La salumeria generi alimentari di Adele (Evelina Lezzi)
Una donna avvolta in un’atmosfera magica e con una voce
affabile e coinvolgente da renderla quasi fatata: era Adele che gestiva un
negozio di generi alimentari in Via Umberto I a San Cesario di Lecce.
Non ricordo come né quando accadde, so che ci incontrammo a
Lecce in piazza Duomo, era una sera dei primi anni 2000, io, mia moglie e mia
figlia nel passeggino eravamo li. Quando nostra figlia era una bambina,
andavamo spesso a Lecce per le nostre passeggiate in famiglia.
Adele in quella splendida cornice barocca, all’interno di una
conversazione, mi rivelò un segreto che gli aveva tramandato suo padre, che
aveva gestito i generi alimentari assieme a lei.
Mi indicò un comportamento che anch’io avevo avuto modo di
osservare, infatti nell’attesa di essere serviti i cittadini di San Cesario
imbastivano all’interno degli esercizi commerciali ogni genere di discorsi. La
putea era anche luogo d’incontro soprattutto per le donne, nella stragrande
maggioranza casalinghe, e dei bambini che venivano incaricati dalle mamme per
la spesa.
Ebbene il papà di Adele le rivelò un segreto che poi è stata
la fortuna dell’esercizio commerciale. Le disse: “Fija mia, la gente pe nnui
ete lu pane. Ogni cristianu ca trase, se ccatta, nni tae fatia. Recordate sempre
sta cosa quannu li sienti parlare tra de iddrhi, se te ene cu ddici nna cosa
bbona; tilla! Se invece sentennu lu tescorsu te ene cu ddici na cosa fiacca,
statte citta e nu parlare!”.
Questa cosa mi è rimasta impressa, ma parlammo anche di
tante altre cose. Ricordo il benessere che provavo nel conversare con lei, ricordo
che mi parlò con tanto amore di suo marito Annibale di cui era rimasta vedova, ma
non ricordo di cos’altro parlammo. Poi un giorno la incontrai a San Cesario e
mi chiese di andare a trovarla a casa sua in via Umberto I. Ebbene quando andai,
lei mi diede una bambola e mi disse tutta contenta che era un regalo per mia
figlia.
Rimasi sorpreso da questo regalo e ancora oggi ogni tanto
penso a lei. Una donna sconosciuta prima di quell’incontro a Lecce che divenne
così intima e cara in pochi istanti.
Antonio Bruno Ferro
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