La nostra sicurezza con decisioni etiche
C’è paura in noi cittadini dell’occidente civile, ricco e
vulnerabile. E che cos’è oggi il ricco occidente della post –industrializzazione?
Riferisce oggi Mattia Feltri nella sua rubrica Buongiorno
sul giornale “La Stampa”: Un’analisi dell’osservatorio sui conti pubblici
dell’Università Cattolica diretto da Carlo Cottarelli, pubblicata ieri sul Foglio,
approfondisce bene alcune questioni già chiare.
Prima questione: la robotizzazione riduce i posti di lavoro soprattutto nei paesi come l'Italia che hanno pochi robot. Invece Germania, Giappone e Corea del Sud, che ne sono pieni, che hanno all’incirca il 4 per cento di disoccupati.
Seconda questione:
per ora i robot portano via il lavoro alla fasce medie infatti scompaiono i
bancari, per esempio.
Terza questione:
i lavori più umili, ancora fuori dalla portata dei robot, come consegnare le
pizze o servire ai tavoli, sono pertanto sempre più ambiti e sempre meno
pagati.
Quarta questione:
è alta la richiesta di lavoratori con elevata competenza, e alto è il loro
stipendio.
In poche righe, ecco come lo studio ha dato una spiegazione delle
diseguaglianze.
Sono i lavori umili quelli più ambiti perché non richiedono
alcuna specializzazione e perciò ci sono molti italiani che li voglio fare ma
questo mette in concorrenza le italiane e gli italiani con le “persone venute
da lontano” determinando così l’aumento dell’offerta di mano d’opera e
conseguemtemente facendo abbassare i salari.
E’ questo il vero problema, ed è questa la vera competizione
che si sta consumando sotto gli occhi di tutti senza che nessuno faccia
qualcosa.
Il governo propone nuove terre a chi ha più di tre figli. La
terra è incolta, la collina è incolta e la montagna abbandonata.
Potrebbe essere un contratto di mezzadria con cui si
dividono al 50% spese e guadagni la soluzione per vedere le nostre terre
finalmente coltivate.
Ma a chi proporre un contratto di mezzadria?
A tutte le persone che vengono da lontano che vogliono restare
in Italia e a quelle che desiderano venirci a lavorare. Queste persone
sarebbero provviste di documenti e avrebbero un lavoro che converrebbe a loro e
anche ai proprietari delle terre.
I pizzaioli, camerieri ed operai comincerebbero di nuovo a
scarseggiare e i proprietari dei ristoranti e gli imprenditori sarebbero
disposti a pagare di più per ottenere il servizio.
Basta essere chiari. Vuoi venire a stare in Italia? Ti
faccio un contratto di mezzadria della durata di 20 anni e potrai vivere qui,
legalmente, lavorando la terra e ottenendone il 50% del prodotto.
Male che andasse queste famiglie di “persone venute da
lontano” avrebbero di che vivere.
Può essere questo che finalmente metterebbe una parola fine
alle “persone venute da lontano” che circolano nelle nostre città senza lavoro
e in attesa di essere rimpatriati non si sa dove né come.
Ci vuole un modo etico. Possiamo trovare una maniera etica
per dare lavoro a tutti.
Oppure continuare come si fa adesso, dando soldi a strutture
dove queste persone stanziano senza far nulla in attesa di essere rimpatriati
non si da come né quando.
Ci sono i fiumi e i canali da pulire. Ci sono i rifiuti
sulle strade da asportare. C’è tanto da fare per “le persone venute da lontano”
che volessero trovare un modo per continuare a vivere in Italia e per convivere
in una società multietnica come quella italiana.
In questi giorni ne ho parlato con le persone con cui
lavoro. Ci siamo chiesti com’è che a noi che facciamo altro vengono in mente
queste cose.
Ci siamo detti che attraverso queste proposte siamo certi di
non fare del male a nessuno e che in tal modo nessuno si farà male.
Speriamo che chi oggi ricopre cariche di Governo che sono finalizzate
a farci sentire al sicuro, prenda delle decisioni che non “facciano del male a
nessuna persona”.
Ecco basta porsi una domanda:
“Se farò votare e voterò la legge per la sicurezza dei
cittadini che desidero, ci sarà qualche persona che si farà male in conseguenza
di tale legge?”
Basta che la risposta sia “Non si farà male nessuno” basta
che ci sia un modo di convivere in pace e tranquillità per tutti.
Antonio Bruno Ferro
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