Una nuova pura per superare l’indignazione per le nuove diseguaglianze



Il Presidente Romano Prodi rende noto, ma non si rende conto. Rende noto che le emozioni che hanno fatto tollerare le diseguaglianze tra cittadini europei non sono più presenti nei giovani MILLENNIUM che voteranno a maggio 2019 per eleggere i parlamentari europei. Lo sa ma evoca la paura della Cina e degli USA di Trump invocando un sovranismo europeo che faccia sentire forte l’emozione di una nuova paura degli europei in grado di far superare l’indignazione per le nuove diseguaglianze tra cittadini europei. Secondo la mia opinione Il sincero tentativo di Prodi è velleitario, è solo tempo perso. I cittadini europei di serie B, che si sentono dire che hanno troppo debito per avere gli stessi diritti dei cittadini europei di serie A, non si faranno ipnotizzare dalla paura dei cattivi USA e CINA. Ci vuole una forza politica che affermi di volere un Europa in cui il debito sia uguale per tutti grazie a un sentimento di sincera solidarietà tra tutti i cittadini europei e che di conseguenza decreti stessi diritti e stessi doveri per tutti i cittadini europei. A quel punto i cittadini europei potranno fare la stessa cosa nel Mondo per ottenere l’UNICA SOCIETA’ formata dalla Umanità.
Antonio Bruno Ferro
Buona lettura

L’appello anti sovranisti di Prodi
«Dobbiamo rianimare l’Europa»
IlProfessore:aloro170seggisu700,lasfidagiustaètrasocialistiedemocristiani

MILANO «Ora ci vuole qualcuno
che dialoghi alla pari con Donald
Trump e con Xi Jinping, e
per riuscirci deve avere una
forza popolare dietro». A meno
di due mesi dalle Europee,
con l’Unione in profonda crisi,
Romano Prodi prende in mano
il pallottoliere e fa una previsione
decisa: «I sovranisti
prenderanno 170 seggi su 700.
Noi dobbiamo fare in modo
che si arrivi alla battaglia tra
un socialista francese e un democristiano
tedesco: solo così
potremmo rianimare lo spirito
di questa Europa». L’ex presidente
della Commissione
Ue, che bacchetta anche l’occasione
mancata di Emmanuel
Macron per il suo piglio neo
gollista a fronte di aspettative
ben diverse, è arrivato quasi
no-stop dalla Cina al Teatro
Parenti di Milano per presentare
Europa nonostante tutto
(Nave di Teseo), volume in cui
Piergaetano Marchetti, Antonio
Calabrò, Maurizio Ferrera,
Alberto Martinelli e Antonio
Padoa-Schioppa tirano fuori
cinque riflessioni e proposte
per rilanciare l’Unione.
Marchetti, presidente della
Fondazione Corriere della Sera,
nell’introduzione al libro
spiega gli intenti: «Questo
non vuole essere un saggio sui
problemi della Ue. Vuole essere
l’avvio del dialogo che ciascuno
di noi quotidianamente
può, e forse deve, condurre, se
già non lo intrattiene, con
amici, parenti, colleghi e semplici
conoscenti fortemente
critici sull’Europa, pronti a far
propri slogan, luoghi comuni
e giudizi sommari oggi alla
moda».
Barbara Stefanelli, vicedirettrice
vicaria del Corriere, in
veste dimoderatrice lancia subito
un video della caduta del
Muro di Berlino, con i giovani
e meno giovani che lo scavalcano
per abbracciarsi. Rivedere
quelle immagini, a quasi
trent’anni da quella storica
notte, in sala accende una forte
emozione. «Cosa sarebbe
successo se non avessimo allargato
i confini di questa Europa?
Avremmo avuto la pace?
», dice Marchetti. E Prodi
risponde secco: «Ai ragazzi
della pace non gliene frega
niente. E questo bellissimo video
sulla caduta del Muro che
abbiamo appena visto, alla
nuova generazione non suscita
niente. Dobbiamo dare una
nuova emozione alla generazione
di oggi. C’è una perdita
di memoria impressionante».
Il Professore analizza poi,
più a fondo, le cause di questa
lunga impasse: «In questa globalizzazione
le persone non si
sentono protette, ma dobbiamo
far capire che questa sensazione
non la si può superare
con un singolo Paese, bensì
con l’Europa — riflette Prodi
—. La sensazione negativa
verso l’Europa, quando abbiamo
iniziato a sentirla come
estranea, è iniziata quando
l’Europa ha smesso di fare.
L’emozione per l’arrivo dell’euro
fu grandissima. Poi è
stato il maledetto referendum
francese sulla Costituzione
europea a fare da punto di
svolta in negativo. L’emozione
per l’Europa, lo dico un po’ così,
la stanno risvegliando
Trump e la Brexit. Ci rendiamo
conto?».
Claudio Bozza

Commenti

Post popolari in questo blog

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

La democrazia a San Cesario è possibile

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO