"L'Istante Infinito"
"L'Istante Infinito"
Era come scivolare nell’acqua, quella prima volta che la vidi. Non camminava: le sue scarpe sfioravano il pavimento, e nel silenzio del mondo il suono dei suoi passi si dilatava, riempiendo le pareti e facendomi dimenticare di respirare. Non era il caso di farlo, mi dissi, e forse non ne avevo nemmeno il diritto. Esisteva in quell’istante solo lei, un movimento appena accennato, come quello di una pagina che volteggia appena nel vento.
Capii presto che pensavo sempre a lei, anche prima di conoscerla. Credevo fosse qualcuno che mi avrebbe portato l'amore, qualcuno che mi avrebbe trascinato, strappato via da quel vuoto che mi abitava. Ma no, era diverso: fu il mio amore per lei a disegnare la sua presenza, a tracciarne la forma, come se ogni mio desiderio avesse tessuto una trama che solo lei poteva abitare. E a poco a poco divenne reale.
Qualsiasi cosa io toccassi, diventava lei. La carta, il tavolo, il bicchiere tra le mie dita — ogni cosa diventava lei. Potevo sentire le sue mani al posto delle mie, attaccate ai miei seni. Mi accorgevo che le mani le controllava lei, non io, e quel pensiero mi portava a perdermi ogni volta un po' di più. Bastava un respiro, un pensiero, e lei era lì. C'era, in un modo che rendeva tutto il resto sfocato e marginale.
Vivevo senza passato né futuro, solo l’istante presente, perché il futuro, se davvero esisteva, era il qui e ora. E io non sapevo dove quel qui e ora mi avrebbe portato. C’erano attimi in cui avrei voluto indietreggiare, cercare un domani più sicuro, ma non potevo. Ogni passo che facevo disegnava un frammento di destino, e ogni frammento era plasmato da ciò che provavo per lei.
Ricordo tutto, anche il suo respiro. Ma più di ogni altra cosa, ricordo il primo bacio. Non le sue labbra, no: il modo in cui il mondo si ritirò, quasi per rispettare quel momento, lasciandoci soli in un’assenza totale di suoni, colori, e confini. Era come sfiorare il margine dell'eternità. Non l’avevo mai provato prima, non con quella intensità. Come se il primo bacio fosse una promessa non fatta di parole, ma di silenzio.
E anche quando facemmo l’amore per la prima volta, un atto così profondo da sembrare l’origine e la fine di ogni cosa, sapevo che il primo bacio, quel semplice contatto, racchiudeva già tutto. Era in quel primo bacio che avevo visto, per la prima volta, il nostro amore.
Di tanto in tanto, mi chiedo se sia stato reale. Ma poi, di notte, quando sfioro le lenzuola fredde, sento la sua presenza tra le pieghe, e so che anche se il mondo ci separa, lei è qui.
Antonio Bruno
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