Se non garantisci tutto a tutti, sei morto.
In un sondaggio di questi giorni pubblicato su "La Repubblica" di oggi 5 ottobre 2019 si possono leggere le risposte di un campione rappresentativo di italiani che affermano la fine delle leadership, dei capi, capetti e capibastone.
Invece la lettura dell’agenzia di sondaggio parla di
mancanza di fiducia in questi leader di oggi, come se fosse solo un problema di
trovare finalmente il Messia, il Salvatore, il Mosè che ci faccia passare le
acque del Mar Rosso dei tanti scompigli di questi tempi per approdare finalmente
nella terra promessa della felicità e del benessere per tutti.
È inutile fare mille discorsi: se vuoi che le persone siano
felici devi garantire loro tutto! Per meglio dire tu che sei il capo devi garantire
tutto a tutti!
Puoi fare un sondaggio al minuto, ma se non dai tutto a
tutti, vedrai che la fiducia in te, che sei il grande capo, calerà ogni giorno
di più, sino a trasformarsi in rancore e odio degli stessi che ti osannarono e
che oggi non vorrebbero più sentir parlare di te al punto che ti vorrebbero fare
scomparire per sempre.
Ma ciò accade solo oggi? No, qui sta l’errore dei
commentatori del sondaggio o dei sondaggi che daranno sempre il risultato che
ho descritto. È sempre accaduto da quando c’è la cultura della competizione che
oggi si è travestita facendosi chiamare neo liberismo ed economia di mercato.
Se n’era accorto Marchionne che ne scrisse, e oggi se ne
accorge persino Calenda che sembra cadere dalle nuvole come Alice nel Paese
delle Meraviglie.
Io mi rivolgo a chi, pur avendo nelle vene il veleno della
competizione e della pratica del potere, continua a discutere, a interrogarsi
per capire. Primo tra tutti il Presidente Massimo D’Alema, che ha in cantiere
un pensiero nuovo per ripristinare la speranza di un Mondo migliore.
Invece di Capi ci vogliono guide.
Questo in sintesi il mio pensiero, ci vogliono guide nella
legittimazione e nel rispetto reciproco di tutti quelli che desiderano guidare l’inizio
delle conversazioni che possono realizzarsi in spazi senza confini, senza
perimetri, dove ogni cittadino, se lo desidera, può sedersi e conversare con
tutti per arrivare ad un progetto comune.
Antonio Bruno Ferro
Il sondaggio è stato realizzato da Demos & Pi per La
Repubblica. La rilevazione è stata condotta nei giorni 1- 3 ottobre 2019 da
Demetra con metodo mixed mode (Cali - Carni - Cawi). Il campione nazionale
intervistato (N= 4.265, rifiuti/sostituzioni/inviti: 6.957) è rappresentativo
per i caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della
popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 2.8%).
Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it
Viviamo tempi grigi. Non solo in Italia. Non solo nella
politica. Ma nella politica italiana, agli occhi dei cittadini, questi tempi appaiono
davvero grigi. Nessun partito, nessun
leader sembra in grado di illuminare l'orizzonte. È questo lo scenario
"grigio" tratteggiato dal sondaggio dell'Atlante Politico condotto
nei giorni scorsi da Demos per Repubblica. I giudizi positivi verso il
governo", anzitutto, sono scesi al 40%, 4 punti in meno nell'ultimo mese.
Il dato più basso da quando è premier Giuseppe Conte. Cioè: da oltre un anno.
Anche se, fino a Ferragosto, era capo di una maggioranza diversa. Perché, se il
premier è lo stesso, la compagine non lo è. Il governo Giallo-Verde è divenuto
Giallo-Rosso. Meglio, Giallo-Rosa. Tuttavia, il clima d'opinione, nel Paese, è
Grigio. Gravato dalla sfiducia. Che non risparmia quasi nessuno. Anche se
alcuni attori politici pagano maggiormente. I partiti di governo, soprattutto.
In particolare, il PD. Penalizzato, in misura significativa, dalla
"scissione" prodotta da Matteo Renzi. Il quale ha fondato
"Italia Viva" (IV). Il suo partito personale. Il "vero" PdR
(Partito di Renzi), secondo il sondaggio di Demos, sfiora il 4%. Non molto per
chi ha condizionato la politica del Paese per molti anni. Anche dopo essere
stato messo all'angolo dal partito. E dagli stessi elettori. Un'iniziativa che
accentua lo squilibrio fra rappresentanza parlamentare e società. Perché il
peso dei parlamentari di IV è rilevante. Nella Camera e al Senato. Così, il PD
è entrato in una zona d'ombra. Grigia. Anche negli orientamenti politici dei
cittadini. Infatti, è sceso sotto il 20%, nelle stime di voto. Come alle
elezioni Politiche precedenti. In calo di più di 3 punti, rispetto al risultato
ottenuto alle Europee. E ai valori osservati nelle indagini dei mesi scorsi. Il
M5s, invece, risale. Oggi è stimato da Demos al 20,6%. Poco meno di un mese fa.
Ma in crescita di 3 punti in confronto alle Europee. Tuttavia, quando si pensa
che alle Politiche del 2018 aveva superato il 33%, cioè: un terzo dei votanti,
è evidente che si sta scrivendo un'altra storia. E si sta disegnando un altro
Paese. Molto meno Giallo di ieri. Sempre più "Grigio". Con ampie zone
"Verdi." In quanto la Lega si conferma, largamente, il primo partito.
Sopra il 30%, anche se di poco. E, quindi, 4 punti in meno rispetto alle
Europee. Ma oltre 5, se si guardano le stime rilevate nell'Atlante Politico
dello scorso luglio. Più indietro, si fanno largo i Fratelli d'Italia di
Giorgia Meloni. Hanno superato l'8,5% dei consensi. Quasi il doppio rispetto
alle politiche del 2018. E si sono lasciati indietro anche Forza Italia. Ridotta
a poco più del 6%. Difficile immaginare che lo stesso partito abbia guidato il
Paese per quasi due decenni. Insieme a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere,
d'altronde, è finito, a sua volta, nell'ombra. Insieme al suo partito vissuto
nella "sua" ombra. È il destino di un Paese politicamente "personalizzato".
Come i principali partiti. Ormai difficili da distinguere dalle persone che li
guidano. Capi, capetti, vice-capi. Tutti fanno osservare un declino di fiducia.
Alcuni in misura maggiore. Nicola Zingaretti paga le vicende "grigie"
del PD. Che evocano una Sinistra "sinistrata", per citare Eddy
Berselli. Ma lo stesso Matteo Salvini è in difficoltà, dopo lo "strappo di
Ferragosto", che non ha prodotto i risultati attesi (da lui...). Mentre
più in alto di tutti svetta il Premier, "sostenuto" dal 53% degli
elettori. Seguito, a di-stanza, da Giorgia Meloni. Che supera, di poco, Matteo
Salvini. Giuseppe Conte è, certamente, avvantaggiato dal suo profilo. Un leader
defilato. Grigio, si è detto in passato. E, quindi, a suo agio quando i tempi
diventano grigi. Come oggi. Mentre Giorgia Meloni sfida Salvini sul suo stesso
terreno, anche se a distanza. E spinge l'Italia oltre il Centro. Verso Destra.
Inserendosi negli spazi aperti dal declino di Berlusconi.
In fondo alla classifica dei principali leader di partito,
incontriamo proprio Matteo Renzi. Il grado di fiducia nei suoi confronti si è
ridotto al 22%. Meno dello stesso Berlusconi. Simbolo della "caduta degli
dei" della Seconda (e Terza) Repubblica. Questo dato spiega, in parte, la
scelta di Renzi. Insofferente verso questa posizione marginale, nella
rappresentazione dei cittadini. E spiega anche le polemiche di questi giorni.
Ieri contro Conte. Per guadagnare visibilità. E per uscire dall'angolo. Grigio.
Peraltro, non si scorgono grandi orizzonti di senso e di
valore. Anche se, nella discussione pubblica, si agitano alcuni temi di grande
importanza. Come la questione del "suicidio assistito", riaperta
dalla sentenza della Corte Costituzionale, che l'ha ritenuto non punibile,
"a determinate condizioni". Una decisione condivisa da gran parte dei
cittadini. In misura minore (ma, comunque, maggioritaria) solo fra i
"cattolici praticanti". Mentre la proposta, avanzata da Enrico Letta,
di allargare il diritto di voto ai 16enni risulta largamente
"impopolare". Non solo perché siamo un "Paese di vecchi",
visto che l'idea non piace neppure ai più giovani. Ma, probabilmente, per una
ragione peggiore: perché la politica interessa sempre meno. E, anche per questo,
la partecipazione elettorale cala sempre più.
Così il Paese procede senza guide riconosciute. E la fiducia
dei cittadini verso i leader e i partiti di governo cala sensibilmente, senza
essere schiacciata dalla sfiducia. Cioè: dalla "fiducia nell'opposizione".
Difficile, in questi tempi, individuare una luce nella notte. Perché, intorno a
noi, non è buio: incombe il grigio.
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