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La Paparina: Tesoro del Salento tra Storia, Mitologia e Tavola

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  La Paparina: Tesoro del Salento tra Storia, Mitologia e Tavola Non dirmi che non sai cosa sono le paparine! Eppure, se sei nato e cresciuto nel Salento leccese, le avrai certamente gustate almeno una volta: magari accompagnate dalle nere olive Cellina e Ogliarola. Forse non sai, però, che la paparina altro non è che il giovane papavero, raccolto con cura in pieno inverno, quando ancora non ha messo il fiore. In questa fase, le foglie tenere diventano l’ingrediente base di una ricetta che racconta la storia, la biodiversità e le tradizioni di un’intera comunità. Il Papavero: Storia e Mitologia Il papavero, noto scientificamente come Papaver rhoeas , è una pianta infestante che colora i campi di grano con il suo rosso intenso. Originario delle regioni mediorientali, è stato portato in Europa insieme alle colture cerealicole. Questo fiore non è solo un simbolo della natura selvaggia ma ha radici profonde nella mitologia e nella cultura. Teocrito, poeta greco del III secolo a.C., raccont

Il Grano Senatore Cappelli: Un Tesoro della Terra per Pane e Pasta Speciali

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  Il Grano Senatore Cappelli: Un Tesoro della Terra per Pane e Pasta Speciali Ciao ragazzi! Oggi vi racconto una storia che inizia nei campi dorati dell’Italia e parla di un grano speciale, il grano Senatore Cappelli . Forse non ne avete mai sentito parlare, ma questo grano è famoso per essere uno dei migliori per fare la pasta e il pane. Vediamo insieme perché è così unico e perché i contadini lo amano tanto! Un grano che viene dal passato Il grano Senatore Cappelli è una varietà antica , coltivata per la prima volta in Italia più di 100 anni fa. È stato creato nei primi del Novecento da uno scienziato italiano, Nazareno Strampelli , che ha incrociato diverse piante di grano per ottenerne una più resistente e gustosa. È stato dedicato al "Senatore Raffaele Cappelli", un uomo importante che aiutò a promuovere l’agricoltura nel nostro Paese. Cos’ha di speciale? Questo grano è alto (può arrivare fino a 180 cm, come una persona!) e ha chicchi più grandi rispetto ad altre varietà

Intervista al Dott. Antonio Bruno: La filosofia di Humberto Maturana spiegata ai ragazzi

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  Intervista al Dott. Antonio Bruno: La filosofia di Humberto Maturana spiegata ai ragazzi Intervistatrice : Buongiorno, Dott. Antonio Bruno. Oggi siamo qui per parlare di un’idea molto interessante di Humberto Maturana: siamo i generatori dei mondi che viviamo . Può spiegarci cosa significa? Dott. Bruno : Certo, ragazzi! Humberto Maturana era uno scienziato e filosofo che studiava come gli esseri viventi, tra cui noi esseri umani, costruiscono il mondo in cui vivono. Questo non vuol dire che inventiamo gli alberi, il cielo o le montagne, ma che il modo in cui guardiamo, pensiamo e agiamo crea il nostro mondo personale. È come se ognuno di noi avesse degli “occhiali” unici: con essi vediamo le cose a modo nostro, e le nostre scelte rendono quel mondo reale. Intervistatrice : Quindi, ognuno di noi vive un mondo diverso? Dott. Bruno : Esatto! Pensate a due amici che vanno nella stessa scuola. Uno potrebbe dire: “A scuola mi diverto tantissimo, amo imparare!” mentre l’altro potrebbe dire:

Verso il Domani: Un Viaggio nei Sentimenti

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  Verso il Domani: Un Viaggio nei Sentimenti In un caldo pomeriggio di luglio, Marco si trovava sul balcone della sua casa, cullato dalla brezza leggera che portava con sé i profumi dei fiori del giardino sottostante. La sua mente, però, era lontana, rapita dalle parole di una canzone che risuonava nell'aria come un incantesimo. "Dammi certezze, dammi speranze," cantava il suo cuore, mentre cercava la strada per arrivare alle stanze più profonde di sé stesso. Marco era un giovane sognatore, un animo in cerca di significato in un mondo che a volte sembrava privo di senso. Quella melodia, con le sue parole intrise di desiderio, aveva il potere di risvegliare in lui emozioni sommerse, come un richiamo irresistibile. Si mise a riflettere su ciò che voleva veramente, sulla strada che avrebbe dovuto percorrere per raggiungere la sua destinazione interiore. "Fatti coraggio, sfida l'amore," gli sussurrava il vento, come un amico invisibile che lo incitava a varcare

"Genitori a noleggio"

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  "Genitori a noleggio" [Illuminazione teatrale soffusa, un microfono su un palco vuoto. Entra il comico, aria smarrita ma determinata.] Ragazzi, ci avete mai pensato? Affidarsi agli altri è come cercare genitori... ma tipo su Amazon. "Cerca genitori, Prime consegna entro due giorni. Disponibili in colori assortiti: severi, permissivi, o quelli che ti dicono 'fai tu' ma poi ti giudicano!" Ecco, io da piccolo non avevo genitori perfetti, quindi ora passo la vita a cercarli dappertutto. L’altro giorno ho chiesto al postino: “Mi puoi firmare la giustificazione per la vita?” Lui ha detto: “Io porto solo bollette.” Gli ho risposto: “E allora sei già più di mia madre, che le bollette non le pagava!” E poi l’incertezza, eh! L’incertezza è il nostro mostro sotto al letto. Ma a differenza del mostro vero, questo non scappa mai. Ho provato a dirgli: “Buh!” Niente, lui mi risponde: “Buh lo dici a tua madre, io sto qua.” E allora vai di genitori fittizi! Una volta mi s

Il patriarcato in Italia

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  [....] dando il potere all’uomo sulla donna lo convince che lui è importante e che la sua donna dominata e asservita non potrà mai abbandonarlo, in modo da avere una moglie-madre che finalmente lui può comandare sebbene sia rimasto bambino dentro di sé. Ebbene si, il potere dell’uomo sulla donna è l’agognato potere sulla madre che all’epoca non ebbe. Pertanto asserve la donna e si inchina al padre a cui si affida totalmente.Gabriella Tupini, Nella tana del lupo Il patriarcato in Italia è un sistema profondamente radicato che affonda le sue radici in tradizioni culturali, religiose e sociali che per secoli hanno modellato il ruolo dell'uomo e della donna. Questo modello di organizzazione sociale ha conferito all'uomo un potere dominante sulla donna, non solo nelle dinamiche familiari, ma anche nei contesti lavorativi, politici e sociali. Tuttavia, tale dominio non è soltanto una questione di privilegio maschile, ma rappresenta anche un meccanismo psicologico e culturale che as

IMMAGINA"Il Mi Piace della Vita" IMMAGINA LA SCENA IMMAGINA

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  IMMAGINA"Il Mi Piace della Vita" IMMAGINA LA SCENA IMMAGINA [Inizia parlando al pubblico, con un tono assorto ma ironico] Lo so, lo so… mettere un mi piace non equivale a una dichiarazione d’amore. È chiaro, no? Nessuno ha mai visto un matrimonio nascere da un doppio tap. Però, scusate, posso dire che a me piacerebbe che quel clic fosse una specie di codice segreto? Tipo il linguaggio delle api, ma digitale? Tu metti un mi piace e io capisco: "Ehi, guarda che mi piaci, e lo so che mi pensi, e sì, anche tu ti piaci un po'." Una roba così. [Sguardo complice al pubblico, pausa] Però poi mi chiedo… e se mi sto sbagliando? Magari quel mi piace non è per me, ma per… il colore del post! O peggio, per l’algoritmo! Avete presente quando l’algoritmo vi mette davanti quel reel di gatti con la musica triste? Ti piace per compassione, mica per i gatti. E io magari sto qui che analizzo il tuo like come un archeologo con un coccio, mentre tu non sai nemmeno che esis

"La Finestra Murata e la Faccina Confusa: Cronaca di un Amore Malinteso"

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    "La Finestra Murata e la Faccina Confusa: Cronaca di un Amore Malinteso" A Lecce in via Federigo d’Aragona, proprio all’incrocio con il vicoletto del Theutra, si trova un palazzo risalente all’800. Tra le cose da vedere a Lecce c’è un   piccolo volto di donna scolpito sull’angolo di quel palazzo che si affaccia su via Federigo D’Aragona. Fu commissionato da un ragazzo che aveva perso la sua amata. Ed ecco la sua storia.   C’era una volta un giovanotto che viveva in un palazzo un po’ sgangherato ma con un’ottima vista panoramica sulla casa della ragazza di cui si innamorò. Era un amore nato come nascono le bolle di sapone: leggero, poetico e destinato a scoppiare alla prima folata di vento. Ogni giorno i due innamorati si lanciavano sguardi languidi dalle finestre, creando un linguaggio segreto fatto di battiti di ciglia, smorfie e improvvisi starnuti dovuti all’umidità che impregnava le loro rispettive stanze. Si trattava di un amore platonico, che come ogni cos

"Inutile Pensare a Lui"

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  "Inutile Pensare a Lui" C’era un parcheggio. Lei, Francesca, con le mani ancora fredde del mattino e un occhiale scuro che le tagliava il volto in due, come una verità a metà. E c’era lui, sconosciuto eppure già familiare, uno che ti guarda e sembra leggerti le ultime tre righe della vita. Quello che non sai è che sono righe che hai scritto tu, senza accorgertene. Entrambi diretti allo stesso convegno, la sala carica di aria condizionata e troppe parole, ma l’unico spazio in cui si ritrovavano, davvero, era quel filo sottile di sguardi che andavano e venivano, come una marea timida. Quando lui entrò, lei sentì di averlo già aspettato per anni. Ecco, questo era il suo talento più segreto: trasformare minuti in attese lunghissime. Al parcheggio, alla fine, si scambiarono uno sguardo che era insieme una promessa e una domanda mai detta. Da quel giorno, la vita di Francesca divenne un ritmo lento, scandito da incontri mancati e carezze a metà. Lo rincontrò due settimane dopo,

Oltre le Righe del Silenzio: Un Amore Scritto in Lettere

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  Oltre le Righe del Silenzio: Un Amore Scritto in Lettere Avevo ricevuto la sua lettera, una lettera scritta con cura e passione. La carta sottile, impreziosita da una calligrafia ordinata e decisa, portava con sé il peso di parole che raccontavano di sentimenti profondi e di speranze infrante. Avevo aperto l'envelope con una leggera trepidazione, quasi fossi consapevole che le parole contenute avrebbero potuto cambiare il corso delle cose. La mia mano, titubante, si era avventurata nel contenuto della busta e aveva afferrato quel foglio candido, imparagonabile al peso che la mia coscienza si portava dentro. "Hai ricevuto la mia lettera, l’hai letta distrattamente e non sei giunta a leggere nemmeno sino alla fine. Eppure l’ho scritta breve, per essere certo che tu la leggessi. Sono stato schietto, sincero e delicato. L’ho conclusa con una domanda aperta. Ma non ti ho emozionata, sei rimasta indifferente, fredda ed io tutto sconsolato, ancora una volta mi vedo rassegnato a non