L’incapacità di amare
L’incapacità di amare è il frutto di una malattia mortale:
la superbia adamitica, che altro non è che l’idolatria dell’io. La superbia, da
cui dipendono tutti gli altri vizi, è esattamente l’opposto di quanto ci
prescrive Gesù per essere felici: “ama Dio con tutto il cuore e il tuo prossimo
come te stesso”. La superbia è un amore di sé, malato (filautia), che porta a
un amore malato e perverso degli altri.
Per scoprire i vizi che albergano nel nostro cuore ci vuole
molta dolcezza. Nessuno di noi, se si sente aggredito e giudicato, riconoscerà
mai di essere abitato e tormentato dai vizi capitali. La preghiera è dunque la maniera
dolce per imparare a conoscere i nostri vizi.
Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che
vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli
Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei,
sette nazioni più grandi e più potenti di te, quando il Signore tuo Dio le avrà
messe in tuo potere, e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non
farai con esse alleanza né farai loro grazia. (Deuteronomio 7,1-2)
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