La tradizione della Befana che ricordo io

La befana Via Vittorio Emanuele II “ te lu Barra Scardinu”di fronte all’entrata secondaria “te la chiazza cuperta”
La foto è di Lucia Pisano presa dal suo diario Facebook


“… io scrivo per me. Scrivendo torno a quei giorni, ascolto le voci, annuso gli odori, percepisco quell’aria qui e ora. La scrittura per me è una meravigliosa macchina del tempo”

Io preferisco la tradizione dei doni portati dalla Befana all’odierno sfavillio dei regali fatti da Babbo Natale. Si, perché c’era una distinzione tra una festa soprattutto religiosa, anche se di una religiosità naturale, come quella del Natale e l’antichissima tradizione della Befana.
A San Cesario di Lecce io mi ricordo la befana in carne ed ossa. Una era in Via Dante “allu Bar te lu Ziu Mimmi” un’altra era in Via Vittorio Emanuele II “allu Barra Scardinu”di fronte all’entrata secondaria “te la chiazza cuperta” e poi c’era la befana della cartoleria dell’appuntato Tieni in Via Unità d’Italia dove ho abitato per 5 anni prima che la mia famiglia si trasferisse alle case ina.

La befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Il vestito alla romana
Viva, viva la Befana

Questa è la versione della mia mamma della filastrocca più famosa sulla befana. Ci diceva che i doni sarebbero stati distribuiti la notte del 5 gennaio solo ai bimbi buoni. Invece per i bimbi cattivi ci sarebbe stata solo cenere e carboni.
Tutto, sia i doni che la cenere coi carboni, la befana li avrebbe lasciati nella calza che ognuno di noi bambini la sera del 5 gennaio disponevamo nei pressi del camino.

A casa mia c’era una cucina economica e non avevamo il camino. Le nostre calze le mettevamo li, alzando la chiusura “te lu focalire” le fissavamo sulla maniglia e poi andavamo a letto in attesa della mattina.
Negli anni 60 il tutto veniva annunciato dalla Tv. A casa mia c’era la Tv e mio padre nel 1960 l’aveva acquistata dai tedeschi, lui sosteneva che per le cose a valvole i tedeschi erano all’avanguardia. Si trattava di una Tv Grundig Zaubenspiegel 439 B&N che fu lanciata sul mercato nel 1958/59.
Nella Tv veniva annunciata la visita della Befana. Trasmissioni televisive in bianco e nero ci facevano sognare i regali che da li a poco avremmo visto.

Negli anni 60 c’era a San Cesario di Lecce la befana della Società Operaia di Mutuo Soccorso ma tutte le amministrazioni come la scuola, i ferrovieri, i vigili urbani, insomma tutti organizzavano la befana per i figli dei dipendenti.
Mio padre faceva il ferroviere ed io e le mie sorelline partecipavamo allo spettacolino organizzato nei locali del dopolavoro ferroviario.
La mattina presto tutti noi bambini di corsa a vedere che cosa c’era nella calza. Un regalo e le caramelle con le cioccolatine.

Che bella la befana, ma subito dopo c’era una certezza ovvero siccome l’Epifania tutte le feste le porta via a scuola tra i banchi per continuare ciò che avevamo sospeso a Natale!


Antonio Bruno


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