nuda, il volto che si volta appena, senza che mi conceda un sorriso. E io resto sveglio, ostinato, quasi muto. Ogni donna sa quando ha trovato quello giusto. Forse sa anche quando l’ha perduto, ma non lo ammetterebbe mai. È una consapevolezza che si tiene fra le pieghe del silenzio, come un’eco che rimbalza dentro. Perché, ecco, ci si guarda, e in quello sguardo si capisce già tutto, anche quello che non vorremmo capire. E allora non prendo sonno, mi dibatto contro il letto e il buio, in bilico tra l’inizio di qualcosa e la fine di tutto. Charlie lo sa: “Gli uomini vogliono quello che non possono avere”, dice. E intanto lei l

Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla gestione della ricchezza

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  Uno studio della Banca d’Italia esamina la distribuzione della ricchezza nel nostro Paese. Nel 2022 il 5% della popolazione deteneva circa il 46% della ricchezza netta totale. Questi dati sottolineano una distribuzione della ricchezza sbilanciata. Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla gestione della ricchezza Intervistatore : Dottor Bruno, lei parla di un ritorno alla gestione della ricchezza che coinvolga direttamente i cittadini. In che modo pensa si possa realizzare questo obiettivo? Dott. Antonio Bruno : La mia proposta parte dal presupposto che il modello attuale basato sul neoliberismo, che ha caratterizzato gli ultimi decenni, abbia dimostrato dei limiti evidenti. Non è più in grado di produrre e distribuire ricchezza in modo equo, e questo è sotto gli occhi di tutti. Credo sia necessario costruire un modello di gestione collettiva che riporti i cittadini al centro delle decisioni, un processo di partecipazione reale e consapevole che non si affidi esclusivamente a figu

"L'Istante Infinito"

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 "L'Istante Infinito" Era come scivolare nell’acqua, quella prima volta che la vidi. Non camminava: le sue scarpe sfioravano il pavimento, e nel silenzio del mondo il suono dei suoi passi si dilatava, riempiendo le pareti e facendomi dimenticare di respirare. Non era il caso di farlo, mi dissi, e forse non ne avevo nemmeno il diritto. Esisteva in quell’istante solo lei, un movimento appena accennato, come quello di una pagina che volteggia appena nel vento. Capii presto che pensavo sempre a lei, anche prima di conoscerla. Credevo fosse qualcuno che mi avrebbe portato l'amore, qualcuno che mi avrebbe trascinato, strappato via da quel vuoto che mi abitava. Ma no, era diverso: fu il mio amore per lei a disegnare la sua presenza, a tracciarne la forma, come se ogni mio desiderio avesse tessuto una trama che solo lei poteva abitare. E a poco a poco divenne reale. Qualsiasi cosa io toccassi, diventava lei. La carta, il tavolo, il bicchiere tra le mie dita — ogni cosa divent

Intervista al Dott. Antonio Bruno: “Siamo noi a fare le cose”

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  Intervista al Dott. Antonio Bruno: “Siamo noi a fare le cose” Intervistatore: Dott. Bruno, grazie per essere con noi oggi. Vorrei iniziare da una frase centrale del suo discorso: “Siamo noi a fare le cose” . Può spiegare cosa intende? Dott. Antonio Bruno: Certamente. Questa frase esprime il concetto che le nostre azioni sono alla base degli effetti che osserviamo nel mondo. È una chiamata alla consapevolezza delle nostre scelte e al potere che abbiamo di influenzare la realtà. Per esempio, Humberto Maturana, un grande pensatore, sosteneva che la scienza non è altro che la validazione del nostro operato: ci mostra la natura delle conseguenze di ciò che facciamo e in quali contesti le nostre azioni sono valide. Intervistatore: Quindi, secondo lei, fare scienza è qualcosa di accessibile a tutti? Dott. Antonio Bruno: Assolutamente sì. La scienza, nella sua essenza, è una pratica quotidiana. Anche la madre che insegna a suo figlio che se farà una cosa in un certo modo otterrà un certo

"4 novembre: l'Infinito Spazio Sicuro"

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  "4 novembre (*): l'Infinito Spazio Sicuro" In una corte d'ombra e luce, mentre il tempo rallenta come a voler ascoltare, chiedo a mio nonno: “Hai mai ucciso qualcuno in guerra?”. E lui, con gli occhi che sanno di passato e ferite, si ferma un attimo, posa il martello e mi guarda, come si guarda il vento prima che arrivi una tempesta. “Figlio mio,” dice, “la guerra è una brutta cosa.” E così, tra una vite e una mensola, mi lascia un seme di verità, una verità che non nasce nei libri, ma nel silenzio di chi sa. Mio nonno, Pietro, ragazzo di diciotto anni, portato via da Lecce su un carro merci, come un filo d’erba sradicato da una terra che nemmeno si aspettava. È andato a combattere per qualcuno che non conosceva, contro un nemico che oggi avrebbe chiamato “fratello”. Ed è tornato, sì, ma mai più uguale. Mi parlava poco della guerra, solo sguardi. E io, che leggevo sui libri storie di buoni e cattivi, di battaglie vinte e perse, mi chiedevo chi fossero i veri “

"Le Pagine del Cuore"

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  "Le Pagine del Cuore" La storia si svolge in una città che non ha nome, o forse lo ha perso nel tempo, scolorito come i suoi vicoli umidi e il profumo del caffè nelle sere di maggio. È lì che Elena e Lorenzo si incontrarono, in quel tempo sospeso in cui sembra che le vite si incrocino per caso, e forse è così. Si dice che quando sei sulla strada giusta, la vita ti trova lei; non occorre cercare, basta restare in ascolto. Elena, con le sue abitudini eleganti e malinconiche, e Lorenzo, che parlava poco e ascoltava ancora meno – loro due, a pensarci, erano la contraddizione perfetta, due pezzi che non avrebbero dovuto combaciare mai. Eppure, quella sera, il caso o forse un destino gentile li volle seduti allo stesso tavolo, in un caffè che odorava di tabacco dolce e libri consumati. Lorenzo si aggiustò la giacca, e con un sorriso le disse: “Metti un bel vestito che ti porto fuori a cena.” Elena sollevò lo sguardo, sorpresa. “Quale abbinamento preferisci?” “Scegli quello che va