COME OTTENERE L’UGUAGLIANZA

 


COME OTTENERE L’UGUAGLIANZA

EMANUELE FELICE professore ordinario di politica economica presso la Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, dove insegna Economia della cultura e Storia economica, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI oggi 8 luglio 2023 che illustra un progetto “di massima” per la nostra convivenza sociale.

Condivido il progetto di massima del Prof. Felice e penso che tale progetto dovrebbe essere oggetto di conversazioni con i cittadini italiani che lo desiderino. Io ringrazio il Prof. Felice e il giornale Domani per l’opportunità che mi ha dato che mi consente di prendere parte a questa conversazione.

Il progetto del Prof. Felice prende in esame l’uguaglianza, che è uno dei tre valori del mio orizzonte ideale, libertà, uguaglianza, fraternità.

Ne consegue che se io insieme al Prof. Felice, sentiamo la necessità e l’urgenza di un progetto di convivenza sociale che determini l’uguaglianza, significa che almeno io ed il Prof. Felice abbiamo osservato che la nostra convivenza sociale è storicamente contraddistinta per LE DISCRIMINAZIONI.

In altri miei scritti ho dimostrato come le discriminazioni siano giustificate DA TEORIE, e tra queste, le teorie che più di altre giustificano le discriminazioni, sono quelle economiche.

I miei studi nella Facoltà di Agraria di Bari sono stati ad indirizzo Economico – estimativo sotto la guida dei maestri Decio Scardaccione (il gestore della Riforma Fondiaria in Puglia e Lucania oltre che in Molise) e Giuseppe De Meo, studioso di cooperazione agricola e quindi la mia formazione è più indirizzata alla programmazione economica che al neoliberismo.

Ebbene, tutti i ragionamenti del Prof. Felice, che ripeto io condivido, se non mettono in discussione il neoliberismo e la competizione, sono destinati ad essere velleitari, o peggio, a spiaggiare nella propaganda becera.

Caro Prof. Felice, nessuno degli attori politici, sia quelli che HANNO IL POTERE, che quelli che brigano PER STRAPPARLO DI MANO A CHI OGGI LO DETIENE, mette in discussione IL PRESUPPOSTO DI TUTTE LE DISCRIMINAZIONI, ovvero il neoliberismo che è conseguenza della nostra cultura patriarcale.

Le conversazioni tra di noi su questo argomento sarebbero davvero molto interessanti. Io naturalmente ritengo che l’unico modo per ottenere l’uguaglianza è desiderare di abbandonare il neoliberismo economico che poi è la conseguenza della nostra cultura patriarcale.

Potenti di oggi e sgomitatori sociali che sbavano per divenire i potenti di domani, non sono adeguati né hanno interesse a questa conversazione. Ecco perché il mio invito è rivolto agli scienziati che siccome sono impegnati al miglioramento delle condizioni di vita di tutti, hanno la possibilità di darsi questo compito.

Buona riflessione

IL COMMENTO
Una strada da seguire per unire l'opposizione
EMANUELE FELICE economista
L’iniziativa di (quasi) tutte le opposizioni sul salario minimo ha spiazzato la maggioranza e mostrato, per la prima volta dalle elezioni, che un'altra Italia è possibile un'Italia fondata sul lavoro buono contro l'idea fallace che per competere bisogna accettare la compressione indefinita dei salari (e che infatti ha avuto per conseguenza di renderci ancora più poveri). Si tratta di un metodo che deve essere replicato.
La destra infatti vince perché mobilita il suo elettorato grazie a una visione comune e che appare vincente.
In sostanza, risponde alle paure e all'incertezza riscoprendo un'idea di comunità nazionale che esclude gli immigrati e le minoranze e crea nemici esterni, mentre sull'economia applica la tradizionale logica del si salvi chi può (cioè il più forte, o il più privilegiato): il ceto medio, impoverito, che se la prende con chi sta peggio.
Le opposizioni hanno il dovere di costruire una visione alternativa, combattere le disuguaglianze, garantire i diritti e salvare l'ambiente è l'unico modo che abbiamo per vivere meglio, per una crescita orientata al benessere.
Come si costruisce questa visione, come farne la premessa per un'alleanza politica vincente? Proprio con iniziative esemplari che incidano sulla vita dei cittadini e mettano in risalto le contraddizioni del governo. Un tema è il Pnrr. I fondi europei, che il governo rischia di perdere, sono innanzitutto risorse destinate a ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali Sono soldi per la sanità, per l'istruzione per la conversione ecologica e le infrastrutture, alla battaglia per il Pnrr si deve legare quella per beni pubblici di qualità, dalla sanità all'istruzione, in tutto il paese. Un altro tema è l'autonomia differenziata: esemplare della logica del si salvi chi può, che spacca l'Italia e che, almeno a giudicare dalla storia economica peggiorerà ulteriormente le cose e può finire per indebolire perfino la forza dei sistemi produttivi del Nord: il Sud, e l'Italia, avrebbero bisogno di ben altre riforme che vadano nella direzione di creare sinergie e standard comuni.
Terzo: proposte per contrastare la rendita immobiliare e garantire il diritto alla casa e allo studio ad esempio, limitando le locazioni turistiche e con un programma di edilizia pubblica da finanziare con una sovrattassa sulle case sfitte limitata alle città turistiche e universitarie.
Quarto: un piano per l'installazione di pannelli solari su tutti i capannoni industriali e commerciali, da legare alla semplificazione delle norme per le comunità energetiche con risparmi sulle bollette dei cittadini.
La strada per costruire un'alternativa che sia credibile e vincente è ancora lunga, certo. Ma le occasioni non mancano, con iniziative che siano a un tempo ideali e concrete.

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