Il Sindaco rende noto, ma non si rende conto


 


di Antonio Bruno Ferro

Filippo Ceccarelli, giornalista politico de "La Repubblica", è notissimo per il suo archivio di lavoro che ha donato alla Camera dei deputati.

Si tratta di una documentazione imponente sulla storia politica degli ultimi quarant'anni, anche nei suoi aspetti legati al costume e, in generale, alla vita dell'Italia contemporanea. L'archivio, completo di indice e composto di ritagli di stampa, agenzie, opuscoli e altro materiale di interesse giornalistico, comprende infatti 1.480 cartelline, ripartite in 334 raccoglitori, per uno sviluppo complessivo di 45 metri lineari. La raccolta costituisce uno dei più importanti complessi documentari di questo tipo, e potrà essere una fonte preziosa per gli storici e per tutti coloro che si interessano alla storia recente dell'Italia.

Una volta un amico mi riferiva che quando ricopriva l’incarico di Sindaco, per una sua superficiale esposizione di un provvedimento amministrativo, fu duramente dileggiato dall’oppositore che aveva sconfitto alle elezioni che  per tutto il tempo del suo intervento nell’aula Consiliare affermava: “Il Sindaco rende noto, ma non si rende conto”.

In effetti alcune cose noi non le vediamo. Per l’amor di Dio, non dico che a non vedere le cose sia solo il mio amico che fece il Sindaco e Ceccarelli, di cui vi spiegherò il perché, ma capita anche a me di non vedere cose che sono evidenti. Accade sempre quando ho delle certezze, quando non ascolto, quando sono sicuro che ciò che io affermo sia oggettivo, che io sia il possessore della verità rivelatami da non so quale divinità.

Ho letto ciò che ha scritto Ceccarelli oggi 3 febbraio 2021 su “La Repubblica”. Ceccarelli, dopo aver raccolto tutto quello che si poteva conservare, in un archivio, si meraviglia dei dispetti che si fanno i politici di oggi e li appella con un essere infantili, anzi, con l’essere proprio dei bambini. Lui rimpiange i politici adulti di quarant’anni fa a cui accomuna il solo Presidente della Repubblica e il Presidente incaricato.

Tutto il resto della compagnia per lui è fatta da bambini viziati e dispettosi che quando giocavano al calcio e stavano per perdere una partita, se ne andavano a casa prima della fine, portando con sé il pallone.

Certamente questa ansia di conquistare il potere, da parte di chi compete per ottenerlo, c’è sempre stata. Magari c’era l’ipocrisia di chi bramava di averlo, ostentando una finta indifferenza. Ma l’ansia della conquista del potere c’è sempre stata. Se Ceccarelli prima di scrivere questo articolo, che potete leggere di seguito, avesse dato uno sguardo al suo archivio, che ahimè non possiede più perché l’ha donato alla Camera dei Deputati, sicuramente oltre a rendere noto a tutti i suoi lettori, che i politici di oggi sembrano bambini che si occupano solo di conquistare il potere, si sarebbe nello stesso tempo reso conto, che anche tutte quante le altre persone che hanno desiderato il potere, sin da quando lo stesso fu istituito, e soprattutto quelle degli ultimi 40 anni che sono presenti negli articoli del suo archivio, facevano esattamente le stesse cose che fanno questi qui di oggi.

Ma ahimè Ceccarelli invece ha reso noto, ma non si è reso conto.

Antonio Bruno Ferro

 


 

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