Deceduto don Giuseppe Tondo, fu fondatore della Parrocchia di Sant'Antonio di Padova.
Deceduto don Giuseppe Tondo, fu fondatore della Parrocchia di Sant'Antonio di Padova.
Don Giuseppe Tondo, parroco emerito della Parrocchia di Sant’Antonio, ha concluso il suo cammino terreno all’età di 87 anni e dopo quasi 65 anni di sacerdozio. E’ stato un passaggio annunciato, da un progressivo, lento, spegnersi delle facoltà e delle energie vitali ,nella prima mattinata di ieri ,19 Gennaio .
Nato il 14 gennaio 1930, fu ordinato sacerdote il 13 luglio 1952 ,celebrando la sua prima messa nella chiesa madre del paese il 16 luglio dello stesso anno , periodo in cui il vescovo mons. Francesco Minerva lo inviò a San Pietro Vernotico , dove espletò il suo ministero per due anni. Nel 1954 ritornò a San Cesario con la nomina di vice-parroco , divenendo nel 55 assistente del gruppo scout , dedicandosi ai giovani.
Nel 1960 , la piccola cittadina di San Cesario si era estesa , nuove vie erano state aperte e molte case furono costruite, nasceva così l’esigenza ,o meglio la necessità, di una nuova parrocchia ; è qui che la figura di Don Giuseppe divenne parte integrante della nuova comunità parrocchiale che andava creandosi . Infatti, il vescovo minerva dispose l’erezione di una parrocchia in un’appezzamento di terra di proprietà dell’ex-benificio parrocchiale nei pressi di via Saponaro , in questo modo l’esigenza di una nuova comunità divenne realtà grazie all’azione pastorale , sia materiale ma anche spirituale , svolta da don Giuseppe, fu compiuta con entusiasmo e fede .
Dapprima , nel 69 l’ampio salone parrocchiale fu adibito a chiesa , incrementando il senso di comunione fraterna , prima espressione di comunità parrocchiale; successivamente nel 10 ottobre 1971, dopo sacrifici economici e materiali , con la presenza del Vescovo Francesco Minerva ,altre autorità e fedeli , veniva consacrata l’ampia e nuova Chiesa Parrocchiale e nel 17 ottobre dello stesso anno ne divenne , oltre che fondatore , il primo parroco . Vedendo crescere una nuova realtà comunitaria che cresceva sempre di più , sia nei gruppi ecclesiali che nelle associazioni, si impegnò anzitutto a consolidare sempre di più , in concorrenza e pericolosamente alla rettoria di San salvatore , il culto di Sant’Antonio , con la nuova statua in legno e le prime feste di quartiere , il dono di una statua della Madonna della luce contribuivano ad arricchire l’aula liturgica , ma non solo , per don Giuseppe la nuova chiesa non doveva arricchirsi solo di statue o manufatti artistici , ma di giovani e ragazzi , uomini e donne, era dedito in particolar modo , incontrando sempre i nuovi fedeli che andavano sempre di più a compiere la nuova comunità. Il 30 settembre 2007 , poichè raggiunto il limite d’eta per l’ufficio sacerdotale , lasciò la Parrocchia di Sant’Antonio affidandola alla guida di don Giorgio Pastore.
Il suo operato è rimasto indelebile nel cuore di molti cittadini , che lo hanno ricordato come un secondo padre e come padre spirituale di diverse generazioni che ha cresciuto , nonstante il suo carattere schivo e introverso , la sua coerenza, la sua onestà, la sua energia nel voler fare e sempre meglio, ha forgiato anime buone e volenterose che lo ricorderanno con affetto indelebile nelle memorie.
E’ bello concludere , mantenendo vivo il ricordo ,con le sue parole, rilasciate in un’intervista per il periodico cattolico”Noi Comunità” nel settembre del 2007:
“Non voglio parlare delle mie sofferenze ,ma delle tante occasioni di gioia e di tutto ciò che è dono di Dio. La storia non la facciamo noi, è Dio che la fa. Lui vede e provvede a tutti come fa con gli uccelli del cielo. Non trovo le parole giuste per ringraziare di cuore i miei generosi collaboratori.
Ho pregato per voi e continuerò a far questo per la Gloria di Dio e per il bene dei fratelli[...]. Voglio ricordare a me e a voi che il Signore ci ricompenserà con il centuplo di questa terra e la vita eterna in Cielo.Lo stesso saluto lo rivolgo alla Comunità chiedendo a tutti l’unità e la comunione. Senza queste non vi è vita e salvezza per noi e per gli altri, cerchiamo di essere una Chiesa viva e operante ,in particolar modo verso i ragazzi e giovani ,che sono la speranza buona del mondo e della Chiesa. Sono nelle mani di Dio . “
testo di : Alessio Marenaci
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