Il Sindaco di Lecce è per la collaborazione? Lo scopriremo vivendo
Dico tra me e me: “ma come? Ho scritto del risultato di Bari
città ovvero “Antonio Decaro (Pd) è stato riconfermato al primo turno con il
66,27% delle preferenze” e non scrivo nulla del risultato di Lecce città?
Per i pochi che ancora non lo sanno ricordo che a Lecce è
stato rieletto sindaco, con il 50,87% delle preferenze, Carlo Maria Salvemini candidato con nessuna tessera di partito in tasca appoggiato dal Pd e da alcune liste civiche .
E non mi viene niente in mente? No, niente. Anzi no, mi
faccio una domanda che estendo a tutti i cittadini di Lecce e paesi limitrofi,
che con Lecce hanno frequenti rapporti.
Carlo Maria Salvemini ha vinto perché è un facilitatore
della vita democratica attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini,
nessuno escluso, e attraverso la cooperazione con tutti quelli che ne hanno
voglia? Oppure ha vinto perché è un oligarca che ha ottenuto il potere escludendo
gli sconfitti e successivamente pretendendo ubbidienza e sottomissione dai
sudditi?
Prima di procedere oltre, faccio presente che queste domande
partono da alcuni presupposti che sono quelli che seguono.
Per la gestione del bene Comune a tutti i livelli, dall’Onu
al Condominio, in genere ci sono due tipi di aggregazioni che si propongono all'attenzione degli elettori chiedendo di essere scelte per gestire. C'è una forza che si vanta di possedere la cultura
Patriarcale, facendolo senza infingimenti, con sincerità e in piena
trasparenza, che quindi ammette, senza alcun imbarazzo, che la sua azione è fondata
sulla competizione, sull'esclusione degli sconfitti e sulla promessa di
distribuire regali e privilegi ai sudditi che in cambio garantiscono ubbidienza
e sottomissione all’oligarca. In genere a questa proposta “muscolare” si
affianca quella di una forza che indica come despoti, dittatori e chi più ne
ha, più ne metta queste persone di cultura Patriarcale di cui si è detto prima,
garantendo che loro, invece, sono facilitatori e garanti dei processi democratici,
che poiché sono aperti non escludono nessuno dei cittadini e che, la gestione
dei beni comuni sarà trasparente e sotto gli occhi di tutti come accade in un
palazzo di vetro.
E sin qui, nulla da dire perché si tratta di due culture:
una dell’esclusione e l’altra della cooperazione e collaborazione, che si
propongono alla libera scelta dei cittadini.
Per la biologia degli umani, non c’è gara tra queste due
culture, perché la competizione è un comportamento “non umano”, mentre la
cooperazione è un comportamento umano, per cui, è quest’ultima che viene scelta
sempre, senza dubbio alcuno, dagli umani.
E allora perché accade di vedere che vince sempre “Barabba”?
In pratica per sintetizzare, ogni volta si propone la scelta
tra Gesù (simbolo della collaborazione e della cooperazione) e Barabba (simbolo
della competizione). Sintesi e simbolismo che è presente nell’immaginario
dell’Occidente cristianizzato da 2 millenni.
Il fatto è che vince SEMPRE Barabba perché nella scelta
Gesù non c’è mai.
Cosa voglio dire? Che chi dice di essere portatore di
collaborazione e cooperazione fa solo finta. In effetti dopo la commedia e
finite le elezioni, i comportamenti di questo Simil Gesù, diventano gli stessi
di quelli di Barabba.
Torniamo alla domanda dell’inizio riferita a Carlo Maria
Salvemini e osserviamo i comportamenti in campagna elettorale, dove abbiamo
visto i tavoli di progettazione partecipata con nutrite schiere di cittadini. Quindi nella campagna elettorale c’è stata collaborazione e
cooperazione per ottenere un progetto comune attraverso conversazioni
collaborative.
È del tutto evidente che i cittadini leccesi che hanno
creduto nella sincerità e genuinità della proposta di vita democratica di Carlo
Maria Salvemini lo hanno votato.
Lo so, lo so, mi state dicendo che chi, invece, non lo ha
votato, ha pensato che quei comportamenti democratici fossero tutta una finta,
che in effetti, passato il tempo delle elezioni, i comportamenti di Carlo Maria
Salvemini sarebbero stati quelli della cultura della competizione.
Cosa penso io?
Io so che è scientificamente provato che il sistema nervoso
è chiuso, e che quindi è impossibile sapere quali sono le emozioni e i pensieri
di una persona, di una qualsiasi persona. Di conseguenza io so che è
impossibile per me, e per chiunque altro, sapere quali siano le intenzioni di Carlo
Maria Salvemini.
Nulla di cui preoccuparsi perché, per la risposta a questa
domanda, ci viene in soccorso Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Quindi alla domanda: “Carlo Maria Salvemini avrà
comportamenti democratici durante il suo mandato da Sindaco di Lecce, così come
li ha avuti in campagna elettorale,?” La risposta di Mogol è la seguente: “Lo
scopriremo vivendo”.
Antonio Bruno Ferro
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