Sul potere secondo i moderati e secondo gli estremisti

 

Sul potere secondo i moderati e secondo gli estremisti

Nadia Urbinati, titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI oggi 27 luglio 2027.

In sintesi la Prof.ssa Urbinati fa delle distinzioni che hanno lo scopo di confutare la opinione diffusa in tutt’Italia che il Partito Democratico si sia trasformato in UN PARTITO ESTREMISTA e che questo sia plasticamente evidente nei comportamenti del capo del partito democratico che oggi è la Signora Elly Schlein.

Per poter comprendere cosa è il Partito Democratico, il Partito dei Fratelli d’Italia e tutto il resto dei partiti, in parlamento e fuori del Parlamento, partiamo dalla definizione di estremismo scritta dalla stessa Prof.ssa Urbinati:

“In generale estremisti dovrebbero essere coloro che hanno un'ideologia dogmatica che non ammette compromessi, che dividono il mondo in due parti che si autoescludono che possono quindi giustificare la violenza.”

Nel mio paesello San Cesario di Lecce, alle scorse elezioni comunali, venne attribuita questa definizione ad alcuni concittadini che, fieramente, “VOLEVANO STARE SOLO TRA DI LORO” e che dopo le elezioni che li ha visti giungere ULTIMI, SONO RIMASTI “SOLO LORO”: GLI IRRIDUCIBILI! Questi qui il POTERE lo volevano tutto per loro e, al massimo, erano disposti a far cadere dal tavolo qualche briciola da dare ai clericali che oggi come oggi sono dappertutto, pronti ad accontentarsi pur di avere pure loro un po’ di potere.

Ecco nel mio paesello, San Cesario di Lecce, I MODERATI sono i clericali, che SI ACCONTENTANO E NON PRETENDONO DI AVERE IL POTERE TUTTO LORO, e gli ESTREMISTI sono quelli che volevano stare solo tra di loro PER AVERE TUTTO IL POTERE.

Da questo punto di vista è possibile fare delle distinzioni tra i partiti italiani. È facile vedere chi siano gli estremisti (quelli che vogliono TUTTO IL POTERE) e chi invece possa annoverarsi tra i moderati (quelli che si accontentano del potere che “passa il governo”).

Alla luce di questo criterio distintivo, ognuno di noi può etichettare i partiti che gli vengono in mente come moderati oppure estremisti.

Una mia riflessione. Secondo me essere estremisti o moderati NON HA NULLLA A CHE FARE CON LE DISTINZIONI OPERATE NELL’ARTICOLO della Prof.ssa Urbinati e specificamente con:

1. il salario 'dignitoso' e la proposta del salario minimo;

2. l'equo compenso per gli avvocati;

3. sulle bambine e bambine con diritti eguali;

4. diritti alle persone in ragione di come sono state messe al mondo;

5. nascere o risiedere in una regione invece che in un’altra non deve tradursi in condizioni diseguali di opportunità;

6. una federazione competitiva, dove ciascuna regione vada per conto proprio;

7. il clima viene regionalizzato.

Non c’entra nulla il modo di esercitare IL POTERE con quello che ho appena scritto. Anche perché la nostra cultura patriarcale non prevede collaborazione, ma competizione. Tutti i partiti sino ad ora hanno espresso la nostra cultura patriarcale. Quindi tutte le buone intenzioni di adesione ai principi che SONO IL MIO ORIZZONTE IDEALE ovvero libertà, uguaglianza e fraternità, non sono i comportamenti di nessuno dei partiti italiani che sono impegnati quotidianamente IN UNA GUERRA VIOLENTA COMPETITIVA AL LORO INTERNO PER DIVENIRE I CAPI INDISCUSSI E CON GLI ALTRI PARTITI PER LA CONQUISTA DEL POTERE – L’ESCLUSIONE DEI VINTI E LA SOTTOMISSIONE DI TUTTI GLI ALTRI.

Buona riflessione

GLI IMBROGLI DEI FINTI LIBERALI
Gli estremisti di governo che passano per moderati
NADIA URBINATI politologa
Il tormentone di questa torrida estate è -estremismo-. A commento del risultato elettorale spagnolo gli italici centristi hanno mostrato orrore per gli schieramenti -estremi' usciti dalle urne.
Difficile dire che cosa esattamente significhi `estremismo' visto che l’aggettivo viene usato solo per denotare la sinistra non anche la destra.
In generale estremisti dovrebbero essere coloro che hanno un'ideologia dogmatica che non ammette compromessi, che dividono il mondo in due parti che si autoescludono che possono quindi giustificare la violenza.
In Italia Elly Schlein e il Pd vengono fatti rientrare in questa cornice, non invece la destra post fascista che ci governa — a confronto Giorgia Meloni sembra un Giovanni Malagodi al femminile.
Il discorso sui diritti viene identificato con l’estremismo, quello sul privilegio censuale viene identificato con il moderatismo. I nostri liberali d'acqua dolce non considerano che quando si parla di diritti si parla di istituzioni di garanzia di limitazione del potere della maggioranza di eguale dignità delle persone.
Che cosa c'entra tutto questo con l'estremismo? Nulla ovviamente. Il discorso dei diritti recide alla radice l'estremismo che si regge sulla forza propagandistica degli interessi di parte.
E’ dunque e la destra al governo che rientra nella categoria dell’estremismo non si presta a mediare sui casi celatami di indecenza istituzionale, difendendo ministre e ministri perché sono i “suoi"; divide la nazione e il mondo in due parti che si autoescludono, per cui i “patrioti" sono i reazionari di Vox e i seguaci di Fratelli d'Italia, mentre tutti gli altri sono nemici (che vanno puniti. come gli alluvionati romagnoli, lasciati nel loro fango cementificato) ha un atteggiamento di rivalsa nei confronti della storia repubblicana e decide che la “pacchia è finita”, per coloro che hanno scritto la storia della democrazia.
Nel Bel Paese questo corredo di estremismo è considerato moderate.
Qui gli estremisti soma coloro che seguono la Costituzione sul salario 'dignitoso' e quindi propongono il salario minimo — mentre sono moderati coloro che concedono l'equo compenso per gli avvocati.
Qui gli estremisti sono coloro che pensano che bambine e bambine vengano al mondo con diritti eguali, mentre sono moderati coloro che assegnano diritti alle persone in ragione di come sono state messe al mondo.
Qui gli estremisti sono coloro che pensano che la Repubblica una e indivisibile sia la norma, per cui nascere o risiedere in una regione invece che in un’altra non deve tradursi in condizioni diseguali di opportunità, mentre sono moderati coloro che vogliono una federazione competitiva, dove ciascuna ragione vada per conto proprio — perfino il clima viene regionalizzato da questi italici moderati che pensano di unire la nazione con un presidente plebiscitato. Estremismo di governo

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