Pendolo
L'energia mentale è materiale, ed essa non scompare senza
lasciare traccia. Quando dei gruppi di
persone cominciano a pensare in una stessa direzione, le loro "onde
mentali" si sovrappongono e nell'oceano di energia si creano delle
strutture energetiche d'informazione invisibili ma reali: i pendoli. Queste
strutture cominciano a svilupparsi in modo autonomo e a sottomettere le persone
alle loro leggi. Una persona, capitata sotto l'influenza di un pendolo
distruttivo, perde la libertà ed è costretta a diventare un ingranaggio di un
grande meccanismo.
Il pendolo "oscilla" con tanto più vigore quanto
maggiore è il numero di persone — sostenitori — che lo nutre della sua energia.
Per esempio, ci si può spingere in altalena solo applicando delle spinte di una
determinata frequenza. Questa frequenza si chiama risonanza. Se la quantità di
sostenitori del pendolo diminuisce, le sue oscillazioni si smorzano. Quando non
rimangono più sostenitori, il pendolo si ferma e, come entità, muore.
Per estrarre da una
persona la sua energia, i pendoli si afferrano ai suoi sentimenti e alle sue
reazioni: insoddisfazione, indignazione, odio, irritazione, ansia, agitazione,
abbattimento, sgomento, disperazione, panico, compassione, attaccamento,
ammirazione, commozione, idealizzazione, venerazione, entusiasmo, delusione,
orgoglio, boria, disprezzo, ripugnanza, offesa, senso del dovere, senso di
colpa, eccetera.
Il pericolo maggiore per
una persona che si è lasciata influenzare da un pendolo distruttivo sta nel
fatto che quest'ultimo allontana la sua vittima dalle linee della vita dove
essa può trovare la sua fortuna. Occorre liberarsi dai fini imposti,
lottando per i quali l'uomo si allontana sempre di più dal suo cammino.
Il pendolo, nella sua sostanza, è un "egregor"(*),
ma questa definizione non è pienamente esauriente. Il concetto di
"egregor" non riflette l'intero spettro delle sfumature delle
relazioni che intercorrono tra l'uomo e dette entità energetiche
d'informazione.
(*) La spiegazione di "egregor" è data in nota al
secondo capitolo, paragrafo "I pendoli distruttivi".
Commenti
Posta un commento