NON CI SONO POTERI BUONI

 

NON CI SONO POTERI BUONI

PIERO IGNAZI, professore ordinario di Politica comparata dell'Università di Bologna, ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI oggi 7 luglio 2023, nel quale descrive i comportamenti delle donne e degli uomini che hanno il governo dell’Italia.

Più in generale, nelle conclusioni del suo articolo, il Prof. Ignazi ha affrontato il tema dell’alternativa a questi comportamenti dei nostri governanti, affermando quanto segue:

“Questo governo di incompetenti e di sguaiati dovrebbe trovare un argine in una opposizione compatta e battagliera, più attenta invece a distinguersi che a cooperare per proporre una alternativa.”

Questo disappunto degli osservatori intorno alla mancata omogeneità di tutti quelli che oggi SONO MINORANZA IN PARLAMENTO, è serpeggiato anche ieri sera a Lecce.

Gli osservatori hanno così semplificato la situazione:

quelli che hanno il potere sono tutti uniti, quelli che non ce l’hanno, ma che brigano per ottenerlo rovesciando i potenti attuali, lo fanno ognuno per conto proprio, conseguentemente restando divisi, rendendo velleitaria la loro guerra che, sempre secondo gli osservatori, non hanno alcuna speranza di vincere alle prossime elezioni.

Ho osservato la depressione ai limiti della disperazione di questi osservatori, che più che tali, appaiono come nemici dell’attuale governo, che evidentemente non va loro bene, e che vorrebbero vedere presto travolto con i protagonisti di oggi “fatti fuori”.

Sempre ieri sera ho osservato la soddisfazione nel dire ai presenti che nel 2015 c’era Matteo Renzi, e sghignazzando in cuor loro, si sono affettati a chiedere a tutti, con fare sornione: “ve lo ricordate Renzi?”. E poi hanno elencato una serie di sconfitti chiedendo nell’ordine: ve lo ricordate Di Maio? O anche: ve lo ricordate Giuseppe Conte? E ancora: ve lo ricordate Matteo Salvini? E infine: ve lo ricordate Mario Draghi?

Tutti potenti di qualche anno addietro oggi nella polvere, o addirittura scomparsi dalla circolazione, e nel dirlo ho potuto vedere che questi qui, che dovrebbero raccontarci quello che succede, invece gongolano, soddisfatti delle disgrazie improvvise e repentine delle donne e degli uomini di potere; come a dire: “avete visto tutti questi qua, che fine hanno fatto?”

Ieri dicevo a un caro amico, che mi chiedeva perché fossi ancora lì, ad ascoltare quelle rancorose descrizioni, questo amico me lo chiedeva mentre lui invece ormai esausto per noia, andava via dalla conversazione di cui vi ho riferito, che IL MIO MONDO NON E’ IL LORO MONDO.

Questi qui, questi “specchiatori” più che osservatori, non fanno altro che specchiarsi nella scatola magica, chiamata Tv, o giornale o Cellulare facendo rimbalzare, sino a farlo seppellire nella profondità della loro unicità, IL LORO UNICO MONDO, sostituendolo con la banalità della nostra cultura patriarcale della competizione che riduce a marmellata tutto e tutti.

Un tempo ci cascavo anch’io, come c’è cascato il buon Prof. Ignazi, che spera nella riscossa dell’esercito di quelli che SONO SENZA POTERE, ma che lo fanno dannare perché dispera che possano mai conquistarlo, divisi come sono.

Per questi “specchiatori” e per il Prof. Ignazi, questi che oggi sono nella polvere, SONO I POTERI BUONI. Tutti dimentichi della profezia del mai dimenticato Fabrizio De Andrè:

Certo bisogna farne di strada

Da una ginnastica d'obbedienza

Fino ad un gesto molto più umano

Che ti dia il senso della violenza

Però bisogna farne altrettanta

Per diventare così coglioni

Da non riuscire più a capire

Che non ci sono poteri buoni

Da non riuscire più a capire

Che non ci sono poteri buoni

Fabrizio De Andrè, “Nella mia ora di libertà” dall’album Storia di un impiegato 1973

Buona riflessione

TRA SCANDALI E CATTIVE MANIERE
Il governo che ha messo al bando la vergogna
PIERO IGNAZI politologo
Aveva ragione Cirino Pomicino nel definire Daniela Santanchè senza vergogna. La sua esibizione in Senato lo ha confermato una volta di più. Indispettita per essere stata messa con le spalle al muro dalle rivelazioni delle sue malversazioni societarie di cui anche quotidiani tutt'altro che nemici hanno fornito conferme, non ha fatto altro de seguire il refrain del più puro berlusconismo d’antan: attaccare media e magistrati in linea peraltro con i sodali internazionali del suo partito al potere in Polonia e Ungheria. Tuttavia non è solo il ministro del Turismo a essere senza vergogna. È una caratteristica condivisa dal governo e dalla maggioranza nel suo complessa Qualche esempio. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, oltre a descrivere i migranti come carichi a perdere è arrivato a negare l'evidenza e le sue responsabilità nella tragedia di Cutro. Buon secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che balbetta di informazioni segrete ma non troppo se divulgate dai suoi sodali di governo, per arrivare a dare il la all'evasione fiscale di massa, argomentando le difficoltà a pagare le tasse dei poveri imprenditori (che, notoriamente non possono permettersi un commercialista). Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, da par suo ha rilanciato messaggi xenofobi paventando la "grande sostituzione” della razza bianca, un topos della estrema destra razzista di tutta Europa. Era il rovello che tormentava Anders Breivik, il norvegese che sterminò 77 giovani socialisti, ritenuti responsabili di quel progetto. Lollobrigida ha fatto la parte dell'ingenuo. Invece chi viene dal quel mondo come il nostro ministro, sa benissimo cosa significhi grande sostituzione Abbiamo poi il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che ha offerto un'altra perla del suo stile triviale e sessuomane, discettando di imprese erotiche al museo Maxxi di Roma. Dopo una tale esibizione che sarebbe istruttivo proiettare in contesti europei per vederne le reazioni le sue dimissioni sarebbero state imposte nel giro di un nanosecondo. Ma inutile sperare la civiltà delle buone maniera è stata sepolta da vent'anni e più di egemonia culturale forzaleghista. Infine, e soprattutto, sono senza vergogna quei politici che hanno linciato il deputato Soumahoro per gli illeciti compiuti dalla sua famiglia, a cui lui era del tutto estraneo, mentre oggi reggono la coda a Santanchè una pletora di urlatori razzisti che non esitano a comportarsi in parlamento come ultras delle curve quando parla Souhamouro, sommergendolo di ululati, al punto che meriterebbero anch'essi un daspo come i tifosi. Questo governo di incompetenti e di sguaiati dovrebbe trovare un argine in una opposizione compatta e battagliera, più attenta invece a distinguersi che a cooperare per proporre una alternativa.

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