Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone
realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
di Antonio Bruno
Sono rimasto molto sorpreso quando ho riscontrato una
valanga di gradimento per delle descrizioni contenute nel brano scritto e
cantato dal nostro concittadino Enzo Marenaci e pubblicato ieri sul suo profilo
Facebook.
A scanso di equivoci voglio precisare che, nelle mie
osservazioni durante la frequentazione dei luoghi piazza reale e virtuale, che
sono quelli della nostra convivenza sociale, non ho mai riscontrato i
comportamenti descritti da Enzo nella canzone di cui è autore.
La piazza di San Cesario di Lecce dal 1990 è stata
interessata dalla riduzione graduale della presenza dei cittadini sancesariani,
in questi ultimi anni la situazione è precipitata al punto che i cittadini
sembrano quasi siano scomparsi del tutto. Tale comportamento dei cittadini si San
Cesario di Lecce è stato più volte fatto presente nel gruppo di Cronache da
cittadine e cittadini.
In compenso la piazza virtuale dei Social network, tra cui
questa di Facebook, si è via via riempita interessando un po’ tutte le età.
Riporto qui di seguito, le descrizioni contenute nella
canzone di Enzo Marenaci. Il testo della canzone dice più o meno quanto segue.
“Quant’è bella la piazza, è vero, tu hai ragione! Ma la
gente che la frequenta ha un’ossessione. Queste persone, tutti uomini, sono
tradite in continuazione dalla propria moglie o compagna che si intrattiene con
altri uomini a loro insaputa.
Inoltre questa gente se ti prende di mira, ti perseguita
ed è difficile sfuggire alla loro morsa.
Il padre consiglia al figlio di stare lontano dalla piazza,
perché in quel luogo si dicono parole in libertà, senza alcun freno come accade
per il vento. Queste persone che stanno in piazza (nu fannu auru ca malangare)
interpretano ogni comportamento degli altri con malignità; fanno e confidano
alle altre persone presenti in piazza supposizioni maligne circa le azioni ed i
comportamenti delle altre persone vedendo, o cercando di trovare, il male anche
dove non c’è. In definitiva queste persone, attraverso mormorazioni e
pettegolezzi, calunniano e denigrano le altre persone.
Tutto questo fatto da persone definite lingue biforcute
nella cui abitazione e famiglia imperversa la guerra.
Queste persone che calunniano e denigrano sono ben
riconoscibili, sempre gli stessi, non cambiano mai il posto in cui si
incontrano in piazza, sono pettegoli di paese brutti, arrabbiati e selvatici.
Li capisci subito perché hanno scritto in faccia, perché
parlano alle spalle della persona che è stato con loro sino a quel momento e
che poi se n’è andato.
Inoltre queste persone maligne sono note a tutti gli
altri che si ricordano che facevano così già da quando erano bambini, sono
persone piene di cattiveria nel profondo del loro cuore. Sono persone convinte
di essere migliori di tutti quanti gli altri, in genere frequentano le
processioni girando le vie del paese e non lo fanno per la loro fede religiosa
ma per approfittare dell’occasione per calunniare e denigrare tutti gli altri.
Queste persone girano come le trottole e continuano a
calunniare a denigrare tutti, anche se in piazza arriva il Sindaco continuano
in questo mormorare e pettegolare perché sono persone che vantano in presenza
di altre persone importanza e ricchezze.
Inoltre siccome queste persone sono in piazza non hanno
idea di quello che accade nelle loro case. E siccome queste persone malvage
hanno le lingue di una vipera è bene che sappiano che mentre sono in piazza in
casa loro le loro mogli sono a letto con i loro compari.”
Al di la delle mie osservazioni che non possono dare alcun
riscontro a quanto affermato nella canzone, mi ha colpito che moltissime
sancesariane e sancesariani abbiano invece riscontrato i comportamenti
descritti nella descrizione di Enzo Marenaci.
Ciò mi ha fatto dedurre che le persone che hanno manifestato
il loro gradimento abbiano ben presenti chi siano queste persone che calunniano
e denigrano. Ciò significa che ognuno di loro sa che sono stati altri a
calunniare e denigrare.
In definitiva esiste una folta schiera di persone rispettose
e una sparuta minoranza di persone che calunniano e denigrano.
Se ciò fosse vero, si tratterebbe di ricorrere a quanto
previsto dal nostro ordinamento, per difendere il nostro buon nome e la nostra
immagine pubblica.
Non mi risulta che ciò sia mai avvenuto.
Ma se invece queste persone, a detta di Enzo Marenaci sempre
gli stessi conosciuti da tutti si da quando erano bambini, avessero un nome e
un cognome, queste generalità andrebbero fornite alle autorità preposte al fine
di intervenire per mettere fine a calunnie e denigrazioni gratuite.
Ecco io vorrei che l’autore, come accade per i film, alla
fine della canzone dicesse “Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a
persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.”
Questo perché l’opera musicale, in questo caso la canzone di
Enzo Marenaci, è pur sempre il frutto della sua attività creativa, giacché i
“canoni della narrazione musicale attraverso le canzoni comportano
necessariamente una rielaborazione delle vicende narrate secondo le forme dello
spettacolo musicale. Ma l’intervento rielaborativo non può spingersi fino al
punto di alterare la verità dei fatti inseriti nel testo della canzone.
Commenti
Posta un commento