PER ESSERE NEL BENESSERE NON C’E’ BISOGNO DEL SALVATORE DELLA PATRIA

 


PER ESSERE NEL BENESSERE NON C’E’ BISOGNO DEL SALVATORE DELLA PATRIA

Massimo Gramellini ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano Il Corriere della sera oggi 3 ottobre 2023 in cui spiega perché, secondo lui, a Milano 4 mila persone siano andate ad ascoltare, pagando fino a 900 euro, Jaggi Vasudev, noto come Sadhguru ossia «guru ignorante».

Secondo Gramellini LA GENTE A MILANO HA PAGATO PER APPAGARE IL SUO DESIDERIO DI RASSICURAZIONE E PACE INTERIORE.

Senza dubbio siamo in un presente storico dove ciò che accade intorno a noi, ci sorprende continuamente, dappertutto si parla di incertezza, di imprevisti, ecc.

Ma qual è lo strumento principale per poter affrontare questo presente che spesso percepiamo come una serie di circostanze che ci avviliscono?

Quel Guru a pagamento di Milano avrà trovato il modo di aiutare ad entrare in loro stesse per riflettere, le persone che sono andate ad ascoltarlo.

Quel Guru avrà trovato il modo di far comprendere a chi lo ascolta, le dinamiche relazionali che ci guidano ad aprire spazi di conversazione con gli altri.

Quel Guru, che io non conosco e di cui non so nulla, ma che 4mila persone hanno pagato solo per ascoltarlo, avrà da dire certamente cose interessanti.

Quel Guru secondo me è riuscito a far riflettere sulla qualità delle relazioni che manteniamo nel nostro ambiente, nel nostro lavoro e nella nostra casa, per valutare cos'è la realtà, la verità, le conversazioni e cosa pensiamo di vedere e cosa pensiamo che l'altro veda.

Quel Guru certamente è riuscito a prendere in considerazione la possibilità di una trasformazione personale partendo dalla “presa in carico” e dall'ascolto, per andare verso una trasformazione delle relazioni così come indicato dal mio Magister Humberto Maturana: “Se cambio io, le mie relazioni cambiano, se le mie relazioni cambiano, il mondo cambia”.

È questo che facciamo fatica a capire, ed è questo che non capisce Gramellini che si aspetta che questa trasformazione verso il benessere personale possa giungere da un SALVATORE sotto le vesti di un Professore Guru, un Presidente del Consiglio Guru o un Prete Guru italiano. Gentile Gramellini non è la cultura ufficiale, la scuola, la religione o la politica che deve far questo, se lo facessero saremmo sotto il tallone della peggiore delle tirannie.

È una squisita questione di desiderio, perché tutto questo è possibile in quanto ognuno di noi lo può desiderare per se, non badando a ciò che fanno gli altri in quanto: “Se cambio io, le mie relazioni cambiano, se le mie relazioni cambiano, il mondo cambia”.

Buona riflessione

IL CAFFE’ di Massimo Gramellini
Elogio dell'invisibile
Quattromila persone stipate in un palazzetto ad ascoltare un guru Indiano sono l'elefante in mezzo alla stanza. Per quel che voglio dire qui, non importa se il guru di Milano sia il nuovo Osho o l'ennesima Wanna Marchi.
Quella folla variegatissima, e non liquidabile con una smorfia, è il sintomo di un bisogno generato da un malessere non solo economico, ma esistenziale.
Fa fatica a capirlo la cultura ufficiale che, impregnata com'è di illuminismo, crede solo nella mente e in tutto ciò che si può misurare.
Fa fatica a capirlo la scuola: i nuovi manuali di filosofia dedicano quasi più spazio al materialista Democrito che all'idealista Platone, il quale da venticinque secoli si ostina a ripeterci che esiste qualcosa di non percepibile dai sensi.
Ma fa fatica a capirlo anche la religione, altrimenti non si spiegherebbe perché ha rinunciato a parlare di temi spirituali per concentrarsi su quelli sociali.
E la politica? Ormai tutti i governi sembrano governi tecnici, dato che nessun partito coltiva più una visione del mondo e dell’uomo, e tutti litigano soltanto sui conti della spesa.
Alle persone spaventate dal futuro, la destra risponde speculando sulle paure e la sinistra irridendole, talvolta con disprezzo.
E dovremmo stupirci se persino nella frenetica, pragmatica Milano il desiderio di rassicurazione e pace interiore riempie i palazzetti?
Bisognerebbe ricordarsi che la favola più famosa del Novecento, il Piccolo Principe, lo è diventata per una frase: l'essenziale è Invisibile agli occhi.

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