Restare


 Restare

Restare. Una parola semplice, quasi sussurrata, eppure ci racchiude tutto quello che non sappiamo dire.
Quando scende la sera, ci sono sempre alcuni istanti che non assomigliano a nient’altro, e in quegli istanti, ci siamo noi. Sospesi. Come se l’universo fosse in attesa, immobile, solo per vedere cosa decideremo. E in questa città che non dorme mai, dove i sogni si mischiano alla polvere dei vicoli e l’aria ha il sapore salato di chi ha aspettato troppo, io mi accorgo di guardarti con lo stesso stupore con cui si guarda un tramonto che non si vorrebbe lasciar svanire.
Tu sei lì, accanto a me, e sembri ascoltare i miei silenzi, come se avessi capito che ci sono parole che, per troppa fragilità, non possono essere pronunciate. E intanto, la luce scivola via lenta, tingendo il cielo di un colore indeciso, a metà tra il giorno e la notte, proprio come noi, intrappolati tra un passato che ci insegue e un futuro che non abbiamo ancora il coraggio di toccare.
Jep ti guarda, e non c’è nulla nei suoi occhi che chieda o pretenda. C’è solo quella curiosità gentile, quella piccola carezza fatta di domande che non hanno bisogno di risposte. Lo dice, ma è come se non servisse a nulla dirlo. “Non ho secondi fini,” sussurra, quasi per sé stesso, come se per una volta bastasse essere solo un uomo davanti a una donna, con il desiderio puro di capire chi si nasconde dietro ogni sguardo.
E tu, Ramona, abbassi gli occhi, come chi ha sempre vissuto sul confine tra fiducia e disincanto, e dici solo, quasi con un sorriso: “A me non m’è mai capitato.”
È questo il nostro punto di partenza. Due ombre incerte che cercano di toccarsi senza bruciarsi, che si fermano sulla soglia di qualcosa che non sanno se chiamare amore o abitudine o forse, semplicemente, vita. Perché a volte l’amore è solo questo: è restare, senza bisogno di risposte.
E allora resto. Resto, nonostante i silenzi che pesano come notti senza stelle, nonostante la paura che ho di perderti anche quando ti ho accanto. Resto come si resta davanti al mare d’inverno, quando ogni onda sembra una promessa, e il freddo taglia la pelle ma ti fa sentire vivo. Resto con il cuore che si stringe in questo margine perfetto, dove ogni cosa è ancora possibile, e niente deve per forza accadere.
Ti guardo, e non so se riuscirò mai a dire tutto quello che sento. Ma forse, in fondo, non è necessario. Forse l’amore è davvero solo questo: essere lì, fermi, di fronte a qualcuno che ti guarda come se fossi il segreto più bello mai svelato.
Alla fine, la sera si chiude intorno a noi, e il mondo si dissolve, lasciandoci in questa quiete che sa di eterno. Non so se ti chiederò di restare ancora, se ci sarà un’altra notte come questa. Ma so che stasera, almeno per un momento, abbiamo vissuto tutto quello che c’era da vivere.
E nella tua ombra leggera, mentre il sole scende e il silenzio ci abbraccia, io rimango. Perché amare, a volte, è semplicemente questo: è restare.

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