La conversazione è la soluzione per trasformare i nostri comportamenti per conservare il pianeta così com’è
La conversazione è la soluzione per trasformare i nostri comportamenti per conservare il pianeta così com’è
Oggi 5 gennaio 2022 Federico Zuolo sul quotidiano Domani ritiene che non ci siano comportamenti di tutti noi che conservino il pianeta così come lo conosciamo per la ragione sintetizzata da Ferdinando Cotugno, in sintesi secondo loro manca, la mediazione della rappresentanza politica.
Federico Zuolo insieme al Direttore del quotidiano Domani Stefano Feltri, a Gianfranco Pellegrino ed ad Ferdinando Cotugno, da ciò che scrivono, pare non siano al corrente della natura dei comportamenti delle persone che loro distinguono come “corpaccione di una maggioranza inerte e inebetita”.
La persona umana incorpora, letteralmente, i propri valori e le proprie abitudini, e la difficoltà che abbiamo nel cambiarli, dopo che si è vissuti a lungo in un certo modo, dipende dall’“inerzia corporea”, che però non va vista come un limite, poiché noi viviamo attraverso il corpo, che è “la nostra possibilità e condizione di essere (Maturana 2006, 72).
Ciò premesso la domanda è: come faccio a cambiare le mie abitudini?
Quando due persone umane interagiscono in maniera ricorrente fra di loro, danno luogo a mutui cambiamenti, che possono essere innescati sia dalle interazioni connesse con la dinamica interna di ognuno di loro, sia da quelle generantesi a causa dell’interazione fra la persona stessa e l’altra persona, secondo una modalità che diviene ontogenetica (ovvero così come accade per la produzione di un essere vivente, da esseri della stessa natura), Maturana ha provato scientificamente questo processo e l’ha definito ovvero ha osservato che, queste due persone in relazione tra loro, entrano in accoppiamento strutturale.
Questo processo sarebbe all’origine delle interazioni sociali. Maturana e Varela parlano di accoppiamento strutturale, con tutto quanto da ciò deriva, nei termini delle reciproche modificazioni della struttura delle persone in interrelazione, più in generale queste reciproche modificazioni accadono ogniqualvolta che, con l’accettazione dell’altro nella convivenza, si realizzi un fenomeno sociale, quella socializzazione senza la quale non ci sarebbe umanità.
Allora bisogna entrare in relazione con le persone, solo così, con l’accettazione dell’altro nella convivenza, ci sarà una trasformazione verso i comportamenti che conserverebbero il pianeta così come lo conosciamo.
E questo è un comportamento che io, Federico Zuolo, Stefano Feltri, Gianfranco Pellegrino e Ferdinando Cotugno abbiamo messo in atto con la conversazione che stiamo facendo sui Social e sui giornali e che sta determinando la nostra reciproca trasformazione.
Buona riflessione
QUALE DISOBBEDIENZA CIVILE? Oltre il muro di gomma della politica sul clima
FEDERICO ZUOLO filosofo
Ha ragione il direttore di Domani a denunciare il vero scandalo della disobbedienza di Ultima generazione la risposta repressiva della politica italiana è ben più sconcertante delle azioni di disobbedienza.
Ma ha anche ragione Gianfranco Pellegrino nel dubitare che azioni di un'avanguardia possano muovere il corpaccione di una maggioranza inerte e inebetita.
Manca, come ha rilevato Ferdinando Cotugno, la mediazione della rappresentanza politica.
In che modo le azioni di un'avanguardia possono essere efficaci di fronte a un problema che richiede cambiamenti di vasta scala del nostro modo di vivere? Questa domanda attraversa tutti i movimenti, di cui quello ecologista è l'ultimo in ordine di apparizione: dalle lotte di liberazione coloniale ai movimenti civili contro la discriminazione, dal femminismo sino alle battaglie più recenti peri diritti di gay, lesbiche e trans. Di fronte a questioni urgenti e sistemiche, i movimenti che talvolta violano la legge sembrano proporre fughe in avanti che non sempre vengono capite dalla maggioranza. Ma le azioni dimostrative nei musei o nei luoghi della politica nazionale sono azioni puramente simboliche per risvegliare la coscienza della maggioranza. Le iniziative solo apparentemente scandalose sono tutt'altro che radicali e problematiche in sé, poiché, almeno in Italia, non hanno portato a significativi danni a cose, né tanto meno a persone. Eppure, la gravità del problema potrebbe far ritenere necessarie azioni anche più eclatanti, come i sabotaggi invocati da Andreas Malm. Ma una serie di ricerche portate avanti da Erica Chenoweth sulla resistenza e disobbedienza civile ha dimostrato che i movimenti sociali più efficaci sono stati quelli non violenti e inclusivi. La pratica della non violenza non è solo più corretta moralmente, ma è anche più efficace, persino di fronte a regimi oppressivi, poiché riesce a includere il maggior numero di persone. Invece, i movimenti più settari e violenti non riescono a convertire chi sembra essere avvantaggiato dallo status quo. Come conciliare allora il bisogno di scuotere le coscienze con la necessità di una diffusione su larga scala? La sordità politica potrebbe portare acqua al mulino delle proteste mostrando l'assoluta sproporzione tra la natura sostanzialmente innocua della disobbedienza e le risposte feroci evocate dai politici di destra, si potrebbe scuotere il torpore della maggioranza In un mondo ideale non dovrebbe essere necessario rendere gli attivisti dei martiri ma, nella speranza che il risveglio avvenga prima della catastrofe definitiva, qualcuno potrebbe giocare anche questa carta
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