La nostra macchina è stata la Fiat 500.
La nostra macchina è stata la Fiat 500.
La prima volta che eravamo soli ho guardato i tuoi occhi nello specchietto retrovisore. Mi dicevi sempre che ti piaceva perchè eravamo vicini, vicini. Il finestrino che si chiudeva se lo tiravi su forte e il deflettore come posacenere. E poi la levetta dell'aria che se non stavi attento ingolfavi il motore e rimanevi inchiodato li immerso nel profumo della benzina normale gialla che la super rossa non la reggeva.
Attimi irriperibili in quelle fermate intime, con il terrore che qualcuno si avvicinasse, che ci sorprendesse senza niente addosso.
Eppure ci lasciavamo andare, sempre, per giungere in luoghi dove il tempo non esiste e le nuvole sono già pioggia che cade tra gemiti di piacere.
In quel posto piccolo, che si trasformava in una cabrio per il tettuccio apribile, a un età che ci vedeva poco più che bambini, ci siamo amati e ancora adesso continuiamo a sentire la pressione dell'aria sulle mani mentre percorriamo a 80 all'ora la strada che porta al mare.
Attimi irriperibili in quelle fermate intime, con il terrore che qualcuno si avvicinasse, che ci sorprendesse senza niente addosso.
Eppure ci lasciavamo andare, sempre, per giungere in luoghi dove il tempo non esiste e le nuvole sono già pioggia che cade tra gemiti di piacere.
In quel posto piccolo, che si trasformava in una cabrio per il tettuccio apribile, a un età che ci vedeva poco più che bambini, ci siamo amati e ancora adesso continuiamo a sentire la pressione dell'aria sulle mani mentre percorriamo a 80 all'ora la strada che porta al mare.
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