Libertà e uguaglianza o ubbidienza e sottomissione?
Quello che succede è davvero paradossale. Le persone
vogliono concorrere al bene comune, vogliono collaborare. In tal caso ecco che
c’è l’inclusione, c’è il “Dai vieni a dare una mano anche tu” rivolto a chi
tentenna, a chi non se la sente di spendere parte del proprio tempo libero per
contribuire con la propria disponibilità, a collaborare, cooperare al
raggiungimento di uno spazio più bello e accogliente per la Comunità.
In questo spazio c’è il riconoscimento reciproco della
legittimità a portare avanti le proprie opinioni in una conversazione con tutti
gli altri al fine di raggiungere un coordinamento dei comportamenti di ognuno
di noi finalizzati ad ottenere uno spazio più bello e accogliente in cui vivere
come Comunità umana, come società umana.
A cosa porta invece la rivalità e la concorrenza? Porta a
quello che ascoltiamo ogni giorno. Porta a non riconoscere l’altro cittadino
legittimo. C’è chi dice gridando in Assemblee e poi scrivendolo sui giornali e
anche sui muri: ”Lui deve andarsene perché fa danni, io invece sono bravo e
prenderò il suo posto. Lui non ti ha dato quello che volevi anche se sei stato
ubbidiente e sottomesso. Io invece ti darò tutto quello che vuoi, naturalmente a
patto che tu sia ubbidiente e sottomesso”.
Nel piccolo delle Comunità locali lo possiamo vedere tutti
che gli amministratori che subiscono una sconfitta elettorale vengono esclusi
dalla collaborazione perché l’altro o gli altri “OLIGARCHI” che hanno conquistato
il potere lo hanno ottenuto affermando che l’altro NON E’ LEGITTIMATO, che deve
andarsene, che fa danni.
Così la Comunità si è impoverita di tante esperienze di
persone che potevano accelerare il processo che è in atto e che ha lo scopo di
rendere lo spazio della Comunità più bello e accogliente.
Invece si è instaurata una comunità in cui i capi esigono
che i cittadini non siano uguali e liberi ma ubbidienti e sottomessi.
Dobbiamo decidere cosa vogliamo conservare. Vogliamo l’uguaglianza
e la libertà che sono il frutto della vita democratica? Oppure vogliamo essere
ubbidienti e sottomessi che è il frutto della delega agli OLIGARCHI?
Antonio Bruno Ferro
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