E' scomparsa dai radar la passione civile dei cittadini

 


La mia opinione è che la passione civile dei cittadini nel partecipare alle decisioni sulla redistribuzione della ricchezza e sulla gestione e amministrazione dei beni comuni è strettamente legata al reciproco riconoscimento della legittimità e al rispetto reciproco. Tuttavia, la nostra cultura si basa sulla competizione tra gruppi determinati di donne e uomini, con la conseguente delegittimazione di tutti gli altri gruppi al di fuori di quello a cui si è scelto di appartenere.

Anche all’interno del gruppo prescelto, si consuma una lotta feroce per la conquista del comando. Questo accade tra tutti coloro che aspirano al potere, nessuno escluso. I vincitori ottengono il potere, i vinti vengono esclusi e i cittadini, per ottenere ciò che non è loro diritto, si sottomettono, entrando in collusione con chi detiene il potere.

Solo attraverso la democrazia è possibile una partecipazione attiva. Tuttavia, non viviamo una democrazia intesa come reciproco riconoscimento della legittimità e rispetto.

L'unica eccezione a questo principio riguarda gli intolleranti del paradosso di Popper: coloro che, negando il rispetto e la legittimità degli altri, mettono a rischio la stessa esistenza della democrazia e devono dunque essere esclusi per preservarla. Ne consegue che tutti quelli che in questo tempo hanno un ruolo nella competizione per la conquista del potere devono essere esclusi.

La politica si è svuotata di passione civile perché ha smarrito il suo significato più autentico: essere spazio di partecipazione, riconoscimento reciproco e costruzione collettiva. Oggi prevale la competizione fine a sé stessa, la delegittimazione sistematica dell’avversario e la logica del potere come conquista anziché come servizio. In questo contesto, i cittadini si allontanano, perché non trovano nella politica lo strumento per incidere sulle proprie vite, ma solo un'arena di scontri tra élite.

Voltare le spalle alla politica ha un costo altissimo, ma questo accade perché la politica stessa ha voltato le spalle ai cittadini. Per riaccendere la passione civile, occorre ricostruire spazi di reale partecipazione, dove il riconoscimento reciproco torni a essere il fondamento della democrazia. Non basta invocare il ritorno all’impegno: bisogna rendere la politica nuovamente accessibile, trasparente e aperta a tutti.

Forse la domanda non è solo “come far tornare la politica una passione civile?”, ma anche: “come rendere la politica degna della passione civile dei cittadini?”. La risposta sta nel ripensare il modo in cui si esercita il potere, mettendo al centro il bene comune, la giustizia sociale e il rispetto delle diversità riconoscendosi reciprocamente legittimi. Solo allora la politica tornerà a essere qualcosa per cui vale la pena impiegare parte del proprio tempo libero.

 

 

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