Un’avventura, ogni giorno è un’avventura

 

Appunti di viaggio, giorno sesto

Una carovana che attraversa il Salento leccese e non solo. Una banda è una vera e propria Comunità di musicisti che attraversa questo tempo da quando in Italia si inventò il MELODRAMMA.
E’ sempre la stessa musica sempre e per sempre, quella delle Opere liriche che mossero il cuore e l’anima e che lo muovono ancora oggi. Fiati e timpani diretti da qualcuno che sa quello che fa. Per far salire in alto l’anima degli astanti, per colorare di sentimento le luminarie che inondano di luce le strade e i palazzi, per sostenere la vendita di profumi e balocchi delle baracche belle e di quelle stese a terra su un asciugamano, delle persone che sono venute da lontano e che vedi arrivare con auto datate stracolme di sacchetti di plastica.
Uomini e donne coraggiosi e pronti all’avventura. Salutano sull’uscio di casa mogli, mariti e figli e partono verso l’ignoto di queste terre difficili, piene di persone problematiche e sempre pronte alla critica. Incontentabili come la pubblicità degli anni 60.
La banda con quelle casse di legno che sembrano il corredo di artiglieria pesante campale per la guerra e che invece contengono gli strumenti musicali per la pace. Si muovono con i pullman, dormono nelle scuole pubbliche e qualcuno di loro fa il cuoco, che un po’ di pasta al sugo, se hai fame, non te la nega nessuno. Già, ricordo che mia madre mi insegnò a fare la pasta e il sugo, non sia mai che rimanessi digiuno.
Un’avventura, ogni giorno è un’avventura, un ritorno alla vita raminga dei nostri padri, quelli che dalla scaturigine dell’africa, un chilometro all’anno, hanno colonizzato il pianeta.
Non ho il coraggio di partire. Un amplificatore in spalla e le basi musicali, un microfono e, di città in città, guadagnarmi da vivere e andare, sulla strada sino al prossimo paese, sino al prossimo concerto.
Io e un amplificatore portatili a batteria, con microfono senza filo; di paese in paese, di città, in città: una vita vera, precaria, avventurosa, fantastica!
foto degli anni ’30, probabilmente la banda di Gioia del Colle. Tra i musicanti anche il nonno di Giuseppe Corvaglia (con i piatti).

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