Matriztica, Domande e risposte educatori dell'anima
Domande e risposte educatori dell'anima
Matriztica16 Novembre 2018
Viviamo in un generatore di dolore presente
nell'antroposfera e nella biosfera che derivano dalla nostra cecità culturale.
Senza dubbio perché ci sembra di vedere i nomi e fare distinzioni di cose,
entità, processi, realizzando la raccomandazione biblica di Adamo in cui il creatore chiede di dare un
nome tutto quello che vedi o distingui nel Giardino dell'Eden. Ma Adamo è già
grande quando arriva alla vita incontrando sostantivi senza vedere le loro
fondamenta. Non ha avuto un'infanzia, non aveva una madre che lo guidasse nel
vedere che il fondamentale del sostantivo è il verbo che si nasconde. E quando
Eva sembra lei su quel mito, e vi invita a gustare il frutto dell'albero della
conoscenza del bene e del male e sia mangiare, lui e lei si confondono vedere
con il sesso, e si sentono in colpa pensando che qualcosa bello, tenero e
illuminante come l'incontro intimo con la vita è peccaminoso. Nella paura si
nascondono e perdono il Paradiso. Neanche Eva aveva avuto un'infanzia. Né Adamo
né Eva avevano una madre e un padre che insegnavano loro a riflettere per
vedere, o ad accoglierli con tenerezza per non allontanarsi dall'amare, come
avrebbero potuto avere i loro figli.
Conversando
con gli adulti, mamma e papà e gli altri membri della famiglia e della
comunità, è ciò che ci guida nella nostra umana, e che la conversazione si
verifica come un gioco di domande e risposte che si espandono la nostra visione
di mondo, affinare la nostra sensibilità e dare profondità alla nostra
comprensione del nostro vivere e vivere ... o, talvolta, al contrario, dalle
esigenze, la punizione o la negazione limitano la nostra intelligenza, la
nostra sensibilità e ci eclissare lontano da amore.
È la tenerezza nel
parlare con mamma e papà che ci mantiene Homo sapiens-amans amans.
Educare
l'anima è facile, tutto dipende dal voler essere amato. Se
amate l'ascolto si verifica perché amare l'ascolto, se si gioca con amore
perché amorevole tenerezza si verifica in contatto con la tenerezza, se si
guarda e si vede l'amore come l'amore accade nella vista. E senza saperlo
quando rispondono alle domande dei bambini, loro e noi impariamo le vie
amorevoli dell'anima. "Mamma, papà, come è fatto?" In quella domanda,
il ragazzo o la ragazza mostra non solo che vuole imparare a fare un manuale o
una relazione, ma vuole imparare come farlo bene. E farlo bene lo fa come mamma o papà. Vogliamo tutti fare bene
quello che facciamo se possiamo chiedere come è fatto, e se non ci viene negata
una risposta che non ci vede. Nessun
dubbio mamme e papà e gli insegnanti non sanno tutto, e non perdono la dignità
se diciamo "non lo so, ma siamo in grado di trovare la risposta," e
cercano con i bambini una risposta in un modo che è commensurabile con il
presente della sua vita. E quando lo facciamo, istruiamo e dimostriamo che non
sapere è degno quanto sapere, perché la dignità del sapere è sapere che non sai
quando non sai e sei disposto a cercare e imparare. "Mamma, papà, che
cosa è che vedo là?" "Vieni piccola mia andiamo insieme a
guardare." "Giochiamo per scoprire ciò che è e ciò che non è". E
all'insaputa per generare il fascino dell'ascolto dal vivo, creando un mondo
insieme, sì, mano nella mano, camminare, cavalcare tra le onde
dell'amare-vedere, dell'amare-amare, dell'amare che fa il piacere di fare
insieme quello che facciamo insieme con i fiori, gli insetti, altri esseri che
ci guidano nel nostro essere esseri umani. Ma la conoscenza è anche e
soprattutto riflettere, e questo è appreso in una conversazione con mamma o
papà, quando lei o lui lo accoglie un ragazzo-ragazza nella sua infanzia per
diventare open conoscere nei vostri Amans di vita, e Chiedono: "Piccola mia, ti rendi conto di quello che
stai facendo?" E questa domanda apre la strada a tutto il mondo umano,
rendendosi conto che uno può capire che non si vuole fare ciò che si vuole
fare. In definitiva v'è l'umano, Adamo ed Eva scoperto il paradiso perduto
vincente in quel momento la possibilità di recuperare, se potessero ascoltare
se stessi, quando conversando con l'altro, l'emergere delle questioni
fondamentali ama te stesso
Ci sono altri senza dubbio, ma questi non si presentano solo
in solitudine, non sorgono nella sottomissione e l'abnegazione di obbedienza,
sorgere l'autonomia di voler sapere, di voler fare bene, di voler essere e di
voler vedere l'altra o l'altro nella sua legittimità, senza scuse, senza
arroganza, senza aspettative, senza pregiudizi, nel fascino di scoprire che i
mondi in cui viviamo sono il nostro lavoro. Il dolore che generiamo nella
nostra cultura di vita, il dolore che generiamo in noi, negli altri,
antroposfera e la biosfera, provengono dalla nostra cecità, il nostro sguardo
non sapere, non avendo imparato le domande fondamentali che rilasciano l'anima
slegati e ci ritroviamo a vivere quello che facciamo come Homo sapiens-amans
amans.
Adamo ed Eva non
hanno avuto un'infanzia, ma ora possiamo emergere ogni giorno come padri e
madri nella riflessione insegnandoci a guardare e ascoltare in modo che
possiamo scegliere ciò che vogliamo fare e ciò che non vogliamo fare. Viviamo
in un momento storico in cui possiamo fare tutto ciò che viene in mente, ma
dobbiamo fare tutto ciò che viene in mente? Oppure possiamo dire "Guarda
il mio piccolo, vuoi fare ciò che vuoi fare solo perché puoi farlo?
"" Puoi scegliere, se vuoi davvero vivere la tua vita Homo
sapiens-amans amans. "
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