Il tiranno restò solo




Stavo andando in piazza a San Cesario di Lecce, lui stava rientrando a casa, era sull'altro alto della strada. Mi vede, lo saluto, mi saluta e poi mi raggiunge sul marciapiede del lato opposto. “Perché non vieni agli incontri in quella stanza di quella via?” gli dico. E lui “Ma che dici? Mi ha chiamato ma gliel'ho detto, sono un vecchio comunista, un dinosauro, non c’entro nulla, mi sento davvero fuori luogo e fuori tempo” ed io che gli dico che non è il caso di prendere tutto troppo sul serio, che bisognava semplicemente dare il proprio contributo, “Guarda che non è solo per l’impegno nel nostro paesello, non sono interessato nemmeno a quello che accade in Italia, sono davvero stufo, non ce la faccio a reggere quello che ascolto. Speriamo che Renzi faccia la NUOVA DC e che finalmente ci possa essere la casa comune per quelli di sinistra come me”.
Sarà successo una ventina di giorni fa, ma la separazione per "stare tra di noi" tra i nostalgici di quella società divisiva del dopoguerra, non finiscono, ci sperano ancora, ci sperano sempre. Rottamati e rottamatori, tutti assieme, ripropongono le vecchie divisioni, sperano di sfangare come dopo il fascismo, facendo i cerchi magici.
Tutto questo è il frutto della cultura Patriarcale, quella dell’esclusione, del dominio. Perché l’illusione che “fatto fuori” quello che non la pensa come me, finalmente potrò fare il bene di tutti, non scompare. Perchè se non siamo riusciti a decollare è per colpa dei gialli, dei verdi, dei rossi o dei neri, a seconda del club a cui uno è iscritto e tifoso.
E tutti sappiamo che a furia di fare fuori tutti, il tiranno restò solo.
A quando la cultura Matriztica della collaborazione?

Antonio Bruno Ferro

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