Intervista al Dott. Antonio Bruno: L’eredità intellettuale di Humberto Maturana


 

Intervista al Dott. Antonio Bruno: L’eredità intellettuale di Humberto Maturana

Intervistatore: Buongiorno Dott. Bruno, e grazie per essere con noi oggi. Lei ha spesso parlato dell'influenza del biologo e filosofo cileno Humberto Maturana. Come descriverebbe il suo impatto sul mondo scientifico e umano?

Dott. Antonio Bruno: Buongiorno e grazie a voi per l'invito. Humberto Maturana ha lasciato un'impronta straordinaria, non solo nella biologia, ma anche nelle scienze sociali e nella filosofia. Con la sua visione sistemica della vita, ci ha fatto capire che gli esseri viventi non esistono in isolamento ma sono interconnessi. La sua teoria dell’"autopoiesi" ha cambiato la nostra comprensione della vita stessa, mettendo in risalto l’idea che gli organismi viventi siano capaci di autorganizzarsi e autoriprodursi, un concetto applicato in ambiti che vanno dalla biologia alla sociologia, fino alla teoria dei sistemi.

Intervistatore: L’autopoiesi è sicuramente uno dei concetti più noti introdotti da Maturana. Può spiegarci come si applica alla vita umana e al nostro modo di interagire?

Dott. Antonio Bruno: Certamente. L’autopoiesi, che significa letteralmente “autoproduzione”, si basa sull’idea che ogni organismo è coinvolto in un ciclo di continua autogenerazione. Quando applichiamo questo concetto alla vita umana, possiamo vedere come, al pari delle cellule che si autorigenerano, anche noi costruiamo costantemente noi stessi attraverso le nostre scelte e interazioni. Questo principio ci invita a riflettere su come viviamo e su come ci relazioniamo con gli altri, spronandoci a essere responsabili verso il nostro ambiente e le nostre comunità.

Intervistatore: Questo aspetto sembra anche legato al concetto di "umanizzazione" di cui Maturana parlava. Qual è la sua visione su questo tema?

Dott. Antonio Bruno: Maturana era un forte sostenitore dell’umanizzazione, soprattutto in ambito educativo. Secondo lui, l’educazione non doveva basarsi sulla competizione, che tende a dividere, ma sulla cooperazione, che invece unisce. L’idea è di creare un ambiente in cui il “gioco” e l’esplorazione sono parte dell’apprendimento. Questo significa favorire la crescita individuale, riconoscendo che l’apprendimento è un processo di scoperta reciproca, in cui l’empatia gioca un ruolo centrale.

Intervistatore: Maturana parlava anche della percezione come processo collettivo, sostenendo che il linguaggio forma la nostra realtà. Qual è il significato di questa idea nel contesto sociale?

Dott. Antonio Bruno: È un concetto potentissimo. Maturana riteneva che il linguaggio non solo esprimesse i nostri pensieri, ma contribuisse a formare la nostra realtà. Quando pensiamo alla percezione come qualcosa di individuale, dimentichiamo che è fortemente influenzata dalle interazioni sociali. Il linguaggio è un fenomeno collettivo e ogni parola che usiamo porta con sé un mondo di significati condivisi. Questo ha implicazioni profonde sulla nostra vita quotidiana, perché ci fa capire che siamo legati agli altri in modo intimo e profondo.

Intervistatore: E che ruolo ha l’empatia in questa visione?

Dott. Antonio Bruno: L’empatia è essenziale per Maturana perché ci permette di “vedere l’altro” e riconoscerlo come parte di noi. Come lui stesso diceva, vedere qualcuno o qualcosa è anche sentire il bisogno di connettersi. Attraverso l’empatia, possiamo costruire relazioni che rispettino l’altro e che superino l’egoismo. Questo si estende alla nostra relazione con l’ambiente e con la società in generale, facendoci capire che il benessere dell’altro è legato al nostro.

Intervistatore: Qual è, secondo lei, il lascito più importante di Humberto Maturana?

Dott. Antonio Bruno: Credo che il suo lascito più profondo sia la convinzione che il cambiamento sociale e umano sia possibile attraverso la trasformazione del modo in cui percepiamo e viviamo il mondo. Maturana non ci ha dato risposte pronte, ma ci ha fornito gli strumenti per trovarle da soli. Il suo approccio alla scienza è unico perché ha saputo unire la ricerca scientifica con un richiamo alla nostra umanità. La sua eredità è, in fondo, un invito a esplorare la nostra umanità, a essere consapevoli delle nostre scelte e a costruire un mondo più empatico e consapevole.

Intervistatore: Grazie, Dott. Bruno, per questa profonda riflessione su un pensatore così straordinario.

 

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