San Cesario di Lecce - Conversazione sul ricorso al regolamento per l'assegnazione dei buoni spesa presentato al Prefetto



Noi cittadini, siccome siamo in una democrazia, invece di sottometterci ed essere ubbidienti a chi ha la responsabilità dell’amministrazione e gestione del Comune di San Cesario di Lecce, dobbiamo sentire la responsabilità di avere colloqui e conversazioni tra noi e con chi abbiamo prescelto con le elezioni, perché la conversazione e il dialogo sono l'unico modo per generare accordi. Se non ci sono conversazioni, non c'è democrazia. Il fatto che noi abbiamo votato alle elezioni non significa che soltanto per questo, viviamo nella democrazia.
Nella fattispecie pare che ci saranno dei ritardi nell’assegnazione dei buoni spesa alle persone in stato di disagio di San Cesario di Lecce, in conseguenza del fatto che alcuni prescelti, a cui abbiamo affidato la responsabilità del Comune, hanno fatto ricorso al Prefetto.
Le intenzioni non possono essere verificate mai, è scientificamente provato perché il sistema nervoso è chiuso. Quindi non è dato sapere nulla delle intenzioni dei prescelti che hanno fatto ricorso al Prefetto, così come non possiamo sapere nulla di quelle dei prescelti che hanno regolamentato la distribuzione dei buoni spesa.
Però possiamo osservare i comportamenti di entrambi e le conseguenze che hanno prodotto.
Sappiamo che il Governo si è affidato ai Comuni per distribuire, nel modo più rapido possibile e senza farraginosità burocratiche, questi buoni spesa di beni di prima necessità perché l’abbiamo sentito tutti nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte.
Quindi il criterio principe di questo intervento è fare in modo che i buoni spesa arrivino il più presto possibile alle persone che ne hanno bisogno.
Ciò premesso vediamo i comportamenti delle persone da noi prescelte con le elezioni e a cui abbiamo dato la responsabilità di tutto questo.
I prescelti si sono organizzati in due gruppi, uno dei quali più numeroso dell’altro.
Bene. Il gruppo più numeroso, ha predisposto un regolamento senza coinvolgere il gruppo meno numeroso, pur in presenza della richiesta di essere coinvolto da parte di quest’ultimo.
Il gruppo meno numeroso ha ritenuto di chiedere al Prefetto un intervento al fine di modificare questo regolamento.
Questi i fatti.
Io vi dico come mi regolo in tali circostanze. Prima di fare quello che desidero mi faccio una domanda che è questa: “se dirò o farò ciò che desidero dire o fare ci saranno conseguenze e danni per me o per le persone di cui ho la responsabilità o per entrambi?”
Considerato che, il criterio da tutti condiviso per questo intervento a favore delle persone bisognose, è quello della tempestività; nessuno dei due gruppi ha dimostrato di avere a cuore i cittadini beneficiari dei buoni spesa.
Premetto che è del tutto evidente che, se il gruppo più numeroso dei prescelti, avesse accettato la collaborazione di quello meno numeroso, si sarebbe giunti rapidamente alla definizione di criteri condivisi e conseguentemente alla distribuzione tempestiva dei buoni spesa.
La mancata collaborazione ha fatto prendere la decisione al gruppo meno numeroso, di ricorrere al Prefetto.
Io non conosco i criteri di assegnazione dei Buoni spesa, ma spero che i prescelti appartenenti al gruppo meno numeroso, abbiano preso la grave decisione di ricorrere al Prefetto, perché hanno ravvisato l’esistenza di gravi irregolarità che comportano la lesione dei diritti di cittadini di San Cesario di Lecce. Sapevano bene i componenti del gruppo meno numeroso che avrebbero determinato ritardi nell’assegnazione dei buoni spesa e perciò stesso un danno alle persone bisognose di San Cesario di Lecce. L’unica spiegazione del comportamento di questi prescelti è perché hanno sentito la responsabilità di dover evitare maggiori danni a chi sarebbe stato escluso in conseguenza dei criteri adottati.
Come cittadino faccio comunque presente che tutto ciò, sarebbe potuto essere tranquillamente evitato, se ci fosse stata collaborazione tra i prescelti, anche perché a tutti loro, nessuno escluso, abbiamo dato la responsabilità dell’amministrazione e gestione dei buoni spesa.

Antonio Bruno Ferro

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Pubblico un intervento che mi ha fatto pervenire il Dott. Giancarlo Ciricugno, sulla conflittualità tra i prescelti per l'amministrazione e gestione del Comune di San Cesario di Lecce

Buona lettura

La tempesta sanitaria che stiamo vivendo ci impone di restare a casa. Ma non ci obbliga al silenzio e tantomeno a rinunciare alla speranza che le Istituzioni affrontino l'emergenza con la partecipazione di quanti offrono il proprio contributo. Perciò non comprendo le ragioni del rifiuto alla collaborazione. Così come non condivido le aggressioni verbali per il coinvolgimento del Prefetto. Non è la prima volta che una minoranza ricorre al Prefetto qualora intraveda abusi nell'azione amministrativa. E i rappresentanti di lungo corso dell'attuale maggioranza dovrebbero saperlo, per averne, più volte, fatto ricorso. Anche io, durante la mia esperienza amministrativa, ho invocato l'intervento del Prefetto dinnanzi a comportamenti che ritenevo illegittimi. E spesso il Prefetto ha assicurato il suo intervento. Ma la complessità della materia suggerisce di tornare al nodo della questione sollevata dalla consigliera Del Cuore. Innanzitutto non apprezzo il clima di contrapposizione con cui, ai vari livelli, viene affrontata l'emergenza. È l'occasione di dimostrare che si governa la cosa pubblica nell'esclusivo interesse del popolo. E la via maestra è la ricerca della collaborazione tra i protagonisti in campo. Chi non ha interessi di parte non ha paura di condividere le scelte.  Il sereno confronto può solo migliorare un provvedimento, giammai impoverirlo. Ne scaturirebbero utili spunti di riflessione. Pertanto, mi auguro che maggioranza ed opposizione, in questa circostanza, mettano da parte ogni pregiudiziale contrapposizione e, ricerchino la sintesi per aiutare chi ne ha EFFETTIVAMENTE bisogno. Come, per esempio, la consegna di pasti caldi a favore di chi non è in grado, per vari motivi, a provvedere a sé stesso e l'inclusione tra i beneficiari di tutti gli immigrati indigenti presenti sul nostro territorio comunale.

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Un componente della Comunità - amicizia politica che fa riferimento alla prescelta Fabiana Del Cuore mi ha postato questo scritto che io vi propongo per la lettura.

È un momento triste.
Utilizzo questo mezzo e la mia pagina personale, sebbene avessi deciso di tacere per rispetto di tutti coloro che in questo periodo soffrono, per chiarire solo un aspetto.
Non vi fidate di chi distorce la realtà al solo scopo di alimentare le vostre paure.
Se ci saranno ritardi nell’erogazione dei buoni spesa, e mi auguro e prego che non ce ne siano, perché so quanto siano importanti per chi vive una condizione di fragilità economica, non sono imputabili al gruppo di minoranza.
Mi spiace dover ancora ritornare su questa questione, ma non possiamo però permettere che il veleno che qualcuno sta tentando di spargere quotidianamente, fomentando una tensione sociale che è già evidente, si ritorca sui più deboli.
Voglio sperare che gli scopi che muovono certe affermazioni non siano quelli di una propaganda elettorale anticipata, offensiva e inadeguata come coloro che se ne stanno rendendo attori.
Vi assicuro che la nostra richiesta di vigilanza al Prefetto è solo nell’esclusivo interesse di tutti coloro che ora vivono una condizione di disagio.
Ed anzi, vi dirò di più: nessuna ingerenza competeva all’organo politico, visto che l’ordinanza che ha assegnato i fondi demandava all’ufficio dei servizi sociali la definizione dei criteri per l’erogazione dei buoni.
La nostra piena fiducia va agli uffici comunali e al loro lavoro attento e infaticabile, nonostante non siano stati messi nelle condizioni di funzionamento ottimali.
Prova ne sia la mancanza di un’assistente sociale del Comune, proprio per volontà politica, nonché la presenza di indirizzi di Giunta vaghi ed imprecisi, che non fanno altro che ingenerare confusione ed allargare ingiustificatamente le maglie della platea dei beneficiari a discapito di chi effettivamente versa in una condizione di bisogno derivante dall’emergenza epidemiologica.
Allora, forse, sarebbe stato opportuno non formularli affatto, demandando l’integrale definizione dei criteri agli uffici dei servizi sociali, decisamente più affidabili.
Il periodo è molto buio, cerchiamo di non renderlo peggiore





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