Immagine densa
Le festività sono il tempo e il luogo del riposo, il rifugio
dello stare assieme, il segreto della vita vera. Si va piano, lentamente verso
il giorno e non si cerca; “si aspetta che emerga”. Perché tutto ciò che è
utile, desiderabile e bello è già qui e ora, solo che necessita una apertura per
essere accolto. Ed ecco che arriva, lo spazio per ciò che emerge arriva nel
riposo.
Io cerco la Titina, Titina oh Titina, io cerco la Titina, chissà dove sarà! La canzone del carcatore che poi è quella
di Charlot in “Tempi Moderni” e poi di Gabriella Ferri.
E la mente viaggia, viaggia e le immagini diventano sempre
più dense al punto che tutto si materializza davanti a me.
I compagni di scuola della Elementare “Michele Saponaro”, il
Direttore De Giorgi che arriva con la sua moto e le insegnati che si affrettano
ad avvisare il Maestro Tangolo “Il direttore, il direttore, arriva, è qui!”.
Nino il bidello con il camice grigio, alto e con i capelli bianchi.
Il ritardo di ogni giorno e l’arrivo con il fiatone bussando
alla porta già chiusa dal maestro.
Le ragazze della V femminile che ci guardano dai bagni dell’altro
plesso. Ed io che alla finestra sospiro per lei, per lei che piaceva a tutti e
che quindi obtorto collo (*) piacque
anche a me. E poi le domeniche con le scarpe nuove che si mettono solo di
giorno di festa, che quelle di tutti i giorni erano tutte graffiate dai calci
dati alle tante pietre.
E poi alla messa delle 11, quella dei giovani, al terzo
banco a destra, con gli amici di sempre, quelli che erano amici della ragazza
dei sospiri.
Che bella l’immagine densa che si materializza davanti a me
ora, che bella la scuola! E i pomeriggi ad aspettare la Tv dei Ragazzi, rin tin
tin, i ragazzi di padre tobia, Chissà chi lo sa? di Febo Conti, lo Zecchino d’Oro.
E poi il lunedì il film in tv, tutta la famiglia davanti a quella scatola
magica. La domenica la Cittadella e tutte le signore vicine di casa a casa mia.
Lo scatolo di cartone dove riponevamo tutti i giocattoli la
sera prima di Carosello, una volta finiti i giochi con le sorelline e con le
amichette che venivano tutte a casa nostra che loro, i genitori, avevano paura
a mandarci in casa degli altri.
E’ Natale, ancora una volta è Natale e mi mancate tanto
immagini dense che adesso state evaporando tutte, lasciandomi solo con le
lacrime che rigano il volto e con la dolcezza delle vostre voci, dei vostri
visi e del vostro infinito amore per me.
Antonio
(*)Obtorto collo letteralmente con il
collo storto è una locuzione latina in uso nel linguaggio comune per indicare
l'accettazione, contro la propria volontà, di imposizioni esterne. Si può
tradurre con "malvolentieri" o "perché costretto" o
"giocoforza".
Tutto quello che diventerai lo sei già, Tutto quello che conoscerai, lo sai già. Quello che cercherai, ti sta già cercando, è in te.
La danza della realtà, Alejandro Jodorowsky
Tutto quello che diventerai lo sei già, Tutto quello che conoscerai, lo sai già. Quello che cercherai, ti sta già cercando, è in te.
La danza della realtà, Alejandro Jodorowsky
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