Conversando di Torino 10 novembre 2018
Gino Trevisi ha commentato: Si... ma di concreto cosa fanno nella vita...
ORGANIZZANO EVENTI?!?! Mi piace la cacciatrice di teste SERVA SEI POTENTI che
fa il lavoro sporco di BUTTARE PER STRADA le persone... BASTA CON OPERE
FARAONICHE PER ARRICCHIRE I SOLITI NOTI... I NOSTRI SOLDI SI SPENDONO SOLO SE
CI RITORNANO... si chiama INVESTIMENTO... e quale sciocco investe in
PERDITA?!?!
Antonio Bruno ha commentato: Caro Gino Trevisi è tuo diritto
non essere d’accordo che si debbano fare le grandi opere pubbliche così come è
diritto delle persone che si sono date appuntamento a Torino affermare
MANIFESTANDO PACIFICAMENTE che le opere pubbliche vanno fatte. Non capisco il
tuo commento perché i cittadini, al di la di quello che fanno o non fanno nella
vita, «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con
la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. (Primi due commi
dell'articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana)
Gino Trevisi ha commentato: Sarebbe grave se così non fosse.
Le opere pubbliche, però, si devono fare quando c'è la possibilità di poterle
fare e soprattutto se da queste scaturiranno benefici per chi investe (cioè i
contribuenti) e non ulteriori costi. Non sto qui a ricordarti tutte le
cattedrali nel deserto italico. I soldi della comunità vanno spesi con
oculatezza. Non credo che avendo una casa sufficiente alla famiglia si programmi
una sopraelevazione non strettamente necessaria andandosi a prestare i soldi.
Mi sembra una contraddizione lamentarsi del debito pubblico e poi incrementarlo
per opere che possono non apportare benefici alla comunità. Fino ad oggi le
opere pubbliche sono servite solo ad incrementare i conti in banca di politici
e faccendieri a spese dei contribuenti sempre più vessati. Certo, ripeto, é
SACROSANTO esprimere la propria opinione, Non é detto però che bisogna imporla,
né in un senso né in quello opposto. Si devono valutare, volta per volta costi
e benefici; democraticamente. Le sette donne hanno svolto il loro compito con
maestria e mettendo in pratica le loro competenze; sono curioso, però, di
conoscere su quale libro paga sono iscritte, perché spero non vorrai farmi
credere che sia un loro "motu proprio" spinte da un ideale e per mero
amor di patria...
Antonio Bruno ha commentato: Caro Gino non so rispondere
alla tua domanda, non so qual è la motivazione che ha portato queste donne a
organizzare la manifestazione di Torino. So però che se la motivazione non è
contro la legge, quelle persone hanno il diritto di esprimere la propria
opinione.
Per quanto riguarda le Opere Pubbliche o meglio, le Grandi
Opere Pubbliche, sono d’accordo con te siano state la fonte di guadagni
illeciti da parte di chi aveva ed ha il potere. Ma questo penso sia sempre
accaduto sin dai tempi della costruzione delle Piramidi in Egitto.
Questo del furto oltre ad essere un reato è anche la deriva
di accoppiamenti strutturali che hanno dato la vita a coordinamenti comportamentali
che trovano la loro base nella Cultura Patriarcale/matriarcale in cui l’occidente
è immerso.
Caro Gino è mia opinione che se non si passa a una cultura
neo – materna i furti e le truffe del potente di turno non potranno essere evitate.
Gino Trevisi ha commentato: Diciamo che dobbiamo imparare ad
operare con lo spirito del buon padre/madre di famiglia.
Antonio Bruno ha commentato: Caro Gino Trevisi, meglio è
esprimere che la Cultura Patriarcale basata sulla competizione e l'antagonismo
NON E' UMANA
Alessandro Panico ha commentato: Chi davvero fece l'impresa
sono uomini, donne e bambini, medici, tecnici, giuristi, e professionisti del
movimento No Tav Val di Susa. Loro non hanno compari e commari, né soldi e
padroni manager. In molti sono arrivati alla vecchiaia lottando, per i loro
diritti. Ma come è strano il mondo, loro delinquenti e i 30000 scesi in piazza
ieri gli evoluti.
Antonio Bruno ha commentato: Caro Alessandro Panico, ho il
massimo rispetto per chi ha fatto l’impresa in Val di Susa e allo stesso modo
ho il massimo rispetto di chi ha fatto l’Impresa a Torino. Ognuno può esprimere
la propria opinione e infine, con metodo democratico, la maggioranza dei
cittadini decidono se la Tav si dovrà fare oppure no. Io non sostengo che la
maggioranza farà quello che è meglio per il Paese. Io sostengo che la
maggioranza dei cittadini, nel dominio cognitivo nel quale si trova, avrà un
emozione che guiderà la sua azione a favore o contro la realizzazione della Tav
in Val di Susa. Io non conosco metodi migliori di questo, se li conosci tu,
fammi la carità di illuminarmi!
Alessandro Panico ha commentato: Il problema è che l'informazione e quindi
l'opinione pubblica in Italia è deviata. La maggior parte degli Italiani se ne
infischiano dei beni comuni e sono degli ignoranti funzionali, votano in base
al capo-gregge. Questa è la verità che è scientificamente provata. Non
riconoscerlo è ipocrisia. Quando c'è qualcuno che poi vorrebbe fare il suo
dovere di giornalista libero ed indipendente dal pensiero e dal potere
dominante viene accantonato.
Antonio Bruno ha commentato: Caro Alessandro Panico sono gli
italiani a decidere, in qualunque dominio cognitivo e percettivo di trovino,
sono sempre gli italiani a decidere. Cosa proponi? Forse che una aristocrazia
“informata” assuma la dittatura?
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