Cosa produceva la Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce?
Dopo che in Francia i vigneti vengono distrutti dalla
Fillossera nel Salento si afferma sempre più la coltivazione della vite che
produce l’uva per la vinificazione tanto da avere 60mila ettari di vigneto nel
solo Salento leccese. Ma oltre a produrre il vino dalle cantine venivano fuori
i sottoprodotti: le vinacce e le fecce.
Oggi si è avuta l’opportunità di rivivere i luoghi di 100
anni fa attraverso una macchina del tempo che fa respirare la stessa aria di
allora e questo è successo oggi alla Distilleria De Giorgi di San Cesario di
Lecce.
Le vinacce ovvero le bucce dell'uva comprensive dei
vinaccioli, solitamente senza raspo che a San Cesario di Lecce venivano messe a
fermentare per ottenere il vinello che era distillato per dare l’Alcol etilico.
E si distillavano anche le fecce che sono il residuo depositato dopo la
fermentazione del vino formate principalmente da resti di lieviti e da sali di
potassio e calcio dell'acido tartarico.
Nel paese più bello del Mondo si otteneva il vino che si
trasformava in Vermouth. Questa bevanda si otteneva aggiungendo l’Artemisia e
le altre erbe oltre che lo zucchero e l’alcol etilico a 95°.
E poi la fabbrica dei liquori. A questo proposito riporto
quanto si afferma in un manuale:
L’uso dello zucchero
disciolto a caldo è di gran lunga, preferibile a quello dello zucchero sciolto
a freddo: la finezza, il vellutato del liquore sono nel primo caso assai più
sviluppati e accentuati.
L’ordine da seguirsi
nelle mescolanze è il seguente:
— 1.° Alcool semplice.
— 2.° Alcool
aromatizzato.
— 3.° Zucchero o
sciroppo.
— 4.° Acqua.
— 5.° Materie
coloranti
poi si mescola il
tutto intimamente ; e, come verrà più avanti descritto, se è necessario, si
procederà alla chiarificazione (collatura), filtrazione, ecc.
La sostanza colorante
deve essere aggiunta a piccole porzioni, fino a raggiungere la tinta
desiderata.
Durante la mescolanza
si deve agitarla continuamente mediante spatola per ottenere perfetta
omogeneità.
Per giudicare del
risultato del prodotto ottenuto occorre attendere che esso abbia passato un
periodo di riposo di due o tre giorni almeno : talora anzi, allo scopo di dare
sollecitamento al liquore preparato l’omogeneità e l’intimità dell’aroma, è
mestieri di ricorrere ad un procedimento speciale, che i francesi denominano
Tranchage, che consiste nello esporre il liquore al riscaldamento alla
temperatura di 80° in recipiente chiuso, per non perdere i prodotti volatili;
si produce in tal modo quasi un invecchiamento artificiale, poiché è noto che i
liquori invecchiando acquistano sapore più delicato, fine e gradevole. (Tratto
da Doti. A. CASTOLDI LIQUORISTA DUEMILA RICETTE E PROCEDIMENTI PRATICI per la
composizione e fabbricazione dei liquori Hoepli 1921)
E allora che cosa possiamo concludere si facesse nell’ultimo
secolo del secondo Millennio nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di
Lecce?
Possiamo con certezza
affermare che:
Si distillava l’alcool dalle vinacce e dalle fecce;
Si vinificava l’uva da cui si otteneva il vino che veniva
trasformato di Vermouth;
Si facevano liquori, profumi e i si estraeva il TARTRATO DI
CALCIO.
Antonio Bruno
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