E' Natale, non soffrire più!


 E' Natale, non soffrire più!

C'è un sogno che galleggia sulle luci di Lecce. È un sogno che sa di Natale, di strade accese e calde, di mani che si stringono e di passi che rimbombano sui ciottoli antichi. Lecce, la città che ci guarda vivere, e che vive per essere amata. Una città che ci tiene uniti come l’aroma del caffè la mattina, che ci porta a scaldarci sotto le stesse luci quando le serate d’inverno si fanno fresche.
Eppure, proprio in questo tempo di attese e di luci, si accende una discussione. Paolo e Alessandro, due cuori che battono per Lecce, e che lottano ognuno con la sua idea di bellezza, di cura, di responsabilità. Ma, come capita tra chi si vuol bene, finiscono per trovarsi a metà strada, lì dove non si combatte ma si confronta.
Da un lato, c’è Paolo, che guarda Lecce e pensa che tutto meriti di brillare un po’ di più. Vorrebbe il Natale a farsi strada nelle piazze, nelle vie, nei vicoli stretti che parlano di un passato che non se n’è mai andato. Vorrebbe che il mondo vedesse quanto può splendere la sua città, se solo qualcuno desse una mano a illuminare questa magia.
Dall’altro lato, c’è Alessandro, che conosce le mappe dei bilanci, delle casse regionali che vorrebbero essere più capienti, ma che si scontrano con leggi di gravità che solo l’amministrazione conosce. Non è questione di volontà, ma di risorse che restano come bloccate sotto un cuscino che non si riesce a sollevare. Alessandro vuole dire a Paolo che i sogni sono belli, ma che hanno bisogno di ali, e quelle ali costano.
E allora ci chiediamo: com’è che Lecce, che sa di sole e di mare, che sa di festa e di pietra bianca, si ritrova così, divisa proprio quando vorrebbe essere unita? Che la politica lasci spazio alla poesia, alla bellezza di trovarsi e riconoscersi nella stessa piazza, alla stessa ora. Che Paolo e Alessandro si siedano a guardare le luci accendersi insieme, per dare una mano alla nostra città senza dividersi, ma trovando un accordo che profumi di speranza.
Perché Lecce è lì, che ci aspetta, che aspetta il Natale come un bambino aspetta la neve, e ha bisogno di noi, tutti, non di divisioni o di mani che si allontanano. Lecce ci guarda come un’amica che ci chiede solo di volersi bene, senza pensare a chi ha ragione e chi ha torto. E allora, sotto la stessa luce, tra le stesse luci, facciamo brillare Lecce di quel calore che è l’unica cosa che conta davvero.

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