COSA DICONO E SCRIVONO DELLE PERSONE DI SINISTRA DEL MOVIMENTO “CANTIERE DEMOCRATICO” OVVERO sulla percezione delle cittadine e dei cittadini del movimento “Cantiere Democratico” “RADICAL CHIC”

 

COSA DICONO E SCRIVONO DELLE PERSONE DI SINISTRA DEL MOVIMENTO “CANTIERE DEMOCRATICO” OVVERO sulla percezione delle cittadine e dei cittadini del movimento “Cantiere Democratico” “RADICAL CHIC”

Una conversazione tra nostri concittadini che riporto serve a stigmatizzare questo comportamento:

Cittadino di San Cesario NUMERO UNO ha scritto:

Sono dei Radical chic e bueni sta bannu

Cittadino di San Cesario NUMERO DUE ha scritto:

Cittadino di San Cesario NUMERO UNO, il guaio è che sono così tanto addentro al personaggio del "radical chic" che non se ne accorgono.

Cittadino di San Cesario NUMERO UNO ha scritto:

Si sono inborghesiti

Hanno dimenticato quantu hannu ruttu li XXXXXXXX quando erano giovani e forti.

Quando c'era la democrazia cristiana

Facevano gli intellettuali contestatori

E poi.......puff

Questa conversazione è rappresentativa dell’opinione che si sono formati tantissime sancesariane e tantissimi sancesariani che hanno nel passato militato o simpatizzato per la SINISTRA.

Intanto cominciamo con i fondamentali ovvero cosa si intende se si da del “radical chic” a una cittadina o a un cittadino del Movimento “Cantiere Democratico”.

In pratica alcune concittadine e alcuni concittadini ritengono che le sancesariane ed i sancesariani del Movimento “Cantiere Democratico” che si autodefiniscono “DI SINISTRA” nella realtà non sono altro che un ambiente culturale d'élite che pratica il sinistrismo di maniera. In pratica queste persone ritengono che chi nel movimento di autodefinisce “DI SINISTRA” NELLA REALTA’DEI FATTI DELLA VITA QUOTIDINA si atteggia a sostenitore e promotore di riforme oltre che di cambiamenti politici e sociali che invece sono più un vezzo, una moda e che servono per essere appariscenti ma che si dimostrano velleitari invece di essere sostanziali.

Per completezza ricordo a me stesso che l’espressione fu coniata dal giornalista americano T. Wolfe nel 1970 per descrivere la moda invalsa nell'alta società newyorkese di abbracciare cause politiche radicali.

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