Tommaso incredulo? Ma che dite!
A questo incontro di Gesù con i suoi discepoli non c’era
Tommaso. Come mai Tommaso era assente? I discepoli erano nascosti per paura di
fare la stessa fine di Gesù. Tommaso non ha paura; Tommaso è colui che al
momento della risurrezione di Lazzaro aveva detto: “andiamo anche noi a morire
con lui”. Ecco perché Tommaso è chiamato “il gemello”, quello che più assomiglia
a Gesù. Tommaso non è presente e quando gli dicono che Gesù è apparso, lui non esprime
la sua incredulità, ma il disperato bisogno di credere. E lo fa con
quell’espressione: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto
il mio dito nel segno dei chiodi ... “, è l’equivalente dell’italiano, quando
di fronte ad una notizia, noi diciamo “Non ci posso credere! Non è possibile!” Non
stiamo negando il fatto, significa che è troppo bello. Otto giorni dopo, il
ritmo è quello della celebrazione eucaristica. E’ nell’eucaristia che Gesù si
fa presente e comunica il suo amore. Gesù si manifesta a Tommaso che si guarda
bene dal mettere il dito nelle piaghe di Gesù, ma prorompe nella più alta
professione di fede di tutti i vangeli. Gesù era stato descritto dall’inizio
del vangelo, come il Dio che nessuno aveva mai visto e che in lui si era
manifestato. Tommaso lo comprende, si rivolge a Gesù chiamandolo “Mio Signore e
mio Dio”. Il brano si conclude con una beatitudine. I credenti di tutti i tempi
non sono svantaggiati nei confronti di coloro che hanno fatto quest’esperienza,
ma addirittura avvantaggiati, perché hanno la beatitudine che non è stata detta
per i discepoli, “Quanti crederanno senza aver bisogno di vedere”, Gesù li
proclama “beati”. Quanti chiedono un segno da vedere per poter credere, Gesù li
invita a credere per essere loro segno che gli altri possono vedere. Questa è
la buona notizia di Gesù che la comunità dei discepoli è chiamata a portare.
Commenti
Posta un commento