Poi mi sono fatto una domanda: io Antonio Bruno ho pensato al mio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri?
Vittorio De Vitis
Antonio forse è più opportuno domandarsi se c'è qualche
Statista (la "S" maiuscola è, o dovrebbe, essere ovvia) in giro
piuttosto che un politico.🤔😥
Antonio Bruno
Vittorio De Vitis nella categoria politici sono ricompresi
gli statisti sia con la esse maiuscola che minuscola. Ho riflettuto anche su
questi e nessuno di loro, dalle notizie in mio possesso, risulta aver pensato
al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli
altri. Poi mi sono fatto una domanda: io Antonio Bruno ho pensato al mio
interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri?
Americo Pepe
La risposta è no
È nell'indole umana ed è gia tanto quando l'uomo pensa non
solo agli interessi personali.
Antonio Bruno
Caro Americo Pepe non è una questione biologica. È un
comportamento che deriva dalla cultura della competizione che è praticata dagli
umani dell'occidente. Una cultura che riguarda la quasi totalità della
popolazione. Allora mi chiedo se le persone che conquistano il potere in questa
cultura possano comportarsi come dicono le SARDINE. LE SARDINE nel loro
manifesto affermano che esistono politici che fanno il loro interesse personale
solo dopo aver fatto l'interesse di tutti gli altri. SOLO CHE NON FANNO I NOMI.
Americo Pepe
Se facessero i nomi potremmo sapere se è vero, ma,
indipendentemente dall'origine, è da quando ero piccolo che so che "prima
caritas e poi caritatis"
Talvolta si arriva anche a caritatem, ma non spesso.
Antonio Bruno
Caro Americo Pepe perché non fai tu i nomi di politici che
fanno il loro interesse personale solo dopo aver fatto l'interesse di tutti gli
altri?
Americo Pepe
Caro Antonio Bruno se devo dirti la verità la politica dei
politici non la seguo più.
Fare nomi non avrebbe senso, il sistema è questo da anni e
negli ultimi anni non è cambiato nonostante varie promesse e conseguenti
aspettative.
Ricordi il discorso di Craxi alla Camera?
Si alzi qualcuno e dimostri di essere fuori dal sistema.
Angl Angelo
Perché il mio interesse è sempre in conflitto con quello
degli altri? Perché le due cose non possono andare insieme? Cosa manca?
Caro Antonio, il mio essere in competizione, produce
conflitto perchè nessuno, nella nostra comunità nazionale antepone il BENE
COMUNE, il sentimento che fa di un branco (unito solo da un obiettivo, e
raggiunto quello buonanotte ai suonatori, o come si dice dalle nostre parti
"tanta carne a tutti") un gruppo coeso che, per condizione, sta
insieme e ha deciso quali sono i paletti da non superare, cosa è essenziale.
Una volta fatto questo, sul come raggiungere questi obiettivi, possiamo
dividerci, senza perdere di vista l'obiettivo principale: l'unità. Manca un
vero senso alla parola nazione, alla quale la sinistra ha sempre associato la
parola fascismo. Anche noi cattolici/liberali/democratici/democristiani non è
che abbiamo dato un significato profondo, anzi, ultimamente abbiamo abdicato
alla concezione di nazione e ci siamo accodati all'idea che aveva ed ha la
sinistra. Abbiamo bisogno di recuperare, e trasmettere alle future generazioni
il senso vero dello stare insieme.
Antonio Bruno
Caro Angl Angelo ecco finalmente le domande. Proverò a
risponderti in funzione delle emozioni che fanno emergere dentro di me.
Antonio Bruno
Caro Angel Angelo la tua prima domanda è la seguente:
Perché il mio interesse è sempre in conflitto con quello
degli altri?
Intanto perché non sono stato io a decidere di vivere
insieme agli altri, lo hanno fatto i miei antenati quando lo decisero. Nessuno
mi ha tramandato questo fatto che rappresenta la decisione da cui consegue il
resto.
Nei primi anni di vita, sino a quando non siamo arrivati ad
entrare in contatto con altri bambini abbiamo conosciuto la cultura della
collaborazione, ci siamo sentiti accolti, protetti, custoditi. Eravamo
legittimi e degli di rispetto senza dove fare nulla in cambio.
Poi è arrivato il tempo di entrare in contatto con gli altri
e, in alcune realtà famigliari, abbiamo dovuto competere per essere amati dalla
mamma e dal papà, in altre anche in presenza di altri fratelli e sorelle, non
abbiamo avuto alcuna carenza e quindi non siamo entrati in competizione con gli
altri membri della famiglia.
Infine quando abbiamo sperimentato le relazioni con altri
bambini e via via, sino a quelle con altri giovani ed adulti, abbiamo provato l’emozione
della scarsità dell’affetto, della considerazione, del riconoscimento come
persona desiderabile e apprezzata, del cibo, dei beni voluttuari e altro e, di conseguenza
siamo entrati in competizione con gli altri. Una carezza a me e a te nessuna
carezza, ed io ho la carezza perché ho fatto quello che mi ha chiesto la
persona che poi mi ha ricompensato con la carezza.
In queste dinamiche a seconda del grado di senso di scarsità
si sviluppano oltre alle dinamiche di esclusione non cruente anche vere e proprie
dinamiche violente.
Caro Angel Angelo le tue domande successive sono collegate e
specificamente sono:
Perché le due cose non possono andare insieme? Cosa manca?
Le due cose possono andare assieme se c’è rispetto reciproco
e riconoscimento di legittimità reciproca.
Le mie risposte distinguono dei comportamenti che sono
conseguenza della cultura della collaborazione che emerge una volta che
lasciamo cadere dalle mani la cultura della competizione.
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