"Le Pagine del Cuore"
"Le Pagine del Cuore"
La storia si svolge in una città che non ha nome, o forse lo ha perso nel tempo, scolorito come i suoi vicoli umidi e il profumo del caffè nelle sere di maggio. È lì che Elena e Lorenzo si incontrarono, in quel tempo sospeso in cui sembra che le vite si incrocino per caso, e forse è così. Si dice che quando sei sulla strada giusta, la vita ti trova lei; non occorre cercare, basta restare in ascolto.
Elena, con le sue abitudini eleganti e malinconiche, e Lorenzo, che parlava poco e ascoltava ancora meno – loro due, a pensarci, erano la contraddizione perfetta, due pezzi che non avrebbero dovuto combaciare mai. Eppure, quella sera, il caso o forse un destino gentile li volle seduti allo stesso tavolo, in un caffè che odorava di tabacco dolce e libri consumati.
Lorenzo si aggiustò la giacca, e con un sorriso le disse: “Metti un bel vestito che ti porto fuori a cena.”
Elena sollevò lo sguardo, sorpresa. “Quale abbinamento preferisci?”
“Scegli quello che va con la felicità.”
Era una frase leggera, gettata lì come si getta un sasso nel fiume, senza sapere dove va a finire. Ma per Elena fu una breccia nel cuore, un vuoto improvviso che riempiva il silenzio. Da quella sera, non ci fu un giorno in cui non si cercarono, come il mare e la sabbia, senza mai fermarsi, senza mai chiedere il perché.
Eppure, ogni volta che si separavano, il loro amore si faceva più forte, un'assenza così vibrante che quasi pareva un'altra presenza. Tornavano l’uno dall’altra senza fretta, come se la pazienza fosse il loro unico tempo, e il mondo attorno potesse pure scomparire.
Elena, guardando il cielo notturno, pensava: “Io sono il cercatore e sono quel che cerco, solo che non lo so. Cerco dappertutto, meno che dentro di me, dove lui è sempre stato a mia disposizione.” Perché Lorenzo, in fondo, non era mai stato davvero assente. Ogni sguardo, ogni parola non detta era solo una lunga preparazione al momento in cui sarebbero diventati, l’uno per l’altra, la casa a cui tornare.
Ci furono momenti di silenzio, momenti in cui l’amore scompariva dietro le loro vite che prendevano direzioni diverse, e poi si trovavano di nuovo, come se l’assenza stessa fosse solo un altro modo per amarsi. Lorenzo, quando la guardava, diceva: “Sai che sei la persona giusta quando durante una cena non ho bisogno di controllare lo smartphone.”
Si capivano con gesti piccoli, quasi invisibili. Le parole erano baci, e i silenzi erano sguardi che dicevano tutto. Ogni pagina del loro amore si apriva come un segreto sussurrato, un tesoro che custodivano gelosamente. Ogni parola era un bacio, e ogni bacio era una promessa, una promessa che nessuno di loro sapeva pronunciare, ma che entrambi capivano benissimo.
Alla fine, non c’erano né promesse né addii, né lacrime né addii eterni. Solo un libro mai finito, scritto a quattro mani, le cui pagine vivevano tra le pieghe del loro cuore.
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