Pellegrinaggio a "Lu Cafausu"


Insieme agli amici dell’Associazione “Sinergie” di San Cesario di Lecce abbiamo fatto una ricerca che ci ha messo a disposizione le informazioni che seguono che sono state scritte in una tesi di Laurea dell’ Università “Ca Foscari” di Venezia.
Si tratta di un pellegrinaggio avente come partenza e arrivo “Lu Cafausu” ovvero della pratica devota che consiste nel recarsi collettivamente o individualmente a un luogo sacro (Lu Cafausu) per compiervi speciali atti di devozione, specialmente a scopo votivo o penitenziale.
Insomma “Lu Cafausu” di San Cesario di Lecce come Pompei, Lourdes, Fatima o la più attuale Medjugorje.
Ed è proprio di questi giorni il dibattito sulla Via Francigena che, a questo punto, potrebbe vedere, a pieno titolo, tappa consigliata proprio “Lu Cafausu” del paese più bello del Mondo.
Riteniamo tali informazioni meritevoli di ogni approfondimento possibile intuendo che dietro alla decisione di questo “luogo non Luogo meta di pellegrinaggio” ci possa essere un compaesano artista. Se tale intuizione rispondesse alla verità dei fatti e se, il “sancisarianu” o i “sancisariani”, volessero raccontare con dovizia di particolari il pellegrinaggio della festa dei vivi che riflettono sulla morte possono contattarmi.
Antonio Bruno

La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte): un laboratorio di scultura, un viaggio, una festa

Il secondo dei progetti realizzati in concomitanza con la 54. Esposizione Internazionale dʼArte di Venezia è stato la seconda edizione de “La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”, un workshop e un pellegrinaggio attuati dal 30 Ottobre al 3 Novembre 2011 tra la Serra dei Giardini e il paese di San Cesario di Lecce in collaborazione con gli artisti Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese e Cesare Pietroiusti.
Tramite un bando indetto e pubblicizzato attraverso il network delle Università veneziane e alcuni portali web italiani dedicati allʼarte contemporanea, sono stati selezionati 40 giovani non solo tra artisti e curatori ma anche tra ragazzi provenienti da discipline e settori diversi, che hanno partecipato ad un fitto programma di incontri e dibattiti e a un laboratorio pratico di scultura per riflettere su tematiche inerenti al concetto di morte in contrapposizione e in accordo con la “nuova” Festa dei Vivi.
La prima edizione: 2 Novembre 2010
La prima edizione de “La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)” si è inserita in un progetto assai più ampio, quello di AND AND AND, (http://www.andandand.org/ ) unʼiniziativa che tra il 2010 e il 2012 ha visto singoli individui e gruppi provenienti da tutto il mondo riflettere sul ruolo che lʼarte e la cultura possono giocare ai giorni nostri e sulle tipologie di pubblico o comunità con cui relazionarsi. Interventi, situazioni e eventi intitolati AND AND AND si sono susseguiti nel corso di due anni per poi confluire come corpus attivo e pulsante nella manifestazione quinquennale DOCUMENTA tenutasi nellʼestate del 2012 a Kassel, Germania. “La Festa dei Vivi”, il sesto degli eventi di questa iniziativa, era aperto a chiunque fosse interessato. Il pellegrinaggio circolare più corto e più lento del mondo, che è partito dalla sua destinazione, il “Lu Cafausu” a San Cesario di Lecce, per poi ritornarci. La tradizionale celebrazione dei morti si è così trasformata in una nuova festività per celebrare la vita, una riflessione sulla morte intesa non solo come trasformazione, soglia e mistero ma anche come necessario orizzonte di senso.
Il “Lu Cafausu” è un piccolo e misterioso edificio, una vecchia casa del caffè, la rovina di unʼarchitettura che il collettivo di artisti ha investito di metafore e che è diventata fonte di ispirazione di storie, performances e azioni. Un luogo immaginario ma al tempo stesso reale attorno al quale aleggia la morte, un luogo insieme centrale e marginale dove le contraddizioni estetiche incontrano i significati nascosti o lʼassenza di significati. Ogni giorno questo minuscolo edificio potrebbe essere demolito dalle autorità per far spazio a nuovi parcheggi o crollare a causa della sua precarietà ma anche di contro essere trasformato e consacrato come nuovo monumento.( 4 Cfr. http://www.andandand.org/events.htm )
 “Durante il pellegrinaggio cʼè stato modo di approfondire temi quali la morte vitale, lʼattesa sulla soglia, la precarietà fisica, fluttuante, gradevole. Alle soste si sono alternati lentissimi avanzamenti a cui tutti i partecipanti hanno contribuito spingendo una barca carica di libri. Oltre a “Lu Cafausu” il pellegrinaggio ha toccato anche il “Santuario della Pazienza” di Ezechiele Leandro (1905-1981), sempre a San Cesario di Lecce, uno straordinario esempio di giardino mistico, bosco di statue, tempio o cimitero, un irrappresentabile sito dell’espressione artistica di un autodidatta, un individuo fuori dagli schemi che hanno sempre distinto tra alta e bassa cultura.” Estratto del comunicato stampa de “La Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”. Cfr. http://www.MICROCLIMA-venezia.com/it/projects-interventions/

Università “Ca Foscari” Venezia - Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in storia delle arti e conservazione dei beni artistici - Tesi di Laurea – MICROCLIMA un progetto culturale indipendente –Relatore Ch. Prof. Martina Frank Corelatore Ch. Prof. Nico Stringa Laureando Paolo Rosso Matricola 820491 - Anno Accademico 2012 / 2013 Pagine 23,24 e 25

Commenti

  1. assolutamente no, non c'è nessun compaesano dietro questa, ma coincidenze, metafore e sentimenti... www.lucafausu.tk

    RispondiElimina
  2. Leonardo Sciascia diceva “Io credo che le sole cose sicure in questo mondo siano le coincidenze.” Quindi è sicuro che ciò accade per una ragione. C'è la possibilità di una visione che porti a una prospettiva, oppure c'è un delicato penetrare in una realtà nuova o, ancora, la possibilità di comprensione ...tutto comunque concorre a un incontro tra "sancisariani" e viaggiatori, pellegrini, visionari, artisti, cercatori, etc, etc, etc

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Gli esami di Stato del 1976

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

La democrazia a San Cesario è possibile