Giocare a Blue Whale… per il dolore, per non sentirlo più..



Una bambina di 13 anni della provincia di Bari con altre bambine gestisce un gruppo WattsApp il cui scopo è quello di fare 50 prove che conducono a non essere più quello che si è, per trasformarsi in altro, per trasformarsi in una balena. Sono 50 passi che mettono a repentaglio la vita. Alla fine quella bambina trasforma in altro, la vita appena sbocciata dopo pochi anni da quando si è venuti alla luce.

La vita di quella bambina di Bari ha un corpo costituito dalle molecole di DNA ed RNA, che insieme alle altre molecole, attraverso una serie di reazioni, ottiene di autosostenere la cellula vivente attraverso un sistema di autorigenerazione dall’interno.

E’ la vita di quella figlia, che prima di venire alla luce come essere fragile ed indifeso, aveva la certezza che avrebbe trovato chi l’avrebbe accudita, curata, nutrita, amata. La bambina che dall’interno di se stessa genera vita, le cellule di quell’essere innocente che producono le cellule che costituiscono il corpo di quella bambina, in un processo di conservazione in accoppiamento con l’ambiente. E' la piccola cara che si accoppia con ciò che la circonda perché immersa nell’ambiente che la circonda e che interagisce con la sua struttura che la bambina stessa modifica in un accoppiamento con tutto cui in cui è immersa, per continuare a essere, per esistere. Ma se l’organizzazione di questa bambina, di questo essere vivente cambia, ecco che la bambina che è un essere vivente, così com’era, non c’è più: la bambina muore o diventa un’altra cosa.

Una bambina di Bari, come tante bambine del Mondo, ha un accoppiamento strutturale con la sua famiglia, con le insegnanti e le compagne di scuola, con le sue amiche ed amici della associazione e poi con un gruppo WattsApp in cui una presenza virtuale che è in Russia e che, attraverso 50 passi, cambia pian piano l’organizzazione di quella bambina, facendola diventare altro da ciò che è, e passo dopo passo, una volta trasformata in altro da se stessa, la porta a cessare di essere.

Non è morta. Una bambina che la conosceva ne ha parlato con i suoi genitori che l’hanno detto alla polizia postale e che hanno interrotto quell’accoppiamento strutturale che stava trasformando la configurazione della sua struttura sino a farla diventare altro da se stessa.

Cosa è accaduto?

Una azione è accaduta. Altri esseri viventi hanno collaborato, cooperato per riportare quella bambina a tornare a essere in accoppiamento strutturale, a tornare ad essere legittima per le altre persone del suo ambiente, legittima così com’è, esattamente com’è. Come quando 13 anni fa nacque fragile e indifesa certa di trovare la mamma ad abbracciarla con un sorriso, sicura, completamente sicura.

E allora che fare?

Possiamo continuare a far accadere l’amore di quel tempo, l’amore di 13 anni fa per quella bambina barese e l’amore di 62 anni fa per me. Solo nel dominio delle relazioni comportamentali dell’amore, l’Altro, sia esso una persona, un essere o una cosa, sorge come altro legittimo nella reciproca co-esistenza.

Solo in questo spazio di relazioni noi esseri umani viviamo talmente bene che, qualunque età abbiamo, niente e nessuno ci può convincere ad abbandonarlo scomparendo dalla faccia della Terra.

Un’ultima cosa, una domanda:

Che cos’è che induce alcune persone, di tutte le età, al suicidio?

Succede quando non siamo in quello spazio di relazione, succede quando ci hanno escluso da quello spazio chiamato AMORE, ecco che ci ammaliamo oppure siamo così straziati dal dolore che, per non sentirlo più…..

Antonio Bruno Ferro

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