Cosa vogliamo conservare del nostro pianeta? la lettera di Nicola Zingaretti al giornale “La Repubblica”
Cosa vogliamo conservare del nostro pianeta?
Ho letto la lettera di Nicola Zingaretti al giornale “La
Repubblica” che potete leggere qui di seguito. Le parole sono importanti, non
sono mai banali. Zingaretti parla di LOTTA ai cambiamenti climatici, continua a
limmaginare una ITALIA COMPETITIVA. C’è però il non piccolo particolare che la
questione “cambiamenti climatici” è risolvibile esclusivamente a livello
GLOBALE. Non serve a nulla che si mettano in atto solo in Italia e in Europa le
pratiche suggerite da Zingaretti, se la Cina, gli Usa e l’India insieme al Brasile
continuano a fare quello che fanno. Non serve assolutamente a nulla che siano
solo i cittadini dell’Italia e dell’Europa a domandarsi: “Se farò quello che ho
intenzione di fare, causerò un danno all’ambiente in cui vivo?”.
Questa domanda è necessario, anzi è indispensabile, che se
la pongano tutti i cittadini dell’Universo Mondo.
C’è la necessità che qualcuno ponga all’ordine del giorno il
governo GLOBALE DELL’AMBIENTE. Secondo la mia opinione Zingaretti ha perso l’occasione
di assumersi la responsabilità di risvegliare le coscienze, di fare degli
italiani un popolo di ambasciatori per la collaborazione e la cooperazione tra
tutti i popoli della Terra. Magari qualcuno che legge queste mie parole farà
ciò che va fatto per ottenere che tutti i cittadini del Mondo conservino la
Terra così come la conosciamo con le sue foreste, i laghi, i fiumi, il mare e
tutte le creature che la popolano. Magari lo farai proprio tu che hai finito di
leggere ora. Allora, buon lavoro!
Antonio Bruno Ferro
ORA LE SCELTE PER ESSERE DEGNI DI QUESTI GIOVANI
Caro direttore,
il 15 marzo 2019 è una data storica. Una festa mondiale, la
Festa della Terra. È stata una giornata straordinaria, che ricorderemo per
molto tempo. La protesta in tutto il mondo dei ragazzi e delle ragazze di #friday4future
rappresenta un’ondata imponente di cambiamento. Un movimento globale, aperto e
pieno di forza che vuole rompere la cappa di inquinamento e ingiustizia che incombe
sul pianeta.
Nel giorno del voto delle primarie ho voluto dedicare la mia
vittoria a Greta Thunberg, la vera paladina di questo movimento, perché sono
consapevole che senza la spinta di milioni di giovani che ci chiedono scelte coraggiose
e radicali non ce la faremo mai a cambiare. Con Greta e il suo movimento i
giovani si stanno prendendo sulle loro spalle il futuro di tutti. E sono orgoglioso
che nessun Paese al mondo abbia aderito quanto l’Italia: ben 235 cortei e manifestazioni
in tutta la penisola.
La meraviglia delle piazze piene dimostra che non è vero
affatto che i ragazzi di questo tempo sono distaccati dalla realtà o concentrati
solo sui loro telefonini a giocare. Conoscono il mondo e sanno dove sta il
futuro.
Emoziona vedere che sono protagonisti, ora. Io ieri ho
scelto di non andare alla manifestazione. Anche se confesso che avrei voluto. È
una battaglia in cui credo: per noi, per i nostri figli, per il nostro futuro.
Non sono andato perché rispetto l’autonomia delle ragazze e
dei ragazzi scesi in piazza e anche il loro atto d’accusa verso la politica. E
so bene che a noi non è richiesto fare passerelle, ma è richiesta coerenza
nelle scelte e nelle politiche. Questo è l’unico modo di essere degni di tanta
passione e coraggio. Bisogna fare scelte chiare. Partiamo dalle buone pratiche
nel pubblico: impegniamoci oggi per eliminare in due anni i rifiuti plastici in
tutte le pubbliche amministrazioni, dentro un ciclo completo di economia
circolare nella gestione dei rifiuti. Incentiviamo la produzione di fonti
rinnovabili e l’autoproduzione di energia per cittadini, imprese e distretti.
Avviamo un grande programma di efficientamento e riqualificazione
energetica e messa in sicurezza sismica degli edifici pubblici e privati, un programma
di intervento contro il dissesto idrogeologico, rafforzando e stabilizzando gli
incentivi “verdi”, sapendo che è questa edilizia che produce qualità, bellezza
e tanto lavoro.
Imponiamo tempi brevi e certi per una vera rivoluzione degli
acquisti pubblici verdi in tutti i livelli della pubblica amministrazione,
sostenendo le imprese competitive in questa fetta di mercato. Progettiamo e realizziamo
le nuove opere pubbliche in coerenza con i principi dell’economia circolare, dell’abbattimento
delle emissioni e per resistere agli impatti del cambiamento climatico. Dimostriamo
con i fatti che non è vero che infrastrutture e ambiente sono nemici!
È il momento di essere ambiziosi, di spostare l’asticella
più in alto. In gioco non c’è soltanto il futuro del pianeta e la nostra
salute. Dobbiamo essere consapevoli che la svolta green è necessaria anche per
garantire benessere e lavoro.
Proprio qui vedo l’orizzonte della nuova Europa. Se mi
chiedono quale missione deve darsi l’Europa in questo nuovo tempo, dico la
giustizia sociale, la sostenibilità ambientale, la lotta ai cambiamenti
climatici e l’economia circolare. Dobbiamo contribuire a rendere l’Europa la prima
economia mondiale a zero emissioni ben entro il 2050, per rispettare
l’obiettivo di un grado e mezzo dell’accordo di Parigi. La sostenibilità
ambientale è dunque un nuovo modello di sviluppo per una società più giusta, competitiva
e inclusiva. Anche questo ci stanno dicendo i ragazzi.
C’è un nuovo futuro e ci indica una nuova strada, la
migliore. A noi ora il compito di percorrerla.
Conosciamo il proverbio: “Non ereditiamo la terra dai nostri
antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli”. Ieri loro ce lo hanno
ricordato. Non dimentichiamolo più.
“L’ambiente resta la nostra prima stella Ma sulla Tap chiedo
scusa”
Nicola Zingaretti
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