Che Paese Italia vogliamo?


Stasera a Lecce presso le Officine Cantelmo Filippo Ceccarelli ha presentato "Invano. Il potere in Italia da De Gasperi a questi qua" (Feltrinelli). Il giornalista de la Repubblica, che ha donato il suo sterminato archivio sulla politica italiana alla Biblioteca della Camera dei Deputati, ha dialogato con Roberto Cotroneo e il simpatico Pierpaolo Lala.
L’ho ascoltato con attenzione, Filippo Ceccarelli e lui non ha nascosto la nostalgia per l’Italia dei partiti venuti fuori dalla guerra, dopo il fascismo. Poi l’ho osservato mentre rotolava parole che partivano da allora per arrivare ad oggi, senza che io sia riuscito a cogliere nessuna distinzione tra ora ed allora.
Certo lui ha snocciolato tutta una serie di distinzioni di stile, di comportamenti, ma non io non sono riuscito ad osservare una distinzione nella cultura che informa ora come allora il potere, perché ora come allora, a farla da padrona è stata sempre la cultura che chiede ubbidienza e sottomissione.
Dal dopoguerra ai giorni nostri non è cambiato ciò che chiedevano e chiedono ai sudditi le oligarchie che in Italia hanno preso il potere dopo l’esperienza del fascismo.
E’ questa cultura che viene dai partiti che può essere cambiata, è solo una questione di desiderio. Basta che lo desideriamo e possiamo essere tutti insieme impegnati in conversazioni per un progetto comune. La domande è: che Paese Italia vogliamo?
Antonio Bruno Ferro

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