Nel 1764 si forma la banda musicale di San Cesario di Lecce
A San Cesario di Lecce si forma una delle prime bande del
Salento infatti possiamo leggere che nel 1764 viene stipulato da cinque musici
del circondario un rogito inteso a regolamentare impegni, ruoli e profitti
(nonché indennizzi per malattia) nella loro professione di suonatori di corno
da caccia e tromba (altro genere di strumenti essi li suonano fuor di
convenzione).
I fondatori della banda pare siano i fratelli Rollo Angelo,
già direttore nel 1807 della prima banda civica leccese, che abbiamo notizie che
continua a suonare nel 1819 e Salepio che è attivo nelle bande fino al 1833.
La banda di San Cesario nel 1848 ottiene rapidamente
l’approvazione dell’Intendenza borbonica. Artefici di quest’ultima fondazione
sono i maestri Spinelli, d’intesa con gli ennesimi liberali musicofili, cioè il
proprietario Cesario Romano, già segnalatosi per ‘spietata effervescenza’
durante il Nonimestre, e don Pietro Vergallo, un sacerdote, che dopo il ’48
sarà condannato in contumacia per cospirazione e riunioni politiche illecite
(condotte ‘sotto forma di giuoco’), avendo per coimputati i celebri settari
Vincenzo Cipolla e Salvatore Pontari.
Dunque, nel febbraio del 1840, Romano e Vergallo, assieme a
quattordici compaesani, si recano in casa del maestro Michele Spinelli, che già
si è trasferito a San Cesario, evidentemente attratto dalla prospettiva di
aprirvi ennesima scuola di musica. Infatti, alla presenza del notaio M. Antonio
Laudisa signori si impegnano a mettere in atto tutte le condizioni (elencate in
19 capitoli più varie ‘soggiunte’) necessarie a ché si formi una banda di
diciannove elementi ben istruiti nella scienza musicale. Quattro attori
intervengono a titolo personale (due calzolai, un muratore, un falegname: i
primi tre non sanno scrivere); gli altri lo fanno a nome di quindici minori,
tra figli e pupilli - oltre al Vergallo, che garantisce per due giovani, e al
Romano che garantisce per i propri figli, spiccano tre vedove analfabete,
benché ‘proprietarie’; e però tale estrazione ‘civile’ è ben rappresentata, con
altri tre garanti (due non sanno scrivere): per il resto, compaiono un sarto e
un muratore (alfabetizzati), un falegname e un biscazziere, tutti intesi a
fornire ai ragazzi rappresentati un’ulteriore opportunità formativa e
professionale.
Si può leggere , sez. prot., 93/6, 17 febbraio 1840,
Convenzione, cc. 50-59v. Elenco degli apprendisti (legenda ut supra):
Beniamino Amoroso [proprietario]
Alfonso Calò [proprietaria]
Gaetano De Bonis calzolaio
Ippazio De Bonis calzolaio
Domenico De Giorgi [muratore]
Cesare De Pascalis [falegname]
fr.lli Florestano e Francesco Elia [proprietaria]
Pasquale Giusto calzolaio [proprietaria]
Antonio Manno [sarto]
Antonio Pedio muratore
Oronzo Raho falegname
Alfonso Rollo [proprietario]
Giuseppe Rollo [proprietario]
fr.lli Achille e Federico Romano [proprietario]
A distanza di un anno, il 2 giugno 1841, a seguito delle
ordinanze ministeriali sulle bande musicali diffuse pochi mesi prima in tutto
il Regno, l’ensemble di San Cesario viene inquadrato nella Guardia Urbana,
passa sotto la direzione di Basilio Sarno e diventa fra le più qualificate del
circondario – nel rapido ricambio tipico di queste società
semi-dilettantistiche, giungono per rincalzo professionale i già citati Luigi
Camassa da Lecce e Bartolomeo Polo da Monteroni, mentre la continuità con il
gruppo originario è garantita da Antonio Manno e Alfonso Rollo.
Pubblicate integralmente in L. Cosi, Il progresso…, op.
cit., pp. 353-4. i suoi ventuno protetti a rimborsarlo con tutto p. 352: la
nuova formazione è desunta dallo Stato nominativo delle bande musicali di Terra
d’Otranto aggiornato al 1853 (si conserva in ASLe). Il Sarno resterà capobanda
a San Cesario anche dopo il 1860, istruendo al ruolo di ottavino il figlio
Giuseppe, a sua volta compositore per banda: cfr. V. Raeli, Giuseppe Sarno nel
centenario della nascita e nei ricordi di un discepolo, in «Archivio Storico
Pugliese», n. 5 (1952), pp. 375-85.
Tratto da:
Luisa Cosi, “PER ESSER VIEPPIÙ UTILI ALLA SOCIETÀ”. PATTI E
CONDIZIONI PER LO STABILIMENTO DELLE BANDE POPOLARI NEL SALENTO PREUNITARIO
(1825-1848)
L. Cosi, Il progresso dell’incivilimento ovvero la banda
della Guardia Urbana di Lecce (1835-1860) nella tradizione bandistica di Terra
d’Otranto, in «L’Idomeneo», I /1998, pp. 351 e sgg.
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