E dopo il Covid - 19?




Vogliamo dircelo che un Paese come il nostro, tra le più grandi potenze mondiali, non è in grado di fornire 60 milioni di mascherine per consentire la protezione della popolazione dal Covid – 19?
Il fatto ancora più illuminante è che la ragione per cui le mascherine non arrivano risiede nella circostanza che vengano prodotte in altri Paesi come la Russia, l’India, la Turchia, la Romania e la Francia che hanno deciso che le mascherine servono a loro.
Gli esperti ci hanno spiegato che le uniche maschere che possono preservare dal contagio sono le ffp2 meglio ancora le ffp3.
Queste maschere hanno un costo di 3 – 4 Euro. Ma un mese fa erano in vendita a 30 euro e pochi giorni fa chi ne voleva una doveva sborsare 40 Euro.
Adesso non ce ne sono più, a nessun prezzo.
Per non parlare delle apparecchiature necessarie per la terapia intensiva.
Si può leggere in tutti i giornali che il 10% dei contagiati possono avere bisogno delle macchine di rianimazione e di quelle per la terapia intensiva.
In Italia dire che ci sono 60 milioni di persone significa che, per essere sicuri che tutti possano avere una cura adeguata, il Paese avrebbe dovuto predisporre 6 milioni di posti in terapia intensiva per affrontare qualunque evenienza.
La vita è il primo e l’unico fine di noi che siamo in vita, ed è questo di cui si devono occupare le persone che abbiamo prescelto per dare loro la responsabilità del nostro benessere, della nostra vita. Chi abbiamo prescelto ha la responsabilità ed il compito di cercare e installare le macchine di terapia intensiva e di costruire mascherine ffp2 e ffp3.
Questo compito deve essere di ogni giorno perché in tal modo nessun virus potrà cogliere la nostra Comunità impreparata. La nostra Comunità ha prescelto alcuni di noi per dare loro la responsabilità di realizzare fabbriche di mascherine, e di macchine di terapia intensiva nella nostra Comunità!
Che senso ha acquistare queste cose dalle altre nazioni che essendo anche loro nella cultura della competizione, molto coerentemente con essa, pensano prima alle loro Comunità.
Meglio sarebbe che a pensarci ci fosse l’unica società, che è quella formata dall’intera umanità, superando conseguentemente, la cultura della competizione, non essendoci altre società con cui competere. Ma anche qui è paradossale che ancora oggi, a far sì che ogni persona umana abbia l’accesso al diritto al cibo, non ci sia la Società formata da tutta l’umanità. Infatti in conseguenza di ciò ogni giorno bambini, donne e uomini letteralmente muoiono di fame.
Ma torniamo alla situazione attuale, alla pretesa di occuparsi solo di chi è nei confini dell’Italia, alla assurda pretesa che ci sia la possibilità di salvarsi solo per chi si trova nei confini dell’Italia. La protezione civile italiana ha ordinato 20 milioni di mascherine che non sono più arrivate, e che non arriveranno mai più. Ma anche in questo caso di egoismo allargato a quelli che hanno la stessa lingua e sono nel recinto artificiale detto Italia, creato per non si sa bene quali motivi e seguendo, non si sa bene quali criteri, accade che i Russi, gli Indiani, i Turchi, i Rumeni e i Francesi dicano che le mascherine se le tengono per loro. Prima i Turchi! E gli italiani? Dopo!!!
Bisognerebbe capire che ogni comunità dovrebbe avere una sovranità per la salute, nella speranza poi di diventare consapevoli che la vita ce la possiamo salvare insieme tutti, tutta l’umanità, senza più questo tentativo inutile di salvarci solo noi.
Vedete che tutti i beni sono di pubblica utilità? Che senso ha mettere in concorrenza le fabbriche delle diverse nazioni se tutto ciò che si produce è di pubblica utilità?
Piuttosto che niente, meglio il piuttosto!
Pensiamoci, tutto quello che l’umanità produce è di pubblica utilità, possiamo sapere di quello di cui abbiamo bisogno e della quantità di cui necessitiamo. Possiamo produrre solo quello che ci serve con IL MONOPOLIO, senza concorrenza e possiamo anche pensare alla logistica in modo tale che tutti abbiano tutto e tutti contribuiscano affinché tutto ci sia e sia distribuito regolarmente.
Con questi valori possiamo avere tutto il necessario per tutti e lavoro per ciascuno. Riflettiamoci, perché le parole di una mia amica, le parole di Daniela Carlà scritte stamattina per riflettere sul dopo Covid – 19 risuonino dentro di noi come un mantra:
“Dopo (speriamo che il dopo arrivi presto) molto cambierà. Finalmente credo che sarà chiaro che nel nostro paese non vi è troppa pubblica amministrazione. Anzi, ne occorre di più e di qualità. E occorre meno competizione inutile e sciocca tra le generazioni; innovazione ed esperienza sono complementari. Certo, ci potevamo arrivare senza il coronavirus ma.... È andata così”

Antonio Bruno Ferro







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