Sul possibile abbandono della competizione in favore della collaborazione per la gestione dei beni comuni
Bonerba Aldo ha scritto:
Ormai i cittadini vengono e si vogliono far prendere per i
fondelli, con la scusa delle liste civiche. Infatti i voti del centro destra,
cioè delle liste civiche, convergono sul PD, o meglio su Emiliano, che come PD,
a Lecce prenderebbe al massimo Il 10%.
Antonio Bruno ha scritto:
Beppe D'Ercole non entro nel dibattito delle primarie ma in
quello di una gestione (con tutti quelli che lo desiderano) dei beni comuni. Se
escludiamo i processi della conquista del potere per esercitare il dominio su
persone che si sottomettono e diventano ubbidienti in cambio di utilità che non
possono ottenere come “DIRITTO”, e concordiamo invece che la gestione dei beni
comuni debba vedere il contributo collaborativo di tutti quelli che sentono
questa istanza, allora ritengo che sia auspicabile il superamento delle
IDEOLOGIE O DELLE TEORIE che dovrebbero guidare la GESTIONE DEI BENI COMUNI in
quanto sistemi di idee non negoziabili, che proprio per questo alzano muri di
incomprensione innescando veri e propri conflitti tra “fondamentalisti” che
ricordano il fanatismo religioso. Gestire i beni comuni è questione che
riguarda tutti, anche i seguaci di qualunque religione, ideologia o teoria e
quindi per la loro gestione ciò che divide non è funzionale. Si tratta di
abbandonare la COMPETIZIONE che già ha fatto tanti danni per fare emergere la
collaborazione tra tutti.
Giuseppe Castriota Scanderbeg ha scritto:
Antonio Bruno mi pare che Lei faccia un po’ di confusione
tra il bene comune tout court, che esiste solo in nuce, e la sua gestione che
ovviamente è attuabile con modus pensandi diversi ed alle volte, opposti. Da
questa diversità di intenti per raggiungere il bene comune nascono i partiti,
le idee, le vie da prendere. Le ammucchiate in politica non hanno mai portato
risultati. Lasciamole al buon Rocco Siffredi!
Antonio Bruno ha scritto:
Gentile Giuseppe Castriota Scanderbeg, i beni comuni (e non
il bene comune) come strade, ospedali, scuole, servizi e istruzione e le
persone che se ne occupano come pubblici dipendenti (anch’essi beni comuni) non
esistono come fenomeno che è ancora allo stato embrionale, che accenna o
prelude appena ai suoi futuri sviluppi, ma sono qui e ora presenti tra noi e
bisognevoli di una gestione. Per questo ci sono donne e uomini che si
propongono e cittadini come lei e me che, pur non proponendosi come candidati a
un incarico di governo, danno il proprio contributo, in quanto cittadini, alla
gestione del bene comune in termini di conversazioni qui nei social network e
nei luoghi ove questo è possibile per arrivare a un progetto comune. È del
tutto pacifico che la gestione dei beni comuni sia attuabile con modus pensandi
diversi ed alle volte, opposti perché ciò accade anche nell’ambito delle
persone che oggi si dicono appartenenti a uno stesso sistema di idee
(ideologie, religioni, partiti politici, movimenti, maggioranze amministrative)
ed è sempre accaduto da quando ne ho memoria. Solo che, ora come allora, per
ottenere un coordinamento è necessaria una conversazione tra tutti quelli che
sentono di poter dare il loro contributo finalizzata a un progetto comune che
poi sarà realizzato dai tecnici delle pubbliche amministrazioni. Noi siamo una
società di persone, una Comunità (non una ammucchiata) e tutti abbiamo il
diritto e il dovere di contribuire a conservare ciò che ci dà il benessere, non
c’è chi ha ragione o torto, c’è una Comunità che desidera vivere nel benessere
e per farlo decide cosa debba conservare attraverso una conversazione su un
progetto comune di benessere stesso. Nessuno può essere escluso perché ogni
esclusione determina un impoverimento della ricchezza che è proprio
rappresentata dall’essere comunità di persone una diversa dall'altra che
collaborano. Le lotte per la conquista del potere escludono persone che
potrebbero fare tanto per la collettività e che, per non essere affiliate a questo
o quello, sono escluse. Addirittura accade che proprio chi potrebbe contribuire
meglio di altri all’ottenimento del benessere venga escluso o non ascoltato.
Una è la via da prendere: il nostro benessere e tutti siamo chiamati a dare il
nostro contributo, anche Rocco Siffredi!
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