CRONACHE DEL LARGO DEL PALAZZO

 

CRONACHE DEL LARGO DEL PALAZZO

Sono i tentativi degli sgomitatori sociali accecati dal piacere di essere serviti, che hanno gustato un tempo, e la cui mancanza li fa versare una vera e propria "crisi di astinenza" . Credono di riuscire a demotivare chi oggi ha il potere per strapparglielo dalle mani più agevolmente, perché il potere da dipendenza.

Ho frequentato quelli che un tempo venivano chiamati i democristiani di San Cesario. Quando arrivò chi gli strappò il potere dalle mani, lo considerarono UN USURPATORE, erano loro, solo loro, i tenutari dei posti in prima fila della Comunità. Ecco chi si è passato il testimone del potere ed oggi ne è escluso, RITIENE USURPATORI quelli di oggi che fanno esattamente quello che hanno fatto prima loro. E' UNA VERA E PROPRIA TRAGEDIA CHE SI RIPETE E VEDE LA STESSA TRAMA CON GLI STESSI PERSONAGGI, SOLO CHE GLI INTERPRETI CAMBIANO. A nulla servirebbe fare delle assemblee, non ci andrebbe nessun cittadino di San Cesario, perchè tutti LO SANNO MA FANNO FINTA DI NON SAPERE, come le tre scimiette, NON VEDO - NON SENTO . NON PARLO. Non cambia la situazione nel Paese Italia dove ci sono i prescelti che si beccano per la conquista del potere. Solo desiderando di abbandonare la nostra cultura della COMPETIZIONE, avremo finalmente LA DEMOCRAZIA, ma nel paesello bello, come lo chiami tu, nessuno lo sta facendo

DEMOCRAZIA : opera d' arte della convivenza nel rispetto reciproco .

Si parla di autostima come di un qualcosa da cui partire per acquisire presenza. Sarebbe per noi opportuno cambiare la nozione di autostima con quella di accettazione e rispetto di sé stessi.

Se ci riflettiamo quella stima è un'opinione valutativa e un parere valutativo e questo di per se non rappresenta la questione centrale, invece essere centrato sull'accettazione e sul rispetto di sé sul rispetto di te stesso, per non dover interrogarsi sulla propria legittimità o su quella del altri.

C'è collaborazione solo se vivi della legittimità di essere ciò che sei e ciò implica il rispetto di se stessi e il rispetto per il altri. Collaborazione e autonomia non implicano la negazione dell’altro; l’essere individuale non si realizza in opposizione all'essere altri; nella collaborazione c'è libertà creativa perché si è autonomi. Sii autonomo rispetto ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti e ciò non significa opporsi a loro, una persona è autonoma, purché sia focalizzata sul rispetto di sé stesso e possa esprimere la sua opinione di non essere d'accordo, senza discrepanza essere un’offesa, ma come un'opportunità riflessiva. L'autonomia è essenziale nella convivenza sociale delle persone adulte in un progetto comune, perché Costituisce il fondamento della collaborazione. La persona adulta genera uno spazio di convivenza nel quale è possibile collaborare, perché la persona che la pensa diversamente ed è tra i partecipanti esiste in autonomia e questo gli dà il rispetto di sé stesso, non devono scusarsi per essere come sono.

L' adulto non ha paura di ascoltare o di partecipare con gli altri al grande progetto comune che è cos'è la convivenza democratica. La democrazia è l’unico modo di vivere che dà la possibilità di realizzazione dell'umano come essere autonomo in grado di essere sociale in collaborazione su un progetto comune. Questo è il grande compito dell’educazione: quello dei padri, delle madri e degli attori sociali, come esseri adulti, guidare gli studenti nel processo che vivono per diventare persone adulte che si rispettano, che rispettano se stessi senza paura di scomparire se si mettono in collaborazione su un progetto di convivenza comune nel rispetto reciproco.

Se guardiamo alla storia umana, vedremo che la democrazia è l’arte della convivenza nella realizzazione di sé stesso nella comunità con gli altri. Si tratta quindi del rispetto di se stesso e per il altri che porta alla realizzazione di sé stesso da adulto, cosa che non accade in nessuno un'altra forma di convivenza.

Ulteriori aspetti della democrazia come sistema politico

La democrazia è lo spazio per la realizzazione di esseri umani come esseri autonomi, collaborativi, responsabili, fantasiosi, aperti, con la possibilità di generare spazi di convivenza nel rispetto e nella collaborazione reciproci. Quella autonomia di esistere c'è nell’inizio.

Rispetto di sé e accettazione di se stesso, deve partire dalla famiglia, in uno sguardo che parte con l’amore nel quale accogliere questo essere che viene, nell'accettazione della sua totale legittimità, non in negazione, critica o nella richiesta. Si tratta di riceverlo in uno spazio conviviale senza che questo sia focalizzato sulle aspettative di ciò che sta per essere o nel timori di ciò che gli accadrà.

Questo modo di vivere insieme deve verificarsi per tutta la vita, se vogliamo una convivenza democratica. La convivenza democratica non garantisce che non vivremo dolori o infelicità, circostanze di lotta o occasioni di competizione; ma ci rende consapevoli che la concorrenza (competizione) non lo è il centro emotivo della convivenza perchè l' amore è l’emozione primaria, quella che costituisce e fa possibile la coesistenza democratica. Il problema della democrazia nel campo dell'istruzione non è arbitrario, è centrale.

Quello che vogliamo dall'educazione nel momento storico attuale non è insegnare competenze o conoscenze per un futuro tecnologico, commerciale o politico, ma per generare una trasformazione degli studenti nel loro passaggio alla vita adulta in modo che presentarsi adulti lavoratori autonomi che rispettino se stessi, che collaborino e imparino qualsiasi cosa facendo tutto nell'opportunità della convivenza sociale, etica, creativa che è il vivere democratico .

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