Riflessioni sull'articolo di Matteo Fago, Left 3 gennaio 2020






“Da ultimo vorrei dire ai politici di sinistra che
stanno leggendo queste righe una considerazione molto semplice:
non si può avere lo stesso pensiero della destra sulla natura umana!
Perché se è così è ovvio che vinceranno sempre loro nella misura
in cui le politiche di destra sono coerenti con una visione dell’essere
umano naturalmente violento.”
Matteo Fago, Left 3 gennaio 2020

Gentilissimo dott. Matteo Fago,
ho appena finito di leggere il suo articolo “La nascita della sinistra” pubblicato su LEFT del 3 gennaio 2020. Nel suo scritto lei, sostiene che le forze politiche a destra come a sinistra e, aggiungo io, al centro, in basso, in alto e a mezz’aria, descrivono l’essere umano come persona violenta per natura.
Siccome il popolo non esiste ma esiste il singolo, se partiamo dalla condizione che lo stesso sia violento per natura, non potremo che elaborare delle politiche per governare l’esistenza sociale di persone violente.
Queste politiche con al centro la persona violenta per natura, sono state e sono tuttora portate avanti da tutte le forze politiche, movimenti e associazioni e si distinguono tra loro per le diverse intensità di dominio che dicono di voler esercitare sull’individuo e, conseguentemente, sulla diversa intensità di sottomissione e ubbidienza che richiedono all’individuo stesso.
Le faccio notare che se come lei afferma e che io ho avuto modo di riscontrare nei miei studi e osservazioni, la “credenza” secondo la quale l’individuo sia violento per natura, è priva di qualunque fondamento, tutte le politiche di tutti i partiti e movimenti sono fondate sul potere esercitato come dominio per ottenere ubbidienza e sottomissione, escludendo la persona. Nelle loro politiche tutti i rappresentanti eletti, a qualunque partito o movimento appartengano, escludono la persona che non appartiene alla “loro parte politica” perché hanno come unica finalità la conquista del potere sostenuta dal manipolo di donne e uomini che sono nel loro recinto o perimetro appositamente costruito per questa finalità.
È ciò che accade in campo economico con il neoliberismo su cui si fonda la finanza e il capitalismo globale che esclude la persona e il suo benessere, avendo come unica finalità quella di ottenere il massimo profitto.
Ciò premesso mi permetto di fare un passaggio sulla nascita della politica scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l'organizzazione, l'amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica.
Non c’è alcun bisogno che nasca un partito, non ne sento la necessità, c’è però bisogno che nasca la politica per la persona umana che è per natura collaborativa come peraltro hanno confermato tutti gli autori che Lei ha citato nel suo articolo.
Ma se, come io auspico, è opportuna, se non necessaria e urgente, la nascita della politica per la persona umana, ciò non può avvenire solo per alcune persone, e meno che mai in termini di persona contro persona. Sarebbe una contraddizione con tutto ciò che ha scritto nel suo pezzo. Non è di alcuna utilità che si fondi un partito che abbia una politica per la persona umana che per natura collabora con tutti per conquistare il potere ed escludere il partito che ha una politica per la persona per natura violenta. Nel momento attuale si tratterebbe di un nuovo partito o movimento che, per conquistare il potere, dovrebbe escludere tutti i partiti e movimenti presenti oggi in Parlamento e anche fuori dal Parlamento.
Se lei chiede lo studio di una politica per la persona per natura buona per “vincere” i partiti che hanno politiche per la persona per natura violenta e conquistare il potere, di fatto sta proponendo nuovamente una “esclusione” identica a quella che si opera oggi.
Spero che persone come Lei contribuiscano a far desiderare l’abbandono della cultura della competizione, per fare emergere la cultura della collaborazione, che appunto prevede persone che conversano, al fine di ottenere un progetto comune, che i tecnici dello Stato e degli Enti di grado inferiore, realizzeranno per l’ottenimento del benessere nella nostra esistenza sociale.
Approfitto dell’occasione per salutarLa con la più viva cordialità
Antonio Bruno Ferro


La nascita
della sinistra
Per creare la sinistra che non è mai
esistita è necessario che la politica faccia
ricerca. Che studi e comprenda la realtà
umana per quella che veramente è.
E non per quella che chi gestisce
un potere vuole che si creda che sia

di Matteo Fago
La ricostruzione della sinistra, questa attività
che ormai in tanti danno per essere qualcosa
di inutile, legato ad una idea utopica
di società, è qualcosa che forse va chiamata
in un altro modo. Si tratta in realtà della
costruzione ex novo e non di ricostruzione di qualcosa.
Va infatti pensato che la sinistra, con le sue
varie e diversissime forme in cui si è manifestata nel
corso di oltre due secoli, sia qualcosa che in realtà
deve ancora nascere. I due secoli sono chiaramente
quelli che iniziano con la Rivoluzione francese e con
il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali.
Quelli che oggi nessuno (o quasi nessuno) si sogna
di mettere in discussione, almeno in principio.
In particolare, la libertà e l’uguaglianza che sono a
fondamento dei diritti universali dell’essere umano
che a loro volta sono a fondamento delle carte costituzionali
di gran parte dei Paesi del mondo. Va però
compreso che quelle due parole, da sole, non sono
sufficienti ad affermare un diritto. Perché non spiegano
su cosa si fonda quel diritto e quale sostanza
esso abbia, di cosa sia in realtà fatto.
Sicuramente c’è nella Rivoluzione francese e nei
principi che porta un’universalità che prima non c’era,
quando afferma che quei diritti riguardano tutti
gli uomini. Peccato che, appunto, quelle affermazioni
avessero dimenticato le donne e i bambini… e
riguardassero soltanto gli uomini, intesi come esseri
umani di sesso maschile. L’universalismo del diritto
era basato sull’idea che ci fosse una caratteristica comune
a tutti gli uomini che però non era sviluppata
nelle donne e nei bambini. Questa caratteristica sarebbe
la ragione. Allora così come ciò che faceva i
cittadini romani uguali tra loro e più uguali di quelli
che erano schiavi era per l’appunto essere civis romanus,
allo stesso modo ciò che farebbe uguali tra
loro tutti gli esseri umani sarebbe la ragione.
Chi non ha quella caratteristica
comune non è uguale agli altri,
è di fatto un essere sicuramente
inferiore che come tale può essere
trattato. La logica porta con sé che
non essendo veramente un essere
esso è di fatto un non essere. Non
esiste infatti compromesso per la
ragione. L’uguaglianza tra pochi
pari ha come conseguenza che la
libertà è qualcosa di riservato solo
alla élite degli uguali. Non ha senso pensare ad una
libertà per gli altri, perché essi in realtà non sono.
Nel corso del XIX secolo, la grande rivoluzione portata
dalle idee della Rivoluzione francese nella forma
degli Stati e nel riconoscimento di nuovi diritti
dove non ce n’erano e contemporaneamente l’impetuoso
sviluppo delle economie in conseguenza
delle innovazioni portate dalle straordinarie scoperte
scientifiche da Newton in poi, determinano un
generale aumento del benessere e la formazione di
quella che si sarebbe poi chiamata la classe media.
Ma accanto a questo sviluppo c’è anche la comparsa
della classe operaia. Enormi quantità di persone si
spostano dalle campagne alle città, che diventano
sempre più grandi, attirate dalla possibilità di maggiore
guadagno che nel lavoro dei campi ma anche,
evidentemente, dall’idea di un futuro diverso, di un
miglioramento delle proprie condizioni di vita. È
in questo periodo che si sviluppano le idee che poi
diventeranno fondanti per la sinistra attuale.
Sono idee che si sviluppano come opposizione a
ingiustizie evidenti, a negazioni di quei principi di
libertà e uguaglianza affermati, seppur con tutti i
limiti detti prima, dalla Rivoluzione francese.
Opposizione ad una universalità affermata ma non
rispettata veramente. L’analisi politica, la ricerca di
strumenti per opporsi, lavora sugli aspetti economici
e dimentica che l’universalità dei diritti di libertà
e uguaglianza della Rivoluzione francese era basata
sulla universalità della ragione, su una cosa che
sarebbe caratteristica esclusiva dell’essere umano e
comune a tutti.
In altre parole, la base della Rivoluzione francese,
del suo straordinario successo, era prima di tutto
un’idea di essere umano. La società, che poi è quella
in cui noi tutti viviamo tutt’oggi, è conseguenza di
quell’idea di essere umano. Io credo che il grande
errore sia non aver compreso questo. È necessario
prima avere un’idea di essere umano, di quale è la
verità della sua realtà.
Solo in conseguenza di questo è
possibile pensare ad un modello
di società diverso.
È facile vedere che le forze politiche
di destra hanno una visione
dell’essere umano come violento
e sopraffattore. Quella sarebbe la
natura umana e la politica quindi
deve prendere atto di questa natura
e agire coerentemente.
Si potrebbe quindi ingenuamente pensare che le
forze politiche di sinistra non la pensino così, che
pensino ad una realtà umana che sia al fondo buona.
In realtà non è così. Purtroppo, il pensiero di
sinistra non ha compreso questo passaggio fondamentale
e si è lasciato ingannare sul pensiero sulla
natura umana. Infatti, anche a Sinistra si pensa ad
una realtà umana che al fondo sarebbe cattiva e il
cui unico scopo sarebbe quello di sfruttare e sopraffare
gli altri.
Se questo è il pensiero sull’essere umano, l’uguaglianza
sarebbe qualcosa che in realtà non esiste ma
che va costruito. Qualcosa di artificiale di cui lo stato
è garante.
E il motivo è debolissimo: perché sarebbe più giusto
così. L’uguaglianza diventa così una cosa astratta
che non avrebbe in realtà alcun fondamento. Non si
capisce da cosa deriverebbe l’uguaglianza.
E questo può portare (e ha portato) alle distorsioni
estreme delle giacchette grigie, per cui saremmo
uguali solo quando vivremo tutti vite materialmente
uguali…
Tornando al punto di partenza è allora evidente cosa
sia necessario fare per costruire la sinistra. È necessario
prima di tutto comprendere la realtà umana.
Come essa si forma, come si sviluppa e quale sia il
suo scopo. Dobbiamo iniziare comprendendo che
ciò che fa l’essere umano diverso dagli animali non
è la ragione. Se definiamo infatti la ragione come
ciò che serve per l’utile e la sopravvivenza, tutto ciò
che permette all’individuo di affermare la propria
esistenza nel mondo, è banale osservare che l’essere
umano ha delle caratteristiche che non sono ragione
in quanto non servono per l’utile e la sopravvivenza.
Bisogna quindi considerare anche questa realtà in
ciò che fa l’essere degli esseri umani e non soltanto
la ragione. Per far questo bisogna prima liberare il
proprio pensiero da tante idee che la nostra società
e la nostra cultura considera come assolute e incontestabili.
Bisogna fare ricerca sulla realtà umana.
Una ricerca che la politica e i politici non fanno
mai. Il pensiero politico sugli esseri umani non
può esaurirsi in una astratta questione morale che
dice “non si ruba” o peggio appiattirsi sul pensiero
cristiano-cattolico per quello che riguarda la realtà
umana.
Questo giornale ha ospitato ogni settimana per 11
anni il pensiero e la ricerca di Massimo Fagioli, uno
straordinario psichiatra che nella sua vita ha fatto
una ricerca originalissima sulla realtà del pensiero
umano e la sua origine. Nel 1965 ha scoperto una
dinamica invisibile, mai vista prima, che ha scoperto
essere alla base della formazione del pensiero
umano: alla nascita fisica del feto si accompagna
una dinamica psichica che fa una differenza totale
nel bambino nato rispetto al feto che era un’istante
prima. Ha scoperto come dalla realtà biologica
umana, una realtà materiale, si forma una realtà
non materiale, il pensiero, che prima, nel feto, non
esisteva.
Non c’è nulla di soprannaturale. È la realtà della
biologia umana. È la reazione della materia cerebrale
umana che allo stimolo della luce reagisce con la
pulsione di far sparire il mondo che è, nello stesso
istante, vitalità, movimento, esistenza, tempo, capacità
di immaginare…
Nel far questo Fagioli ha dovuto resistere al pensiero
dominante che diceva che la realtà umana è
soltanto ragione dell’individuo maschio e adulto.
Ha dovuto resistere al pensiero che la natura umana
è spontaneamente violenta e cattiva. Ha dovuto
resistere all’idea dell’esistenza di una realtà inconoscibile
dentro di noi, una realtà animale che sarebbe
incontrollabile, un Mr Hyde sempre pronto a uccidere
senza un perché. Ha dovuto resistere all’idea
dell’anima che scenderebbe nel corpo correggendone
la natura spontaneamente malvagia e corruttibile
della “carne”.
La scoperta della dinamica della nascita nel 1965
ha portato alla scrittura di un primo libro nel 1971,
Istinto di morte e conoscenza, e poi di altri 2 libri
nel 1975, La marionetta e il burattino e Teoria della
nascita e castrazione umana. E poi un quarto nel
1980, Bambino donna e trasformazione dell’uomo.
Nel 1975 sono iniziati dei seminari che poi sono
stati chiamati seminari di Analisi collettiva nei quali
Massimo Fagioli interveniva come medico della
mente in pubblico, all’Università di Roma, su sconosciuti
che chiedevano la cura, senza chiedere un
pagamento ossia senza un contratto prestabilito.
Era iniziata una rivoluzione per cui il pensiero millenario
che la mente umana è sacra, immodificabile
e malvagia veniva messo in crisi non solo teoricamente
nei libri ma anche nel concreto della pratica
medica psichiatrica di cura. Ma veniva messo in crisi
anche il pensiero politico per cui la realtà umana è
nella razionalità ed è quella che farebbe l’uguaglian-
za. Non è così. Il fondamento dell’uguaglianza è la
dinamica della nascita che è assolutamente uguale
per tutti, a prescindere da qualunque caratteristica
fisica e di luogo di nascita. Siamo tutti uguali perché
la nascita è uguale per tutti.
L’essere umano è tale perché ha un pensiero. Quel
pensiero si forma alla nascita ed è un pensiero che è
prima di tutto amore per gli altri esseri umani.
Il rapporto con il mondo, il pensiero razionale, verrà
molto dopo nello sviluppo del bambino. Non
è quindi la caratteristica fondamentale degli esseri
umani. Se lo si pensa, si rimane in realtà ottusi sulla
realtà umana.
Per creare la sinistra che non è mai esistita è necessario
che la politica faccia ricerca. Che studi e comprenda
la realtà umana per quella che veramente è.
E non per quella che chi gestisce un potere vuole
che si pensi che sia.
Nel 2006 Fagioli ha iniziato a scrivere per Left. In
pubblico, come nell’Analisi collettiva, Fagioli ha
fatto ricerca in psichiatria in modo accessibile a tutti.
E la sua ricerca psichiatrica è diventata ricerca
politica qui sulle pagine di Left per 11 anni. Perché
la ricerca psichiatrica è anche politica quando è ricerca
della verità umana. Una ricerca ancora oggi
accessibile a tutti perché raccolta in 11 volumi editi
dall’Asino d’oro. Da ultimo vorrei dire ai politici di
sinistra che stanno leggendo queste righe una considerazione
molto semplice: non si può avere lo stesso
pensiero della destra sulla natura umana!
Perché se è così è ovvio che vinceranno sempre loro
nella misura in cui le politiche di destra sono coerenti
con una visione dell’essere umano naturalmente
violento. La grande scoperta di Fagioli è che
la realtà umana è invece spontaneamente tendente
ad amare l’altro. Con la teoria della nascita abbiamo
per la prima volta nella storia una struttura teorica
per affermare con certezza questa cosa. E cioè che
l’uomo è un animale sociale non per il logos, per la
ragione, ma per la sua capacità di amare. Questo è
qualcosa che tutti gli artisti hanno sempre saputo e
sostenuto a modo loro.
Anche se ho scoperto recentemente, grazie ad un
libro appena pubblicato (Dimmi tutto ciò che senti,
a cura di Donatella Coccoli e Giuseppe Benedetti,
L’Asino d’oro edizioni) che Gramsci sosteneva che
è necessario saper amare, intendendo con questo il
rapporto d’amore tra due persone, per poter fare
una politica realmente di sinistra. La teoria della
nascita, oltre che una straordinaria possibilità di
cura della malattia mentale, è anche il fondamento
di una nuova visione politica. È una costruzione
teorica che permette di avere tutti gli strumenti per
opporsi al pensiero dominante, che è un pensiero
fondamentalmente di destra, potendo dialettizzare
in maniera inoppugnabile ogni obiezione e dando
sostanza a concetti e parole che altrimenti rimarrebbero
sospesi e senza un oggetto. Tutti gli esseri umani
sono uguali perché sono nati uguali. La libertà è
l’obbligo di essere esseri umani.

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