L’anima della persona che si auto definisce di sinistra





Perché guardo con simpatia le persone che si “auto definiscono” di sinistra? In questi giorni è nelle librerie il libro di Gianni Cuperlo “Un’anima” edito per i tipi di Donzelli, che rappresenta una vera e propria perturbazione giunta sino a me che mi ha fatto riflettere facendo emergere appunto questa domanda. Non ho letto il libro che mi pare cerchi di definire quale sia l’anima del “popolo di sinistra”. Ma ho riflettuto invece sulla circostanza che il popolo non esiste, esiste invece il singolo, e che quindi quello di Cuperlo è il tentativo di distinguere le caratteristiche, le visioni, gli aneliti, i valori di una persona che è portata a guardare con simpatia a sinistra sino a decidere di votare per uno dei partiti che la compongono.
Di seguito tento di osservare le emozioni che sorgono in me quando scandisco nella mia mente le parole “persona che vota a sinistra”.
Ieri sera nel Salone letterario di Vito Pellegrino ho parlato di questo con lui che, mentre ascoltava le mie parole, ho osservato che annuiva. E cos’è che ho detto a Vito?
Gli ho detto che le persone che si dicono di sinistra hanno in comune il desiderio di uguaglianza, che si traduce nel disagio che provano quando, per le circostanze culturali che viviamo, hanno comportamenti di sottomissione nei riguardi di chi ha il potere.
Vito rifletteva sui doni che i potenti ricevono in questo periodo natalizio, osservando che anche quelli di sinistra che desiderano l’uguaglianza, poi a Natale “bussano con i piedi” a casa dei potenti, che significa che non ci vanno a mani vuote. Un dono al potente è una “captatio benevolentiae” che poi significa accattivarsi la simpatia del potente di turno. Vito sottolineava la ferocia con cui questi suoi amici parlavano dei privilegi dei potenti, che stride con il comportamento del pellegrinaggio verso le case del potere durante il periodo delle feste.
La persona che si auto definisce di sinistra, ritiene che tutte le persone sono uguali, e quindi prova un fortissimo disagio quando si sottomette. Il sentimento che prova e che non è disposto a dare a un’altra persona, il potere su di lui. Per queste persone nessuna persona può dirsi superiore a un’altra persona. Uso la parola persona, perché condensa sia il genere femminile che maschile, in quanto il comportamento che ho osservato e descritto, è comune a entrambi i generi.
Questa mia astrazione, se fosse condivisa, darebbe una spiegazione razionale alla vita effimera e difficile dei leader di sinistra, che una volta rovesciati dal potere, sono oggetto di disprezzo da parte di chi li aveva un giorno osannati.
L’autogestione senza direzione, come nelle piazze delle sardine, è la relazione sociale in cui una persona che si autodefinisce di sinistra è nel benessere.
La frattura con una persona che si autodefinisce di sinistra si consuma quando un manipolo deciso di donne e uomini, che si autodefiniscono di sinistra, si organizzano in modo gerarchico e iniziano una competizione tra loro per la conquista del dominio sugli altri sino a giungere a ottenere un capo. È fortissima la rappresentazione di questo processo nel film Highlander - L'ultimo immortale sintetizzato nella frase “Ne resterà soltanto Uno”.
Ho deciso di far arrivare queste mie parole a Gianni Cuperlo perché la conclusione del mio ragionamento è che le persone che amano definirsi di sinistra, per essere nel benessere, devono vivere una esistenza sociale tra eguali. Tale esistenza può essere ottenuta con l’abbandono della cultura della competizione in modo tale da far emergere quella della collaborazione, che si manifesta con il riconoscimento della reciproca legittimità attraverso il rispetto reciproco.
Voglio essere ancora più diretto affermando che la conseguenza del mio ragionamento, se fosse condivisa, è un’azione che veda tutti governatori, nessun oppositore e tanto meno nessuna opposizione, impegnati alla definizione di un progetto comune che poi sarà attuato dagli organi competenti ad ogni livello.
Sempre semplificando ancora di più, se il mio ragionamento fosse condiviso, una persona che si auto definisce di sinistra non si riconosce in nessun capo, leader o peggio duce; e per questo motivo, appena vede concretamente realizzato quest’idolo, un attimo dopo comincia ad agire per fare in modo di rovesciarlo, chiunque sia questo leader.

Antonio Bruno Ferro





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