GLI STUDENTI SONO PROTAGONISTI DELLA NOSTRA CONVIVENZA SOCIALE

 

GLI STUDENTI SONO PROTAGONISTI DELLA NOSTRA CONVIVENZA SOCIALE

Le immagini sono quelle degli studenti che ieri 3 ottobre 2023 hanno marciato in corteo a Torino per contestare l'arrivo in città di Giorgia Meloni, attesa al Festival delle Regioni.

Negli anni che vanno dal 1971 al 1976 facevo la scuola superiore e davanti all’ingresso, spessissimo c’erano alcuni di noi studenti che incitavano allo sciopero per unirsi al corteo che sfilava per le vie della Città di Lecce.

Erano le manifestazioni e, al di là di essere d’accordo o non d’accordo, rappresentavano una maniera di essere partecipi DA PROTAGONISTI a ciò che accadeva nella Comunità.

Poi sono andato all’Università a Bari e ho frequentato sino al 1980 e anche in questo ambito noi studenti eravamo presenti con le manifestazioni.

Confesso di non aver sentito parlare di protagonismo studentesco quando mia figlia ha frequentato il Liceo e mi sembra una eccezione questo accadimento di Torino.

La manifestazione di Torino però è diversa da quelle a cui partecipavo io. A Lecce la polizia non ha mai manganellato, era presente ma non manganellava gli studenti che prendevano parte a manifestazioni NON VIOLENTE.

Ho postato le immagini perché anche voi che le guardate possiate prendere atto che la manifestazione degli studenti di Torino non è stata violenta.

È mia opinione che non vi era alcuna necessità della carica della polizia.

Attualmente i giovani vengono svalutati prima di finire la scuola perché le istituzioni non li rispettano. Quello che chiedono è un'identità nazionale che non dipenda dalla ricchezza o dalle classi sociali. Tutti gli esseri umani sono ugualmente intelligenti e tutti possiamo e abbiamo voglia di imparare, ma quando i giovani vengono valutati costantemente e gli viene fatto vedere dove hanno sbagliato e non dove hanno fatto bene, così facendo li si porta a generare paura dentro di loro. Le ragazze ed i ragazzi hanno paura e quella ragazza o quel ragazzo in conseguenza di questa paura non vogliono più essere a scuola, e nemmeno in Italia, perché tutti in questo Paese viviamo in una continua competizione.

Quello che ho descritto è un cambiamento storico perché invece quando ho studiato io negli anni 60 - 70, noi giovani avevamo un impegno per il Paese, eravamo della tendenza politica secondo cui la nostra intenzione era restituire all’Italia ciò che il Paese ci ha dato, come ad esempio l'istruzione.

Il rispetto che gli studenti esigono implica l'accettazione della legittimità dell'altro, attenzione ACCETTAZIONE E NON TOLLERANZA DELL’ALTRO. L’accettazione è diversa dalla tolleranza. Quest'ultima fa sì che l'essere neghi segretamente di rispettare l'altro. Per questo la discussione non dovrebbe concentrarsi sul profitto.

Io non sono d'accordo con il profitto che le istituzioni traggono dall'istruzione, perché la questione fondamentale è concentrarsi sul tipo di persone che si formano.

Buona riflessione

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