Giulio Laudisa: San Cesario di Lecce connesso alle vicende politiche, religiose e culturali della vicina Lecce


Il « Casale »
San Cesario non è stato mai un « soggetto » di storia, ma unicamente un « oggetto » connesso alle vicende politiche, religiose, culturali della vicina Lecce.
Queste note, che hanno per scopo essenziale qualche indagine sul palazzo ducale, si limitano ad una breve « carrellata » sul « Casale » anteriormente alla costruzione del palazzo.
Secondo il De Simone - Vacca - ediz. 1964 - a pag. 175: ...« prima dell'anno mille, ed anche dopo la venuta dei Bizantini, San Cesario si mantenne « jure longobardorum »...
Secondo il De Simone - Vacca (libro citato) pag. 270 e secondo Amilcare Foscarini « Guida di Lecce » — Lecce, Tip. Conte 1929 — gli avventurosi Normanni incorporarono il casale di San Cesario nella Contea di Lecce, fondata dal quartogenito figlio del leggendario Tancredi d'Altavilla: Goffredo o Gaufrido, primo conte di Lecce, morto a Lecce nel 1063.
I Conti di Lecce, dal primo fino all'ultimo: Gio. Antonio Del Balzo Orsini, morto il 15 novembre 1463, infeudarono, volta a volta, San Cesario, a varie Famiglie che, secondo il De Giorgi - a pag. 148 del 2° Vol. della «Geografia della Provincia di Lecce» - Lecce Tip. Salentina 1897 - ...« San Cesario appartenne alla Contea di Lecce e poi al Principato di Taranto. Indi fu posseduta dai Guarini, uno dei quali, Pasquale, fu tutore di Maria d'Enghien nell'età minore di questa; indi da Vaaz de Andrade e finalmente dai Marulli »... — Lo stesso De Giorgi — nel libro « La Provincia di Lecce » - Lecce Tip. Salentina 1909 - a pag. 48 dice che: ...«San Cesario fece parte nel medioevo della Contea di Lecce. Nel XIII secolo fu infeudato ai Bonsecolo e poi agli Acaya (1285); nel XIV ai Guarini (1302) e poi ai Condò (1439); nel XVI ai Bozzi - Corso (1507) ed ai Mattei (1568); nel XVII ai Penzini (1621) e poi ai Marulli (1671) col titolo di Duchi. »... Si notino le differenze tra un libro e l'altro dello stesso autore.
— De Simone - Vacca, nel libro citato, accennano tredici volte a San Cesario, ed a pag. 515, in merito alla famiglia Penzini, si legge che:...« I Penzini non furono mai feudatari di S. Cesario bensì "Denotari" (come si chiamavano i compratori dei feudi da pagarsi a tempo) quindi, siccome non poterono adempiere al pagamento dopo tre anni, restituirono San Cesario al barone Domenico Guarini come da istrumenti presso il suddetto signore. >>...
Notizia, questa, molto importante che corregge l'elenco dei feudatari di San Cesario riportato dal De Giorgi nel suo libro del 1909 dianzi menzionato, e ristabilisce l'ordine cronologico dallo stesso autore accennato nel suo libro del 1897: Guarini, Vaaz de Andrade, Marulli.
Notizie sui feudatari Bonsecolo, Acaya, Condò, Bozzi - Corso, Mattei, Penzini, Vaaz de Andrade si trovano nel libro di Amilcare Foscarini: « Armerista e notiziario delle famiglie nobili, notabili, feudatarie di Terra d'Otranto estinte e viventi » - Lecce Tip. F.lli Lazzaretti 1903; oltre che sui noti libri del De Simone - Vacca, De Giorgi ecc.
Notizie sulle Famiglie Guarini e Marulli si trovano in molti libri, tra cui (in ordine alfabetico): De Giorgi, De Simone - Vacca, Foscarini (già menzionati), nella « Apologia Paradossica » di Jacopo Antonio Ferrari - Lecce Stamperia del Mazzei 1728; nella « Storia civile del Regno di Napoli » di Pietro Giannone - L'Aia Tip. Enrico ed Alberto Gasse 1753; nelle « Famiglie Nobili Italiane » di Carlo Padiglione - Napoli Ediz. Fr. Giannini 1910; nella « Enciclopedia Nobiliare Italiana » di Vittorio Spreti - Milano Ediz. Encicl. Stor. Nob. Ital. 1931.

Giulio Laudisa, Il palazzo Ducale di San Cesario

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