Enzo Marenaci da oggi su Cronache del paese più bello del Mondo

Questa mattina ho incontrato Enzo Marenaci, gli ho chiesto se potevo pubblicare i suoi pezzi su Cronache del paese più bello del Mondo. Lui mi ha detto che lo fa perchè si diverte, io gli ho detto che anch'io lo faccio perchè mi diverto. C'è una convergenza tra me ed Enzo in tema di divertimento!
Buona lettura
Antonio Bruno

Enzo Marenaci scrive per passione e per diletto. Prima i suoi scritti li conservava nel cassetto, ora li affida alla Rete dove è molto attivo sui social. Vive a San Cesario di Lecce, è un chitarrista-cantastorie ed è impegnato nel sociale. Per La Voce cura la rubrica «Da paise a paise, il Salento coast to coast».

Al Festival del Cinema di Venezia sono bastati due “piccioni” per far passare il cinema in secondo piano; come organizzare la sagra delle melanzane e dei peperoni e trovare solo “fiche”.
Oltre ogni metafora, però, ogni volta che l’oggetto della discussione diventa la donna e lo sfruttamento del corpo femminile il dibattito vira su posizioni oltranziste, tutte ben fornite da luoghi comuni femministi in alcuni e maschilisti in altri.
Ma una cosa è certa, ogni pensiero espresso su questo tema ha in sé un retro pensiero goffamente celato da linguaggi concilianti, per questo mi è venuto alla mente un vecchio post che qui vi ripropongo:


MALETETTU T9
C’è chi ha con il proprio corpo un buon rapporto e in virtù di questo, aggiungo giustamente, lo esalta sui propri profili, con pose conturbanti, vestiti succinti e boccucce seminatrici di baci.
In genere hanno successo in fatto di Like, anche quando l’avvenente Marilyn Monroe de’ noantri somiglia più a Tina Pica e il brillantinato Rodolfo Valentino 2.0 somiglia più ad Alvaro Vitali.
Il maggior successo però è riscosso da quelli femminili in abiti succinti e pose conturbanti, su questi scatta una certa discrasia fra quello che il cervello pensa e quello che la mano scrive, tanto alla fine è sempre colpa del T9, maletettu T9
MASCHILE VERSIONE CORRETTA DAL T9
“Sei bellissima, ma i tuoi occhi esprimono tutta la tua bellezza interiore”.
MASCHILE ORIGINALE
“Ce si bona. Ci me ccappai sutta le manu mei, sape ce te facìa passare”.
FEMMINILE VERSIONE CORRETTA DAL T9
“Amica mia, sei sempre stata bella, fin dai tempi della scuola, e con il passare degli anni sei sempre più bella.
Ti voglio bene”.
FEMMINILE ORIGINALE
“Ci cu te vegna toccu, ieu m’aggiu ntunmata comu na balena e tie te piensi ci cazza sinti, scema e vanitosa, te quandu scìamu alle scole. Ti odio.”
MASCHILE VERSIONE CORRETTA DAL T9
“la tua eleganza e il tuo sorriso evidenziano la tua onestà d’animo”.
MASCHILE ORIGINALE
“Sape le corne ca tene marituta”.

Non sempre però, eh….
Enzo Marenaci

IL RONDO’ POLITICO
Amo le rotatorie cittadine, soprattutto negli orari di punta del traffico, quelle rotatorie con tanti accessi, per ogni accesso ti basta osservare l’approccio dell’automobilista per determinare le sue idee politiche:

Automobilista a 5 stelle
Lui non supera la linea orizzontale, fermo lì, in attesa che nel rondò non vi siano automobili, “te retu sonanu” ma lui rispetta le regole, impassibile, non si fa condizionare dai pecoroni che suonano, “nu se ‘mpizza cullu musu” per non rischiare che a farlo passare sia uno che non fa parte del Movimento. Lui è contro l’inquinamento ma “camina con una “Unu te l’86 a benzina” che emette più monossido di carbonio di Cerano, la usa per andare pure “alla puteca per comprare la spicanarda” ma compra la spicanarda a km.0 con grano da agricoltura biodinamica. In genere ha due CD in macchina, uno della Mannoia e uno di Bennato, perché non vanno più alle feste de l’Unità, hanno distrutto tutti gli altri CD dei cantanti che continuano a cantare alle feste de l’Unità.

Automobilista Piddino
Lui arriva all’imbocco della rotatoria e “trase te bellu”, con arroganza e prepotenza, lui va sempre di fretta, in genere “nu tene nienzi te fare” ma non può dimostrarlo, deve correre perché la società cambia repentinamente e richiede sempre maggiore celerità nelle decisioni. Lui non è prepotente, solo che la società ha bisogno di lui e delle sue competenze per cui gli altri devono fargli spazio. Lui è quasi sempre al telefono, a volte gli squilla il telefonino mentre sta facendo finta di telefonare. Se qualcuno “ni castima li morti” per il suo ingresso in rotatoria lui lo tratta con supponenza definendolo uno sfigato rosicone che non ha nulla da fare. In genere la sua macchina è una “unu te l’86” perché la macchina buona è perennemente al meccanico, adesivo immancabile, dietro, del locale Gibò di Novaglie, dove “nu è mai sciutu” ma fa tendenza.

Automobilista Moderato
Lui arriva all’imbocco della rotatoria e si inserisce con moderazione, arrivato ad un certo punto si ferma e non passa fino a che non viene autorizzato dall’altro automobilista per passare, ha bisogno di essere sempre riconoscente a qualcuno, non sia mai che possa apparire un radicale di sinistra, la sua macchina è una “Unu te l’86” ma è come nuova, in vent’anni ha percorso ventimila kilometri casa, ufficio e ritorno e una volta alla settimana all’auto lavaggio. È facilmente riconoscibile dal rosario appeso allo specchietto retrovisore e dalla calamita sul cruscotto “S.S. Medici proteggetemi”.

Automobilista fascio leghista
Banale, ma è il più facile da riconoscere. Lui fa passare tutti gli italiani e appena vede in rotatoria una Ford Escort station wagon “cu li fierri te la baracca” sull’auto e otto ragazzi senegalesi in macchina, entra in rotatoria non prima di gridare dal finestrino aperto: “prima gli italiani, niuri te mberda”. In genere la sua macchina è una “Unu te l’86”, nera, turbo ad iniezione, con l’adesivo, dietro, bebé a bordo per la sicurezza del figlioletto e con la moglie accanto che il figlio piccolo ce l’ha sulle gambe, sul sedile anteriore che se frena “tuttu te paru” a Manduria “lu striu rriva a Sava”, ma tene l’adesivo ed è italiano.

Ma una volta entrati nel rondò le loro differenze si annullano, sembrano tutti uguali, sono eccitati di essere in quella zona franca dove hai sempre la precedenza, girerebbero tutto il giorno, vorrebbero non uscire più, lo stato di eccitazione è tale che si salutano addirittura fra di loro, insomma il rondò cittadino mi assomiglia sempre di più al Parlamento.
Magari sognano di non avere più la “Unu te l’86”.

Enzo Marenaci
 



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