il 22 ottobre 2017 sapremo tutto di Giovanni Serio di San Cesario, provincia di Lecce, dato per disperso dopo la battaglia degli Altipiani del 1916 e mai ritrovato.


ASIAGO. Il soldato del Lemerle oggi forse ha un nome. Grazie alla riesumazione scientifica dei resti del Caduto e ad un'approfondita ricerca documentale di Alessandro Gualtieri e Giovanni Dalle Fusine pare che i resti ritrovati fortuitamente nei boschi del Lemerle di Cesuna di Roana appartengano al soldato Giovanni Serio di San Cesario, provincia di Lecce, dato per disperso dopo la battaglia degli Altipiani del 1916 e mai ritrovato.
La storia del soldato del Lemerle inizia nel settembre 2015 quando una troupe del canale televisivo “History Channel” si trovava sull'Altopiano per delle riprese inerenti a cosa mangiassero i soldati nelle trincee della Grande Guerra. A fare da accompagnatore allo storico ed accademico del College of London John Dickie c'era Giovanni Dalle Fusine che sull'argomento aveva dedicato un libro. Durante le riprese nei boschi della Val Magnaboschi e sul monte Lemerle emerge dal sottosuolo un elmetto “Adrian” italiano della Grande Guerra e, sotto, il cranio e alcune ossa di un soldato. A quel punto dalle riprese documentali la questione era passata in mano alle istituzioni competenti: carabinieri, Onorcaduti e Ulss. Il finanziamento di un privato cittadino, Alessandro Gualtieri, da sempre sensibile ai fatti della Grande guerra, permette all'Ulss di Vicenza di effettuare l'esumazione con metodo scientifico appaltando il lavoro all'Osteoarc di Varese.
Si arriva così a tributare i dovuti onori ai resti mortali che sono stati poi tumulati nel Sacrario militare di Asiago il 4 novembre dell'anno scorso.
L'esumazione dei resti avviene in due momenti. Nel luglio del 2016 vengono riportati alla luce i resti del soldato italiano che evidenziano altri resti non necessariamente riconducibili al cranio sotto l'elmetto. Si fanno altri scavi più ampi che riportano alla luce resti di quello che sembra un soldato austroungarico per i bottoni trovati vicini alle ossa.
Nei pressi dei resti dell'italiano vengono trovati alcuni oggetti tra cui un bicchierino in lamiera e il coperchio di una gavetta.
«Proprio sul coperchio della gavetta italiana vengono alla luce delle iniziali – racconta Dalle Fusine – Così io e Gualtieri abbiamo esaminato tutti i fogli matricolari riconducibili a caduti o dispersi sul monte Lemerle con le iniziali G.S.; e l'unico compatibile era Giovanni Serio di San Cesario. La certezza matematica potrebbe arrivare solo attraverso un confronto genetico ma sta alla famiglia decidere se procedere con un esame comparativo del dna».
Le posizioni di Lemerle, Magnaboschi e Zovetto furono aspramente contese durante la Strafexpedition. Testimonianza di quei tragici avvenimenti sono i numerosi cippi presenti nella zona tra i quali la colonna romana che domina il cimitero italiano di Val Magnaboschi eretta in corrispondenza del punto di maggiore penetrazione nemica.
La storia del soldato del Lemerle viene diligentemente ricostruito da Gualtieri e Dalle Fusine nel libro “Il soldato del Lemerle”, edito da Polistampa di Firenze; un resoconto appassionante che riporta il lettore alla tragicità della Grande Guerra. E le ultime ricerche sul soldato saranno presentate ai concittadini di Serio il 22 ottobre nel paese di San Cesario.
Gerardo Rigoni

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