Inno alla guerra di Chiara
Oggi a Lecce nell’Open Space di palazzo Carafa la
presentazione del libro di Chiara Giannini “Come la sabbia di Herat”, edizioni
Altaforte di Roma, 2018, 176 pagine, con la prefazione di Alessandro Sallusti
Oggi ho ascoltato il racconto della vita di Chiara Giannini
di Livorno, la storia dei suoi amori finiti, del suo tumore al seno,
dell’attentato in Afghanistan dei soldati italiani morti in quella bellissima
terra, della sua professione di giornalista di guerra.
La vita e il Mondo di Chiara davanti ai miei occhi
attraverso le sue parole, le sue espressioni, i suoi sguardi di donna in
guerra, gli stessi sguardi che potrebbero averla trasformata in una vera e
propria guerriera .
Una donna che è in guerra parla e scrive della guerra, di
quello che significa per lei, delle ragioni della guerra, delle buone ragioni
per dichiarare guerra al nemico. Già delle ragioni.
Sarebbe stato interessante sapere delle emozioni di Chiara,
una donna che decide di essere in guerra. Perché le sue emozioni sono
importanti e costituiscono il punto di partenza dei suoi amori finiti, delle
sue partenze e dei suoi ritorni e del suo scrivere.
Lei la racconta quell’emozione che è arrivata parlando con
la sua amica a cui era morto in Afghanistan il figlio Davide. Mentre Chiara le
diceva che sarebbe tornata restituendole parte del cuore di suo figlio, dal
cielo arrivò proprio tra di loro un uovo blu, e lei, in quello stesso istante,
guardando in alto, riuscì a distinguere quella nuvola a forma di cuore di cui
conserva ancora la foto.
Chiara è venuta al Mondo nella fiducia di essere amata,
accudita, protetta, difesa e accolta proprio come me e come te che mi stai
leggendo; esattamente come tutte le persone che vengono al Mondo in questo
Pianeta sperduto nell’Universo.
Inno alla guerra era il titolo che Chiara avrebbe voluto
dare a questo libro che invece si intitola “Come la sabbia di Herat”, edizioni
Altaforte di Roma, 2018, 176 pagine, con la prefazione di Alessandro Sallusti.
Mio padre quando storcevo il naso per un compito che dovevo fare, mi diceva:
“Antonio, fai di necessità virtù” , e questo ha fatto Chiara che, nella
copertina del suo libro è in divisa, proprio come un bravo soldato impegnato in
una delle migliaia di guerre in corso nel mondo mentre io scrivo e voi leggete
le mie parole.
Quando uno degli spettatori della presentazione di oggi a
Lecce nell’Open Space di Palazzo Carafa ha chiesto a Chiara se avesse chiuso
per sempre le porte a una relazione con un uomo, lei ha risposto dicendo che
non poteva escluderlo. Non poteva escludere che in futuro ci poteva essere,
anche per lei, l’amore per sempre, anche se uno dei suoi amori finiti, quando
lei gli comunicò che aveva deciso di lasciarlo, la prese a calci nella pancia e
dopo questa storia che l’ha vista vittima della violenza di un uomo, un altro
suo ex fidanzato continua ad essere suo amico, rassicurando tutti noi che era
possibile avere un rapporto con uomo, dopo esserci stata assieme.
Tutti noi veniamo al Mondo nella fiducia di essere protetti,
nutriti e accolti, anche Chiara è venuta al Mondo così. Ma poi veniamo traditi,
ci accorgiamo che la nostra fiducia è stata mal riposta, e diveniamo dubbiosi,
guardinghi, sulla difensiva, disposti a usare la violenza per difenderci o per
difendere le persone che amiamo oppure ciò che possediamo.
Chiara l’ha detto che le guerre che si stanno facendo nel
Mondo hanno un unico Dio: il Dio denaro, che è la sintesi di tutto quello che
ci rimane quando ci viene negato l’amore.
In queste contraddizioni si dipana il racconto degli inviati
di guerra e quindi anche quello di Chiara che avrebbe voluto che il suo libro
fosse un vero e proprio Inno alla Violenza.
Invece è un libro che parla delle persone tradite, a cui è
stato tolto l’amore e che per questo difendono con la violenza quello che gli
rimane.
Antonio Bruno Ferro
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